martedì 28 dicembre 2021

Le splendide figurazioni Iconografiche di Elisabetta De Maria

Il Prima sentire e poi dipingere 


a cura di Silvia Ferrara


Il lungo cammino dell'Arte ha avuto durante il corso degli anni un "iter" molto laborioso e a tratti colmo di travaglio: in questo periodo storico e talvolta filologico, l'Arte Figurativa è da considerarsi come una delle più importanti manifestazioni della coscienza interiore ed anche in parte una rappresentazione della società in cui il pittore vive. 

Attraverso una varietà di tecniche nasce il suo racconto visivo , un universo pittorico, un fenomeno espressivo ove si compongono soluzioni artistiche comunicative. Proprio un'intensa "composizione pittorica" è presente nelle opere di Elisabetta De Maria: quando ci avviciniamo ad un suo quadro si avverte la sensazione provata dal noto artista Cezanne: "Prima sentire e poi dipingere". La sua capacità espressiva si manifesta attraverso la ricerca di un sentimento interiore colmo di una rara autenticità melodiosa. 

La sua figurazione, eseguita con tocchi di maestria sapienti e ricchi di delicata immediatezza, ha acquisito nel corso del suo cammino artistico una "rivalutazione gestuale" ove ogni scelta cromatica ha creato uno spontaneo connubio con un'impronta naturalistica. Dunque sono presenti in particolare nelle sue opere più recenti , luoghi interiori ove si evidenzia la freschezza di elementi tridimensionali, legati certo alla figurazione ma ancorati ad un gesto creativo e raffinato assolutamente innovativo. 

Attraverso i suoi ritratti, Elisabetta De Maria crea una sorta di "Resa musicale e amorevole" che talvolta richiama la figurazione incantata dell'Infanzia e sussiste un volontario cromatismo che condensa varie suggestioni nascenti da importanti percezioni vitali.

Elisabetta De Maria nasce a Genova, vive tuttavia con la sua famiglia a Bardonecchia, una località situata sulle Alpi piemontesi; fin da piccola coltiva una grande passione per la pittura e il disegno e da molto giovane vince il concorso "Ti spunta un fiore in bocca", sponsorizzato da Colgate. 

Intraprende la carriera musicale diplomandosi in pianoforte con il massimo dei voti al Conservatorio G.Verdi di Torino. E da quel momento la De Maria ha iniziato un percorso di insegnamento preparando i ragazzi agli esami in Conservatorio: non ha mai abbandonato però la pittura e si è specializzata in ritratti, pittura decorativa e country. 

Nel 2019 alla Convention di Wichita le è stato conferito il Cda, Certificate Decorative Artist, e desidero sottolineare come sia l'unica artista italiana ad aver ottenuto tale titolo. Fa parte di importanti riviste americane e attualmente risiede nel Salento ove organizza corsi e seminari. 




A tal proposito desidero porle alcune domande per addentrarmi ancor di più nella sua splendida Arte:





1: Elisabetta De Maria, nelle sue opere è presente una ricerca compositiva cromatica che fa traslare attimi di malinconia in positività: "A volte le parole non bastano e allora servono i colori e le forme e le note e le emozioni" Quanto si avvicina al suo mondo artistico tale citazione di Alessandro Baricco?




R: Tantissimo.
Le parole sono un potente strumento di comunicazione, ma io stessa le riserbo a pochi, le centellino, a favore dei colori, dei tratti di colore, dell’arte in ogni sua forma. Tutte le mie creazioni si basano sulla ricerca costante e sulla sperimentazione degli accostamenti cromatici perfetti, sugli incastri delle sfumature nelle trame dei dettagli. Colori e note, senza dubbio, sono il mio mondo. Un mondo che mi appaga e riempie".  






2: L'opera intitolata "My Love"realizzata con colori pastello nel 2020,  una sensazione di "curiosità"; il fruitore desidera capire se nello sguardo di questa bellissima bambina, dipinta con eccelsa bravura, è presente un sogno recondito o un'introspezione vitale che cerca di avvicinarsi ad un'inaspettata dimensione spirituale. E' concorde con me e come commenta a tal proposito?



R: La mia bimba è una delle creazioni più intime, una che sento dentro come un pugno. Potrei dire che mi somiglia, ha lo sguardo basso, fantastica su quello che verrà, aprendosi agli accadimenti, con un velo di malinconia che pur essendo raro nell’infanzia le ho voluto comunque conferire. Ha la trasparenza ed entusiasmo della vita che ancora deve scorrere, la timidezza di chi si affaccia sul mondo senza sapersi ancora ben muovere. 




3: Ci sono alcuni quadri che chiamo anche io Progetti (proprio come fa la pittrice) che ritraggono  tendenzialmente il mondo animale: essi non solo richiamano la figurazione colma di tocchi sapienti e dinamici ma corrispondono alla ricerca di un'emozione ove ci si allontana da una tradizione figurativa per dirigersi verso una prospettiva musicale , con una prospettiva di vita nascente dall'interno. Cosa mi dice a tal proposito? 




