venerdì 18 settembre 2020

Una forza in bilico tra intensità e delicatezza

 


Il cerchio completo delle donne

 

A cura di Silvia Ferrara

 

 

Un noto scrittore, Fabrizio Caramagna, in alcuni suoi testi racconta le donne che nel loro mondo costitutiscono un “cerchio completo”: “Cadere, Rialzarsi, Riprovare, Andare avanti, le donne che ho conosciuto nella mia vita facevano tutto questo mentre sorridevano”. Il percorso artistico di Irene Manente richiama una pittura forbita , coinvolgente che si allontana da statiche realtà per immergersi in una sorta di “seconda anima”: la prima anima è composta da una trama ed un’energia pulsanti che compongono un ordito infinito.

Le donne raffigurate dalla brava pittrice sono dunque forti, e desiderano porre in risalto un luogo interiore ove la libertà è essenziale e il carattere esplode con grande passione.

Ricordando qualche cenno biografico, Irene Manente vive e lavora in provincia di Venezia ove nascono i quadri che con dolcezza definisce “piccole opere imperfette”: si laurea con ottimi voti all’Università Ca’ Foscari in Storia dell’Arte Contemporanea e dal 2000 è molto impegnata e appassionata nella ricerca storica in ambito artistico. Oltre ad evidenziare l’importanza e l’unicità della donna, la Manente sperimenta alcuni percorsi che ricordano come l’Arte possa diventare una fondamentale Cura. Mi riferisco dunque all’Arteterapia. Il desiderio della pittrice di avvicinarsi al mondo onirico e ai molti riferimenti riguardanti l’America Latina, le faranno approfondire alcune pittrici surrealiste.

Dal 2014 Irene Manente lavora al progetto che si intitola “Donne, Artiste in Viaggio”, ove sussiste un delizioso connubio tra la sua pittura e i racconti di donne un po’ cadute nell’oblìo. Tra le varie donne oggetto di studio desidero ricordare Maruja Mallo, una pittrice nativa di Viveiro in Spagna, rappresentante del movimento surrealista. Prima di porre alcune domande ad Irene Manente desidero ancora sottolineare come le donne da lei “raccontate” e dipinte con grande unicità e maestria gridino al mondo un proprio “universo visivo” ove ricerche storiche e filologiche si avvicinano all’indeterminatezza dell’arte. Il tutto avviene in un processo di continuo catarsi.

 

A tal punto le formulo alcune domande:

 

1: Le donne da lei raffigurate hanno caratterizzato epoche trascorse, secondo alcuni aspetti un pò dimenticate talvolta dal momento storico in cui hanno vissuto, ma che hanno evidenziato un intenso "flusso d'energia". Come descrive la sua ricerca riguardante Maruja Mallo, una delle sue ispirazioni più recenti?

 

R: Buongiorno Dottoressa Ferrara, la ringrazio per avermi invitata nel suo “salotto artistico”. Mi sento onorata di condividere questo spazio con gli artisti che ha intervistato e mi hanno preceduta. Fui sua ospite due anni fa circa, in questo lasso di tempo mi sono dedicata alle mie ricerche inerenti alle vite e ai percorsi artistici di alcune importanti artiste alle quali mi sono appassionata. La mia pittura ha viaggiato tra i loro universi pittorici visionari ed alternativi. Sono state pioniere della rappresentazione della Donna in una prospettiva nuova, dove si riappropria del proprio corpo, sottraendolo allo sguardo voyeuristico maschilista. Le mie opere riferite, alle loro vite e alla loro produzione artistica, sono state nutrite da intense ricerche. Spesso mi sono aggirata tra le vie, i luoghi e le piazze che le hanno ispirate. Mi sono immedesimata nelle loro vite a volte specchiandomi ed intravedendo molti punti di contatto; ogni volta è stato un viaggio dal quale ritornavo più ricca e consapevole. Sovvertire gli stereotipi iconografici e creare universi alternativi, hanno rappresentato per molte di queste artiste le modalità espressive per esprimere una femminilità emancipata.

