Un’energia pittorica dirompente
A cura di Silvia Ferrara
Una nota citazione del famoso
Osho Rajneesh descrive a mio parere in modo appropriato l’evoluzione artistica
e “stilistica” della poliedrica Simonetta Secci: “La gente deve guardarsi negli
occhi, tenersi per mano, cercare di trattenere l’energia dell’altro”. Tale aforisma pone in evidenza come il mondo
pittorico della Secci sia animato da una personale “urgenza interiore”, di
creare opere che sono presenti già nel suo animo.
Simonetta Secci nasce ad
Oristano e risiede a Sant’Antonino di Susa, in provincia di Torino: fin da
piccola emerge la sua passione per l’Arte e attraverso i preziosi insegnamenti
del Maestro Gianni Sesia della Merla, poco alla volta si delinea il suo
percorso pittorico. Le sue partecipazioni ad eventi di notevole rilievo sono
molte e proprio per porre in risalto il suo più recente periodo espositivo desidero
citare l’evento “Ars Incognita 2017”, “Vette d’Arte ’18-‘19” presso Casa
Olimpia di Sestriere e Art Games ’19 presso la struttura storica del Lingotto. Durante la Rassegna Internazionale “Vette d’Arte
2019” a Sestriere Simonetta Secci con grande soddisfazione e onore consegue un
importante premio alla Carriera: recentemente inoltre ha partecipato alla II
Biennale di Gattinara (Vc), riscuotendo un notevole successo.
Per cogliere appieno il mondo
pittorico di Simonetta Secci, occorre socchiudere un po’ gli occhi e avvicinarsi alle sue opere con
naturalezza cercando di “percepirne la freschezza, il profumo delle vibrazioni cromatiche”.
Dunque l’importanza dei
tocchi di colore è paragonabile ad una ricerca artistica emozionante e
delicata: ciò che appare è una nota positiva e innovativa dell’artista e il
desiderio di una comunicazione vangoghiana
aldilà di ogni percorso visibile.
A tal punto desidero porle
alcune domande per addentrarmi sempre più nel suo cammino Evolutivo artistico.
1: Salve Simonetta,
chiaccheriamo un po’. Ho potuto notare nelle sue opere più recenti – cito per
esempio “Spensieratezza” come l’attenzione si stia rivolgendo sempre di più
alla ricerca di particolari e suggestioni che emergono dai visi di donne,
bambini, figure che richiamano una ricchezza
interiore . Come commenta a tal riguardo?
R: - "Nel mio percorso artistico mi sono resa
conto che, per esprimere appieno le mie emozioni interiori, avevo bisogno di
arricchire il semplice paesaggio con la figura umana, prediligendo quella
femminile e dei bambini. Ho avvertito la necessità di completare il pensiero di
quel momento proprio aggiungendo la figura. Dunque proprio la rappresentazione
della anzidetta figura e del paesaggio hanno uno stretto legame in quanto se ad
esempio inizio dai tocchi di una veduta paesaggistica, proprio di seguito
nascerà la donna o l’uomo, il bimbo ecc..e il metodo avviene anche al
contrario.
L'opera
"Spensieratezza" è nata dal pensiero che l'infanzia dovrebbe essere
per tutti i bambini il periodo più bello della vita, da vivere quindi in
libertà con amore, amicizia ed in sintonia con la natura all'aria aperta. La
gioia e la spensieratezza dovrebbero rappresentare ciò hanno i bambini nel
cuore quando sono piccoli, invece sappiamo bene che purtroppo oggigiorno non
sempre è così. I palloncini colorati che la figura femminile dovrà dare a tutti
i bambini che arriveranno vogliono proprio rappresentare la leggerezza e la
spensieratezza ed il colore l'allegria.
Vorrei inoltre porre un brevissimo cenno sulla mia
ultima opera che ancora non è terminata, e riguarda proprio una fanciulla
seduta in un prato fiorito, come in un “Sogno”: accanto c’è un’immagine
femminile con un abito molto ampio, come fosse tulle, per dare l’idea di
un’essenza leggiadra”.
2: Quando dipinge un’opera,
come nasce, c’è un’adesione più realistica o una sorta di “ordine empatico più
interiore”?