R: Il mondo animale è ricorrente nelle mie opere, le attraversa in modo pieno e definito ed è un modo per imprimere su carta o supporti alternativi tutto l’amore immenso e le emozioni che mi legano visceralmente agli animali, in ogni loro forma. Sono emozioni che si declinano nei dettagli, dagli occhi acquosi e languidi dei cani, allo sguardo sornione dei gatti, al portamento fiero e regale. E ogni ritratto nasce non solo per rendere omaggio ai nostri amici a quattro zampe che ci camminano accanto, ma anche a coloro che non ci sono più ma che, esattamente come gli umani, lasciano tracce indelebili. 






4: Il suo "sentiero" artistico aleggia misteriosamente in una valle emozionale ove è presente una sorta di deserto di fecondità(ricordando una citazione di Goethe): i soggetti dipinti rievocano un'interna soggettività lirica che mostra il desiderio di un sogno metafisico. C'è stato un momento nel suo percorso artistico in cui ha avvertito il desiderio di avvicinarsi ad un mondo più informale?


R: Il mio sentiero artistico non ha argini, non ha un percorso ben definito, lo costruisco ancora e so che sarà così ogni volta che impugno una matita o un pennello. Io stessa mi stupisco ogni volta che un disegno prende vita, mi muovo come in preda a un fuoco sacro che mi guida, ma che non saprei spiegare a parole. Finisco e mi chiedo come sia possibile aver, ancora una volta, CREATO. So solo che le forme si delineano, i colori si mescolano, i volti si accendono di guizzi vitali e ogni volta che poso i pastelli e che vedo la fine di un lavoro piango. E ringrazio per questo dono che mi riempie il cuore e che sparge emozioni come fossero zucchero a velo. 



5: Tra i suoi progetti pittorici ce n'è uno a cui è più legata ed avverte un senso di legame e affinità particolari? Può svelarci un suo evento o collaborazione a breve termine di cui è particolarmente orgogliosa?



R: Sono legata a ogni creazione, ma se dovessi dirvi quella in cui mi identifico e che sento totalmente mia vi direi senza dubbio “La bimba”, la mia prima bimba appunto come dicevo su: è stata lei a spianare ed aprire la strada ai ritratti e volti, ma poi c’è anche Harley, il cane con gli occhiali e in realtà un po’ tutti i soggetti con animali.
Tra gli eventi che mi hanno reso particolarmente orgogliosa c’è l’assegnazione del Cda, per cui ho pianto moltissimo di commozione, ma anche la partecipazione all’Expo di Milano, tutte mete importantissime per me.
Due eventi che mi hanno messa a nudo, mi hanno fatto ripercorrere questa passione, costruita come un mosaico, un tassello per volta. Tutta la mia arte si basa sull’amore, e l'avere avuto tanti apprezzamenti dalle riviste di pittura, da tutte le persone che mi vogliono bene e che mi hanno stimolato ad andare avanti, mi ha portata a creare, dipingere, ancora e ancora. Cosa che spero di fare per moltissimo tempo, grazie a persone che mi hanno dato tanta fiducia e me ne daranno, come sogno e spero sempre". 





La Composizione misurata e Iconografica dell'opera The Brothers



a cura di Silvia Ferrara



La composizione misurata e colma di una figurazione solenne rappresentata dall'opera intitolata "The Brothers" di Elisabetta De Maria costituisce un progetto che definirei Iconografico . Ciò accade in quanto nel singoli bimbi dipinti con tocchi da Maestra d'Arte sono presenti atmosfere simboliche, in un alone di attesa, alla ricerca di cromatismi che rivelano "velature tonali". 

I volti dei bambini rimandano ad un importante aforisma dello scrittore Alessandro D'Avenia: "Ci sono due modi per guardare il volto di una persona. Uno è guardare gli occhi come parte del volto, l'altro è guardare gli occhi e basta ...come se fosse il volto".  

L'espressione degli occhi dei fanciulli è serena e fa si che il linguaggio trasmesso al fruitore sia chiaro, immediato, genuino come fosse una finestra sul mondo ove vibrano coscienze artistiche armoniose. Il dipinto è di certo un ritratto forse commissionato, tuttavia in ogni particolare presente si avverte un'intensa sintesi pittorica che pone in risalto una continuità tra un tocco di pastello e l'altro. L'"armonia coloristica" è tale da evidenziare una dimensione universale ove ogni tocco pare governare la scelta sulla tela della pittrice, ma non il pensiero che precede la creazione dell'opera che è Libero. 

Come anzidetto il quadro The Brothers  è certamente una commissione ma ciò che è nato  nel cuore della pittrice prima dell'esecuzione è l'esigenza interiore e comunicativa di rappresentare il regalo più bello che possiamo ricevere, La Famiglia. Cito una nota frase di Madre Teresa: "La felicità più grande? Essere utili agli altri. Il sentimento più brutto? Il rancore. Il regalo più bello? Il perdono. Quello indispensabile? La Famiglia". 