A partire dal 2017 iniziai ad interessarmi a Maruja  Mallo, alla sua Arte e al progetto rivoluzionario sociale che portò avanti fino alla fine dei suoi giorni. Il suo importante contributo è stato rivalutato in Spagna negli ultimi decenni grazie a recenti studi e ricerche.

Attiva nella lotta contro il franchismo e sostenitrice degli ideali della Repubblica, affidò alla sua vasta produzione artistica il compito di denunciare le contraddizioni del suo tempo, i pregiudizi di genere, i quali collocavano la donna in una posizione d’inferiorità rispetto all’uomo. Mediante la sua pittura creò una cosmologia alternativa a quella corrente, popolata da forme di vita espresse dall’ibrido, attraverso le quali venivano superate le rigide definizioni e separazioni. Il suo universo è caratterizzato dall’androginia radicale con cui riesce a creare delle identità proprie ed originali. In contrasto con il binarismo di genere della società patriarcale, fondato  sulla classificazione di sesso e genere nelle due forme esclusive : Mascolino e Femmineo. Un sistema nel quale il genere viene identificato tenendo in considerazione solo le caratteristiche biologiche, generando una sorta di frontiera sociale per le persone che desiderano cambiare, mescolare i ruoli di genere o vivere più forme di espressione di genere, per gli individui omosessuali, bisessuali, transgender e transessuali. Nella sua pittura l’elemento androgino e il corpo ibrido le consentono di trascendere il concetto d’identità rigido e vincolato, in favore dello sradicamento di tutte le nozioni inflessibili di genere, razza e classe sociale. Le sue opere sprigionano la condanna a volte dalle sfumature ironiche verso la violenza portata dall’arroganza della mentalità androcentrica.

Non si dichiarò mai apertamente femminista ma si impegnò a denunciare, a mettere in evidenza le disuguaglianze esistenti tra i due generi e i pregiudizi verso le potenzialità creative della Donna. Superò la denuncia elaborando un nuovo archetipo femminile in contrasto con la rappresentazione strumentale del corpo femminile, rivolta a soddisfare principalmente uno sguardo voyeuristico.

Direttamente coinvolta nella propaganda contro il franchismo, appoggiò le idee di libertà ed uguaglianza sociali proclamate dalla Repubblica. Riuscì a sfuggire ai rastrellamenti che seguirono il golpe, raggiungendo il Portogallo da cui s’imbarcò per Buenos Aires. Trascorse gli anni dell’esilio tra l’America latina e New York portando avanti il suo attivismo contro la dittatura di Franco, cercando di far conoscere la causa e il dramma del popolo spagnolo. Nel 1965 fu una dei primi esuli a rientrare in Spagna. Non venne accolta con riconoscimenti e grandi omaggi.

 

 

2: "Ascolta la donna quando ti guarda, non quando ti parla". C'è in questo aforisma di Kahil Gibran il desiderio di esprimere la parte più inconscia di sè ed anche spirituale. Come commenta tale citazione? 

 

R: Questa citazione mi riporta ad una riflessione datata ma sempre molto attuale riferita alla rappresentazione strumentalizzata del corpo femminile. Oggi come non mai vengono veicolati dei modelli estetici stereotipati, i quali appiattiscono la Donna, riducendola ad un oggetto che soddisfa un immaginario erotico maschilista. Le protagoniste delle mie tele cercano di liberarla da questa manipolazione, senza negare la sua sensualità, il suo potere seduttivo. Nella mia produzione il soggetto femminile è consapevole di sé, animato dalla sua libertà interiore, la quale si rispecchia in ambienti surreali, arricchiti da simboli, impreziositi da personaggi ibridi, i quali sovvertono gli schemi rigidi e consuetudinari. La rivisitazione delle Dee antiche, appartenenti alla cultura delle antiche civiltà (azteca, inca, maya, native del Nord America, egizia) nelle mie opere più recenti dà forma e colore alla parte più inconscia e spirituale della Donna.