R: "Prima di iniziare una nuova opera per
cominciare guardo tantissime immagini di paesaggi, di figure umane, di volti e, se ne trovo una che mi colpisce
particolarmente, parto da lì, faccio un primo disegno di base e poi cominciano
ad arrivarmi in fasi successive tutte le idee creative. Se parto da un
paesaggio inserisco delle figure che servono a completare l'idea che è nata
nella mi testa. Se parto da una figura gli creo intorno un paesaggio o
un'ambientazione che anche in questo caso completa il mio pensiero. Quindi
sicuramente parto con un'adesione reale, ma l'opera viene portata avanti dalle
varie emozioni che arrivano dal mio
interiore, dalle emozioni che provo o che ho provato nel mio vissuto."
3: Un’opera altrettanto
significativa e descrittiva della su continua ricerca cromatica s’intitola
“Pensando a Monet” che richiama una sviluppo post-impressionista : come
definirebbe tale suo splendido quadro e quali emozioni rievocano in lei?
R: “- "Il quadro "Pensando a Monet" è
nato per caso, volevo realizzare dei cromatismi sovrapponendo vari strati di
colore e poiché le ninfee realizzate da Monet, ed altrettanto le altre sue
opere, mi hanno sempre incantata, ho voluto provare con questo soggetto. Mi
sono immersa e immedesimata nel mondo di Monet, ho utilizzato moltissimo la
spatola per dare la giusta importanza alle varie e delicate sfumature di
colore, e attraverso questo emozionante lavoro ho approfondito anche un po’ le
peculiarità di Monet. E' stato emozionante cercare di immaginare anche le
sensazioni provate da un grande artista come lui davanti a questi fiori
spettacolari. Tuttavia mi distacco un po’ dagli impressionisti del primo
periodo per creare opere più ricche di particolari nitidi. Realizzare quest'opera mi ha dato la sensazione interiore
di grande leggerezza, come stare tra la terra ed il cielo ed allo stesso tempo
di un'immensa serenità che continuo a percepire ogni volta che la
osservo."
4: Che tipo di emozione
avverte quando dipinge un paesaggio? Diciamo che lei nasce come paesaggista e
poi la figura verrà dopo.
R: “Mi colpiscono molto i
colori vividi dei paesaggi, un tramonto oppure un sottobosco, un paesaggio
autunnale sono tra i miei preferiti: prediligo i colori caldi cercando comunque
di creare tocchi originali e mischiando le varie tonalità. Sono affascinata ad
esempio dalla trasparenza delle acque e tutto ciò che riguarda il mondo
marino”.
5: Cosa ne pensi dell’Arte
Contemporanea presentata alla Biennale di Venezia e definita dunque Concettuale?
R: “A mio parere nelle varie
Esposizioni dei padiglioni della Biennale d’Arte, dovrebbero essere presenti
opere più tradizionali, non performance o installazioni concettuali. Il
messaggio trasmesso da tali performance non mi comunica molto , anzi desidero
citare le note “Mani” scolpite di Lorenzo Quinn che rappresentano il
superamento delle diversità, degli ostacoli protendendo verso un incontro di
più culture. In genere l’arte contemporanea deve segnalare ad esempio un problema
mondiale, deve gridare e lanciare un messaggio al mondo Intero.”
6: “C’è un luogo della
memoria, un episodio della sua infanzia che ha segnato un po’ il suo percorso
di vita e dunque ha influito le sue opere e che desidera raccontarmi?”
R: “Quando inizio un’opera
d’arte, cerco sempre di capire quel quid che lo fa nascere e spesso mi domando
“Cos’è che è scaturito in me da farmi rappresentare ad esempio questa donna?”
Essendo ad esempio mancata mia madre, dipingo bimbi felici, spensierati che
sono gioiosi con le loro mamme e dunque pongo in evidenza questa mancanza. L’opera
ad esempio dal titolo “Ho smesso di piangere”, rappresenta un po’ me stessa e
del mio superamento di un periodo piuttosto difficile della mia vita: come dico
nel titolo, “Ora cerco di non piangere più”.
Opere:
"Pensando a Monet", olio su tela, cm 70x60, 2019
"Spensieratezza", cm 70x60, 2019
"L' amica distratta", cm 70x50, 2018
Contatti di Simonetta Secci:
Sito web:
https://www.simonettasecci-pittrice.it/
Email:
simonettasecci@libero.it
Cell:
338 7517075