La scelta inoltre di porre in evidenza la posizione Seduta dei tre fanciulli, fa ricordare come siano innumerevoli i messaggi intesi come comunicazione "Non verbale": la postura dei due bimbi maschietti con le gambe leggermente divaricate sottolinea un senso di emozione e tranquillità verso un fruitore che li sta guardando, mentre una lieve timidezza si avverte nella gestualità un pò di chiusura della bambina. Tuttavia aldilà di una ricerca gestuale voglio ricordare come il dipinto sia una sorta di connubio tra una figurazione più tradizionale e un pensiero più espressionista che mostra moltissime sfaccettature. 




                                        

                                        The Brothers, 

                                        tecnica pastello, cm 40x60, 2020



My Love

tecnica Pastello, cm 32 x24, 2020



                                                

                                               Africa's Family

                                         tecnica pastello, 45x75, 2020



                                         

                                                           Mirandina

                                                    tecnica pastello, cm 28x40, 2021




                                                     Being a Mother

                                           tecnica pastello 35x45, 2021

                            



                                                      Nico

                                                Tecnica pastello, cm 29x32, 2020 

lunedì 6 dicembre 2021

Lettura dell'Opera: "Fantasie di Mare" di Lorella Lauricella

 Il figurativismo e l'astrazione creativa 


a cura di Silvia Ferrara


Nell'opera intitolata "Fantasie di Mare" sussiste un'emozione che definisco en plein air in quanto si avverte dai suoi tratti pittorici il desiderio di composizioni delicate e immediate, dirette verso l'Eternità, al cospetto della Natura : quando parliamo della Madre del Creato intendiamo il concetto in senso molto ampio, ove può essere paragonata ad una "Dea che scorre lungo il Creato a Fecondarlo, e proprio di Natura aveva l'austero nome "(U.Foscolo). 

La Natura implicita nel linguaggio espressivo alterna un significato di intenso rapporto tra la Forma e il Colore, dando comunque prevalenza ad un "figurativismo" ai confini di un'astrazione creativa. 

Tale aspetto dualistico è presente in particolar modo in tale opera e richiama un'espressione indubbiamente poetica come una rievocazione di un concetto del noto Giulio Argan: "Le poetiche del mondo Informale e del Figurativo sono liriche dell'espressiva incomunicabilità: l'arte aveva riposto nella Forma una sorta di tradizione e necessità in cui il mondo pittorico Comunica, è relazione con la suddetta Forma". 

La percezione di un dinamismo in equilibrio tra Forma e Informale è un processo creativo che si è evoluto nel corso degli anni ed ha posto in evidenza la ricerca di un addentrarsi dentro la situazione. 

La policromia dipinta nei tratti degli Sguardi sottolinea un'effervescente  luminosità che accresce il desiderio del fruitore di rendere propria una sorta di visione istantanea che rappresenta una sensazione di pace e serenità. 

Le immagini che fuoriescono anche solo dai volti delle figurazioni dipinte evidenziano un importante senso "prospettico"ricolmo di un perpetuo catarsi. Addentrandoci ancora di più nella parte più simbolica dell'opera, si nota come le tre sirene siano creature misteriose e che richiamano le poetiche di Omero; il loro bel Canto conduce alla "conoscenza assoluta" e la loro rappresentazione (si capisce anche dalla dolcezza della piccola)  fa intuire come la pittrice desideri condurre il fruitore in una dimensione spirituale e divina. 

Sussiste però un secondo significato sempre presente nel simbolo della Sirena ovvero la ricerca di una simbiosi totale tra l'uomo e la Natura: le meravigliose Sirene dipinte con innata maestria da Lorella Lauricella creano un connubio primordiale e colmo di lirismo con il Mare. 

L'acqua è intesa come elemento iconico con significati contrastanti ovvero il luogo dove tutto ha origine ma anche il momento ove termina. 

Tra le onde del mare ecco fuoriuscire le molte tonalità di Blu che si avvicendano tra le lievi increspature nascenti dai delfini: si avverte il desiderio di una ricercata e profonda libertà e di un luogo infinito. 

"Forse al Blu non c'era fine, forse cielo e mare continuavano a specchiarsi l'un nell'altro in eterno: senza mai congiungersi. Era qualcosa di troppo grande per poter anche solo essere pensato, era l'Infinito.  (Lucia Troisi). 