“Sala d’Aspetto” è stato uno dei miei primi lavori ad accogliere questi nuovi aspetti.

Il dipinto si arricchisce e trae forza dall’incontro artistico della pittura “surrealista” con la musica e il potere della parola. Sconfina: la pittura si apre alla musica e al potere della parola della composizione “Sala d’Attesa” della cantautrice Francesca Gai (in arte Colibre). Il messaggio trova la sua forza attraverso la contaminazione artistica trasformando il quadro in un’opera VISIVO SONORA.

 Due generazioni femminili, lontane nel tempo si ritrovano vicine per raccontare e riflettere insieme sull’impatto del condizionamento dei modelli estetici imperanti sulla libertà interiore della Donna.

 

https://youtu.be/lLdaHwSpn5Y

( il link del video)

 

L’opera propone l’ambientazione in chiave visionaria di una sala d’aspetto di un ambulatorio di un reparto di chirurgia estetica. Al lato sinistro all’interno di una teca, disposte diverse tipologie di labbra. La struttura e la scelta del colore alludono ai distributori di snacks che s’incontrano nei frenetici luoghi di passaggio urbani e metropolitani. Due mezzi busti dominano l’ambiente portando inquietudine, due figure archetipiche irrompono nella realtà costruita dalla mente da cui nascono i presupposti dell’interpretazione distorta dell’ambiente che ci circonda. La prima allude alla Dea greca Atena, con il suo gesto ricorda il rifiuto degli uomini ad accettare l’esito del voto con cui i greci si dovettero esprimere sul possesso di Atene, conteso tra le divinità Atena e Poseidone. Le donne con il loro voto determinarono la vittoria di Atena. Gli uomini non accettarono la perdita e tolsero il diritto di voto alle donne, tolsero loro la possibilità di esprimere il loro pensiero, di avere un peso politico e decisionale. I modelli estetici imperanti, mossi da sottili giochi di potere stanno togliendo alle donne l’autenticità, alimentando visioni, vedute distorte; le stanno depauperando del loro potere decisionale e di autodeterminazione. Il dipinto attraverso le sue simbologie mette in luce e cerca di richiamare l’attenzione su queste dinamiche in atto.

 La seconda figura ricorda la fertilità legata alla Dea Epona celtica, nota anche come Dea dei Cavalli. Le protagoniste ritratte interpretano il disagio contemporaneo causato dal rincorrere modelli estetici frutto della manipolazione delle immagini e delle insicurezze interiori. 

 

 

 

 

 

3: Ho potuto notare come nei suoi più recenti dipinti sia presente una sorta di "intelligenza sensoriale" che stupisce il fruitore: c'è un cambiamento nella raffigurazione delle sue donne? ( Risposto in domanda numero 2)

 

4: Sussiste in alcuni suoi dipinti una deliziosa alternanza tra intensità e sublime delicatezza. Mi può descrivere che tipo di Empatia nasce con i suoi personaggi femminili?

 

R: I miei personaggi femminili nascono dalle mie ricerche e dai miei studi di genere nell’ambito della Storia dell’Arte moderna e contemporanea. Incarnano la mia curiosità verso il simbolo, il misterioso legame che sperimentiamo quotidianamente con il cosmo e la natura. Le protagoniste delle mie tele prediligono la luce lunare che le avvolge accendendo il colore del loro incarnato. Custodiscono i poteri della femminilità autentica d’interpretare i messaggi della Natura; la grande madre della quale sono il riflesso. Sibilla, una piccola tela molto recente, riunisce i tratti delle figure femminili ricorrenti nei miei dipinti, nell’antico archetipo della sibilla, interprete degli oracoli, pronta a svelare i significati dei segni che intravediamo nei fatti che accadono e irrompono nella nostra quotidianità a volte sconvolgendola.

 

 

          Opere: 

 

 

 

       Sala d'Aspetto (opera che ha ispirato la cantautrice         Francesca Gai)


                                               

                                             Sibilla