Opera descritta: "Fantasie di Mare"
















Alcune foto dell'evento inauguratosi il 4 Dicembre dal titolo "Percorsi d'Arte", presso il Centro Primola a Imola 
Esposizione personale di Lorella Lauricella e Marilina Scuoppo. 














venerdì 12 novembre 2021

Il singolare Verbo pittorico di Jessica Spagnolo

 

L'Espressionismo sintetico coloristico di Jessica Spagnolo


a cura di Silvia Ferrara


La figurazione nelle opere di Jessica Spagnolo, costituisce l'"architrave pittorico" del suo percorso artistico e pone in evidenza un complesso universale compositivo che si dirige verso un cammino alquanto spirituale. 
Tale concezione appartenente ad un suo più recente periodo artistico richiama una profonda trasformazione poetica non banale ma atta a creare un nuovo "dinamismo contemplativo contemporaneo." Dunque ciò che sta nascendo nell'arte più odierna della Spagnolo è una nuova prospettiva interiore che di certo non dimentica un passato più figurativo - realista ma si dirige verso un Espressionismo sintetico coloristico. 
Fino al 24 Novembre 2021 Jessica Spagnolo propone parte del suo cammino artistico presso la galleria "Rinascenza Contemporanea II" di via Volta 1/F a Torino. 
L'esposizione personale, intitolata "Le Stagioni dell'Autunno" è stata curata dal critico d'arte Andrea Domenico Taricco. La pittrice presentata in tale suggestiva location, costituisce il termine di un ciclo di 4 artiste "trasmutazioniste". "L'intero ciclo ha come obiettivo tornare agli stimoli primordiali della Natura umana mediante un processo di smaterializzazione" (A.Taricco). 
Riferendomi così alle opere esposte in tale mostra, ho percepito come sia nato un nuovo mondo interiore che pone in risalto una grande "espressività creativa", indagando sulla ricerca di un dualismo in bilico tra il visibile e l'invisibile: in ogni lavoro così si nota una nuova spinta intensa, emozionale. 
L'espressività come anzidetto racchiude un nuovo "verbo pittorico" che talvolta pare abbandonarsi all'esistenza di un locus vorticoso che supera gli spazi della tela. 

 

La tessitura cromatica non ricorda solo un espressionismo vivifico ma anche un acume metaforico intriso di una personale sapienza: l'opera intitolata "Gocce di metallo" privilegia la nascita di elementi materici che richiamano uno spazio ambientale in grande difficoltà, e l'acqua intesa come locus amoenus ove si ricerca un'idealizzazione di ciò che ci circonda. 
C'è poi l'essenza di una figurazione delicata che ha una valenza duplice, sia sociale che una protesta nei confronti di una Terra che si sta ammalando sempre più; il naturalismo appena accennato attraverso una delicata gradazione di verdi si sovrappone ad una comunicazione intensa e forte protesa verso la speranza di un mondo migliore. Sia attraverso la donna raffigurata con anche la ricerca di particolari altamente simbolici, Jessica desidera attrarre anche il fruitore più distratto. 
Tra le altre tele presenti nella mostra personale di Jessica Spagnolo desidero citare "Anfitrite Regina" che richiama una prima versione del mito greco della ninfa Scilla Cetea. In un primo racconto del mito, proprio Scilla attrae l'attenzione del dio Poseidone, e Anfitrite, moglie del dio, si vendica avvelenando l'acqua della fontana, ove Scilla si recava. 
Quest'ultima si trasformerà in un mostro terrificante. Osservando il dipinto, lo sguardo di Anfitrite è dipinto dalla Spagnolo seguendo un progetto di mitiopesi narrativa e immaginativa creando un'atmosfera assolutamente rarefatta e sensoriale. Le labbra sono dipinte con matura dolcezza e consapevolezza, socchiuse, in attesa di un momento così dilaniante e intenso pronto ad esplodere. La metodologia utilizzata nel dipinto rievoca un raffinato equilibrio tra coloriture più vivide tendenti ad un figurativo al limite della "devozione" e la ricerca di un informale profondo e colmo di esistenzialismo. 



Opere descritte: 



                                                                        "Anfitrite Regina"

                                            



                 

                                                                         "Gocce di Metallo"

martedì 26 ottobre 2021

Le Visioni riflessive di Emanuela Lo Presti

Singolari composizioni espressive e visualArt



a cura di Silvia Ferrara



Nell'arte di Emanuela Lo Presti è presente un turbinio espressivo ed emozionale che trascende ogni pulsione immediata per confluire in una dimensione ove l'opera "racconta", si allontana da un'essenza ermetica per immergersi in una nuova via esistenziale. 

Il processo creativo che è presente nell'arte della Lo Presti richiama una composizione che desidero definire pitto-scultorea per come si fa notare. 

Una nota citazione di Marc Chagall si avvicina al suo mondo pittorico: "Bisogna lavorare sul quadro pensando che qualcosa della propria anima entrerà a farne parte e gli darà sostanza". Proprio da tali parole sembra nascere un importante quid che attesta il grande valore interiore dell'arte della Lo Presti e di come il suo tratto distintivo diventi una sua importante trasmissione del sapere. 

Nativa e residente nella provincia di Torino, dopo gli studi formativi in ambito tecnico-contabile, e dopo aver lavorato nel settore amministrativo-aziendale, nel 2017 la sua espressione artistica si pone in evidenza attraverso la pittura a tempera su carta e cartoncino e su tela. 

Nel 2020, dopo aver seguito un workshop di pittura, realizza alcune Visioni che provengono dall'anima, e in particolare la pittrice avverte che la "fluidart" diventa la tecnica che coinvolge sia il suo cuore che il fruitore: attraverso stimoli costruttivi e a tratti anche psicologici nasce un'imperante progettazione pittorica che pone in risalto una realtà espressiva intelligente e costruttiva. 

Ciò che desidero ricordare prima di porre alcune domande è come nella sua produzione artistica più recente, sussista una creazione di particolari materici e coloristici che diventano un intenso "stargate" di emozioni. 


E dunque per addentrarmi ancor di più nella sua arte le porgo alcune domande:


1: Emanuela Lo Presti, le connotazioni espresse nel suo cammino artistico rimandano ad una dimensione ove si evidenzia una sorte di Monade, intesa come luogo ove nasce un principio generatore dell'Io Interiore: questo luogo così intriso di simboli è di certo il Mare. Cosa rappresenta per lei e quali sentimenti avverte quando lo inserisce nelle opere? 



R: Grazie Silvia, questa per me è una bellissima domanda, il Mare è da sempre la mia Casa, fin da bambina ho sempre amato le vacanze estive perché “si andava al mare”. Ho imparato a nuotare prestissimo, entrare in acqua per me è riconnettermi con la mia essenza più profonda, è entrare in uno spazio senza confini dove tutto è leggerezza, fluidità, fluttuazione e sospensione; è esplorare il grembo di Madre Terra da cui tutta la Vita ha avuto inizio. 

In età adulta, mi sono avvicinata alla subacquea, e per me è stato come riconoscere ancor di più questa connessione animica con il Mare, e quando, quasi per caso, ho incontrato la fluidart, è stato amore a prima vista, perché è stato come se il Mare mi avesse raggiunta, e nella sperimentazione di questa nuova tecnica artistica mi sono sentita libera, lontana da schemi, regole, proporzioni, prospettive… io quando verso il colore… gioco! Inclino la tela, passo un pennino per dare delle forme, soffio sul colore per accompagnarlo, ma soprattutto osservo il colore liquido che prende spazio liberamente sulla tela e mi innamoro ogni volta.





 

2: Ritengo tale citazione sul mondo dei colori in perfetto connubio con la sua Arte: " Amo i colori, tempi di un anelito inquieto, irrisolvibile, vitale spiegazione umilissima e sovrana dei cosmici perchè del mio respiro". Questa famosa citazione di Alda Merini racconta come le sue fasi creative abbiano e stiano subendo una notevole proiezione di cambiamento che la vede crescere nella sua esecuzione e far esplodere singolari espressioni coloristiche. Come nasce questa sua grande passione per i colori? 



R: La mia passione per i colori nasce con me, sono da sempre attratta dai colori, soprattutto vivaci perché mi fanno emozionare, e questo in ogni ambito, dalla pittura su tela, alla tinta delle pareti di casa, dall’abbigliamento, al make up, il colore per me dev’essere sempre deciso, in contrasto, che si veda, che abbia carattere, perché diversamente non mi comunica è come se parlasse timidamente sottovoce ed io non lo sento.





3: L'opera intitolata "Yemaya e i delfini di Atlantide", costituisce un dittico molto intenso e profondo ove la simbologia è grande protagonista: cito ad esempio la figurazione dei "delfini che proprio nell'età dell'Oro (parliamo di un tempo avanti cristo) venivano coinvolti in aiuto di guarigioni e nel riequilibrare il proprio benessere". Come s'inserisce tale scelta artistica e quale rapporto nasce con questa opera?



R: Quest’opera nasce da un canto, osservando il colore colato sulla tela ho sentito il canto del mare, il canto che i pescatori e i popoli tribali rivolgevano alla dea mare quale buon auspicio per una pesca proficua. Il colore delle tele non è certo “marino” ma l’emozione che ne è emersa è stata profonda ed ho voluto raccontare la storia, forse ancora poco conosciuta, dei delfini quali guaritori. Oggi quando incontriamo un delfino o semplicemente vediamo una sua immagine, proviamo un sentimento di gioia, per la purezza che trasmette questo cetaceo, ma nei tempi antichi, che invece si viveva a stretto contatto con i cicli della natura, e ci si curava con ciò che la natura offriva, i delfini venivano spesso chiamati per riequilibrare stati emotivi e per ricalibrazioni energetiche. Oggi tutto questo sembra essere stato dimenticato, ed io ho voluto rappresentarlo in forma un po’ differente, quindi nell’opera vediamo una serie di delfini con un cristallo sulla testa che circondano una figura femminile, la quale sta attivando un cristallo da apporre sopra la testa del delfino che le è di fronte. Ho voluto rappresentare quindi un momento iniziatico in cui i delfini si sono assunti il compito di portare benessere e riequilibrio energetico al “popolo della superficie”. 





4: Ci racconta come si evolve la sua tecnica cromatica che si chiama FluidArt che però esula da canoni classici di esecuzione e si avvicina ad una ricerca visionaria personale? C'è un'opera in particolare che desidera narrarmi? 



R:Come dicevo, per me la fluid è stata una grande scoperta, perché mi ha permesso di esprimermi liberamente senza nessun vincolo. La prima cosa che faccio è guardare la tela bianca, in quel momento sento che colore voglio colare, così preparo i colori e decido quale modalità di colata utilizzare. Nel versamento del colore mi fermo ad osservare lo spostamento fluido fino ad entrare in quello stato di fluidità, è come se in quel preciso istante fossi io a trasferirmi sulla tela. Una volta completata l’esecuzione lascio la tela ferma per l’asciugatura e una volta asciutta ripartono i giochi. La sposto, la appendo, la guardo e possono passare ore giorni o mesi prima che l’immagine si mostri, perché succede esattamente così, è come se mi arrivasse una visione ed io devo solo trasferirla dall’etere alla materia.  Voglio raccontarle come è nata l’opera “La Balena Madre” una delle mie ultime realizzazioni. Il 15 aprile 2021 prendo una tela grande, e inizio a versare vari colori vivaci che in apparenza non si prestano bene insieme, ma io sento di farlo lo stesso e così uso il giallo, l’arancione, l’azzurro, il verde acqua, il viola, il magenta, il bianco e il nero. E vado, decisa, senza sapere, né conoscere il risultato. Lascio asciugare, la guardo spesso, ma non sento ancora cosa ne sarebbe poi emerso. I mesi passano, nel frattempo trasferisco lo studio in uno spazio più grande e metto la tela in bella vista. Ogni tanto mi fermo, la guardo, la osservo ed entro nel colore. Solo un giorno, nel mese di settembre vedo una balena muoversi all’interno di una grotta nel centro della terra… e così dopo 5 mesi l’opera “la Balena Madre” giunge alla sua completa realizzazione.





5: Ritiene che la bellezza dell'Arte salverà il Mondo? (ricordando un cenno di un aforisma de "L'Idiota di Dostoevskij) Come avverte la bellezza nel suo quotidiano e come la rapporta all'Arte? C'è un colore in particolare con il quale sente un legame interiore? 



R: Dal mio punto di vista la bellezza è insita in ogni cosa, solo che spesso non ci permettiamo di osservarla perché conduciamo una vita fatta di ritmi incalzanti, sveglie mattutine e promemoria sul cellulare. L’Arte mi ha salvata, perché mi ha fatta rallentare e mi ha permesso di fermarmi ed osservare, da un nuovo punto di vista, ogni cosa, quindi non sono io che porto bellezza nella mia Arte, ma è stata l’Arte a mostrami la bellezza. In merito ai colori, sì io amo tutti i colori, ma quelli con cui ho una forte connessione da sempre sono le tonalità del blu, che ovviamente richiamano il mare e l’arancione perché da sempre lo ritengo un colore coraggioso, è molto luminoso, acceso, porta gioia e vivacità.




Ecco alcune opere della pittrice Emanuela Lo Presti: 






Titolo: Vulcano

Tecnica mista: fluidart su due tele laterali, arte materica su tela centrale con applicazioni di lapilli della colata lavica del 19.03.2021 dell'Etna e foglia d'argento, pittura acrilica su supporto mdf.

Misure: 2 tele 20x20cm, 1 tela 40x40 cm, supporto mdf 120x50 cm. 

Dimensioni totali con cornice 130x60 cm

Colori nero, rosso e argento








Titolo: "Yemaya e i Delfini di Atlantide"

Tecnica mista: fluidart, applicazione di delfini in fluidart, pittura acrilica, pezzi di vetro e brillantini. 

Misure: una tela 20x20 e una tela 20x30

Realizzazione: inizio agosto 2021 fine ottobre 2021




















 Titolo "La Balena Madre" 

Tecnica Mista: Fluidart, Pittura acrilica e applicazione pepita di vetro, brillantini e foglia d'oro

Misure 60x40 cm

Realizzazione: inizio aprile 2021 fine settembre 2021










Titolo "Il tuffo"

Tecnica mista: Fluidart su 3 tele 20x20 - pittura acrilica su pannello mdf con applicazioni di conchiglie, mosaico di Ravenna, pepite di vetro e sabbia colorata

Misure 80x40 cm

Realizzazione: inizio luglio 2021 fine agosto 2021








Titolo "Antartide"

Tecnica mista: Base fluidart con applicazioni di balene con tecnica sovrapposta fluidart

Misure 40x40 cm

Realizzazione ottobre 2021



lunedì 4 ottobre 2021

La dimensione metamorfica di Lorella Lauricella

Tra raffinate composizioni tonali 


a cura di Silvia Ferrara



Una singolare dimensione "estetica" e onirica è presente nell'Arte di Lorella Lauricella. Talvolta la forma e dunque la ricercata soggettivizzazione si elevano come fossero un pensiero filosofico che ha come "ratio ultima" la narrazione di un sentimento.  Le forme e i colori che ne nascono rimandano talvolta ad un Yves Klein in chiave figurativa, alquanto primordiale che ancora era in bilico tra un figurativo sfaccettato e un informale tensivo. 

L'arte pittorica di Lorella Lauricella tende ad una dimensione figurativa "cosciente e immediata" che cerca di emanciparsi da un eccessivo spirito onirico per addentrarsi in un mondo più metamorfico e realistico ove il colore risuona come una "Marea". 

Una citazione del famoso pittore Kandinskij fa rispecchiare in toto la ricerca perpetua di un punto d'incontro fra l'Uomo e il Cielo (entrambi intesi simbolicamente come elementi di Genesi): "Il Bianco e il Nero sono come un punto d'arrivo del colore del Sole tra lingue di Fuoco, come in un silenzio ridondante. Ora però ascoltiamo i colori". 

Nella produzione più recente dell'artista, c'è la ricerca delle più espressive composizioni tonali, e tocchi che campeggiano fasci di luce che si alternano ad ombre. Ecco nascere

 un'intensa tridimensionalità. 

La Luce sopra citata è colma di  visioni altamente coloristiche e dona al fruitore la possibilità di riscoprire un colore multisfaccettato che esercita un proprio influsso sull'animo. 


A tal punto desidero porle alcune domande, per raccontare anche alcuni suoi cenni biografici-artistici: 



1: Lorella Lauricella, nel percorso biografico sussiste il desiderio di far conoscere al pubblico la sua grande passione per l'Arte, intesa come la ricerca di un'esecuzione forbita e preziosa capace di oltrepassare la mera realtà. Mi racconta un aneddoto che è stato un pò l'incipit del suo cammino? 



R: Le rispondo in maniera molto chiara e semplice, Dottoressa Ferrara. Sin da piccola ho sempre amato disegnare; ricordo che già alle scuole elementari, avevo degli ottimi voti in disegno. Prediligevo disegnare cavalli e cani, addirittura ideando dei fumetti con dialoghi immaginari fra loro. 

Nel corso degli anni ho sempre coltivato questa mia passione dipingendo su pietra, su vetro ed anche su stoffa. Ultimamente , però è stata la perdita della mia amata cagnolina "Kira" a darmi un incipit maggiore e nuovo, desiderando imprimere su tela il forte legame che ci legava, e da questo è scaturita una serie di opere su tela, eseguite sia con acrilici che ad olio.





2: Desidero proporle un aforisma del sopra citato Yves Klein: "Macino del pigmento tra i giunchi e le canne della Francia, il vento fa piegare i loro esili steli e li applica con decisione sulla mia tela, e poi piove. Espongo dunque la mia tela alla pioggia ed eccone un segno. "Tra le le sue opere e il creato Lorella, avverte un legame? Come commenta tale aforisma? 


R: Io ho sempre avvertito un forte legame con il creato...Adoro passeggiare all'aria aperta, osservare la natura anche nelle sue piccole sfaccettature e spesso da questa osservazione, nascono spunti per nuove opere. Per commentare l'aforisma sopra citato, spesso quando mi accingo ad eseguire un nuovo quadro, mi lascio trasportare dalle emozioni che mi hanno suscitato alcune cose che ho osservato e che mi sono rimaste dentro. 





3: Ho notato come le sue partecipazioni ad eventi di notevole rilevanza (cito dunque la Fiera di Forlì Vernice Art Fair 2021, la futura partecipazione ad un evento collettivo presso la Galleria De Marchi di Bologna e la Biennale di Roma 2022), abbiano posto ancor più in evidenza il suo desiderio di donare al pubblico un evocativo senso di humus personale.  Il fruitore dunque avvicinandosi alla sua opera cerca di sentirla Propria. Cosa ne pensa a tal proposito e desidera accennarmi alcuni suoi progetti futuri?



R: Ho avuto l'onore di recente di partecipare alla Fiera di Forlì che ha avuto una notevole affluenza ed è stato molto emozionante vedere tanti visitatori soffermarsi ad osservare le mie opere, anche fotografandole. Attualmente sto partecipando alla mostra collettiva presso la Galleria De Marchi di Bologna , con l'iniziativa "Racconti sulla tela" dove resteremo per 15 giorni.

Prossimamente parteciperò alla Mostra di selezione Città di Ostiglia 2021, per la XIV BIENNALE DI ROMA 2022 ed ho anche tante altre iniziative che a breve prenderanno corpo.







4: Tra le opere che fanno parte del suo atelier artistico desidero citare "La Solitudine" , intesa come sensazione dell'animo non del tutto negativa ma come nota interiore alquanto baudleriana: "Siamo sempre, tragicamente soli, come spuma delle onde che si illude di essere sposa del mare e invece non ne è che concubina" . Il ritratto di un uomo con la testa china sul tavolo, sembra voler sottolineare la presenza di una sensazione interiore, per donarla al pubblico ricostituendo una nuova realtà. Come commenta e come nasce tale opera?



R: A quest'opera sono legata particolarmente e la ritengo tra le più significative eseguite finora.

E' un quadro che mi sono fatta e che terrò per me, e la motivazione per cui la amo particolarmente è che nel realizzarla, ho preso spunto da una vecchia fotografia eseguita dal mio papà che purtroppo non è più con noi, che aveva la passione per la fotografia e che proprio con questa foto vinse un premio quasi 50 anni fa.

Questo quadro è al tempo stesso tenero e struggente, e mette in evidenza la sensazione di vuoto e solitudine, che purtroppo attraversa la società odierna  nella quale ognuno di noi è dotato dei più sofisticati mezzi di comunicazione ma purtroppo spesso si è tristemente soli.






5: C'è un dipinto in particolare di cui desidera narrare uno o più aspetti singolari che richiamano l'esistenza di una forma semiotica , (che fa così riflettere) fluida , indelebile proveniente direttamente dal subconscio? 



R: Madre Natura, acrilico su tela 60x80,  per la fluidità dei colori e per ciò che  rappresenta, in un tempo in cui la terra è sconvolta da gravi disastri ambientali, mi trasmette un gran senso di calma ed è come se volesse lanciare agli uomini un messaggio di speranza, per un futuro con un maggior rispetto verso l'ambiente e verso la terra con tutte le sue Creature.

Inoltre, Osservando il Mare, acrilico su tela 30x40, spinge ad una riflessione introspettiva di una sposa che sta per affrontare un cambiamento di vita sostanziale, e che di fronte al mare, che da sempre mi trasmette una sensazione di libertà, trova conforto e pace per affrontare la nuova dimensione.


Opere di Lorella Lauricella: 




"Marina", acrilico su tela, cm30x30, settembre 2021








"Nell'anima del dipinto", acrilico su tela, cm 100x100
settembre 2021








"La Solitudine", olio su tela, cm 30x40, marzo 2021







                        "Madre Natura", acrilico su tela, maggio 2021
                                                  cm 60x80

lunedì 27 settembre 2021

Le Nuove Pulsioni artistiche di Ivano Chiavarino

Giochi coloristici Pirandelliani



a cura di Silvia Ferrara


Un'arte virtuosa  espressa attraverso un gioco pirandelliano di differenti contaminazioni pittoriche, costituisce l'incipit da cui nasce il mondo artistico di Ivano Chiavarino. Il suo cammino si compone di suggestivi contrappunti coloristici e visioni interiori che si avvicinano al quotidiano ma non solo, richiamano una singolare produzione ideativa. 

Il realismo infatti si allontana per porre in risalto un'interpretazione informale ed astratta che ricorda un primordiale Pollock.

 Ivano Chiavarino, in arte Ivi71, dai natali piemontesi, ove attualmente vive e lavora, recentemente ha scoperto una grande passione sia per l'arte pittorica che poetica e attraverso la guida di sapienti maestri, Sta Creando un percorso colmo di una simbologia archetipa dualistica. Un evento personale, ovvero la malattia del papà nel 2020, costituisce il quid da cui nascono i suoi primi e timidi esperimenti artistici che successivamente mostreranno una nuova maturità pittorica. 

Un'intensa Energia Primordiale è presente in ogni sua opera e narra una ricerca di composizioni espressive orientate verso valori assoluti. 

Il 25 settembre 2021si è inaugurata la prima esposizione personale di Ivi71 presso la Fondazione Torre di Corneliano d'Alba Onlus, in provincia di Cuneo. 

La famosa Torre costituisce la parte restante del Castello di Corneliano che fu edificato nel X secolo, come sito di contrasto agli Ungari e ai Saraceni.

 La Fondazione che ospita la mostra personale nasce nel 2013 e l'area della fortificazione comprende sia la torre centrale che il circostante bosco secolare. 

Definisco con certezza che il percorso artistico di Ivano Chiavarino acquisisce un “riflesso universale”ove l’infinito pare emergere con forza ponendo in evidenza una sorta di adorazione per l’Arte. 

 In ogni sua opera è presente una sorta di microcosmo di emozioni  che immerge il pubblico in un’”orbita perpetua”, talvolta più realistica tal’altre totalmente immateriale. Un elemento sempre presente anche nei lavori più recenti è il Colore e il desiderio di farlo esplodere in ogni sua sfumatura rimanda ad un noto aforisma di Paul Gauguin: "Il colore! Che linguaggio profondo e misterioso.... è il linguaggio dei sogni". Ivano Chiavarino si definisce "Costruttore di Poesie" e sia attraverso il verbo pittorico che la dimensione poetica crea una forza gestuale che supera ogni luogo intrinseco per dirigersi verso un sentiero indefinito, aldilà di ogni coscienza empirica. 

 Ecco alcune foto dell'inaugurazione













                                             Con l'artista Ivano Chiavarino e Antonio Celano








                                                 Con Ivano Chiavarino e Sergio Giacone 



















Alcuni attimi della presentazione 

























                                                               Girarte , opere donate a Ivi71






































                                                      Con la dott.ssa Monica Castagnotto 






                                               Ivano Chiavarino e la sua splendida emozione