martedì 30 gennaio 2024

Tra tocchi iconici informali

 I Cicli emozionali di Francesco Galifi


a cura di Silvia Ferrara


Un ciclo oceanico fa parte delle opere d'arte di Francesco Galifi, artista poliedrico, autore di circa 200 opere: il protagonista assoluto è il vento che spazza via inutili interpretazioni per lasciar emergere solo alcune sue emozioni. Proprio tali emozioni e un perpetuo gioco di colori dinamici rendono Galifi una stella del mondo pittorico: l'anzidetto gioco di colori appare con grande spontaneità e gioia. 

Vorrei aver Fotografato Francesco mentre dipingeva, sono certa che sarebbe emersa la sua grande estetica onirica,dove l'informale domina sulla dimensione del definito, ove la luce e l'ombra pare dialoghino assieme senza necessitare dei contorni. 

Le tematiche rivisitate dall'artista costituiscono un'intensa miscellanea ove il formale e l'informale si fondono per creare una sorta di estasi pittorica dove i colori e in particolare il blu di Yves Klein appare con forza e preponderanza.

Nell'atto creativo di Galifi non si ha uno scopo preciso , si proclama secondo le espressioni vissute in quel momento; ogni opera tende ad un atto poetico, inteso come elevazione del pensiero intenso, con una ratio esplicativa del sentimento. Galifi dona visioni di sogno componendo un confronto tra lui e il mondo: il suo processo evolutivo si dona con grande gratuità e in diverse sfaccettature. I colori costituiscono una chiave che apre i cancelli del suo universo pittorico di fronte ai nostri occhi: gli accostamenti cromatici rispondono ad una chiara esigenza comunicativa: ogni tonalità è come se urgesse di uscire allo scoperto. 

Nascono metamorfosi di un'esperienza nuova risvegliata che si chiama tela. Sussistono delle opere ove emerge una sorta di fine di ciclo vitale e dove ogni gesto quotidiano lascia spazio al riposo: l'Uomo così placa il proprio animo per ritrovare attimi di pace. 

In molte opere di Galifi sussiste l'intuizione di lasciare libertà di interpretazione allo spettatore: come accennato il mondo informale domina sulla dimensione del definito ove il buio e la luce dialogano assieme. L'artista manipola la dimensione spazio-temporale e sembra voler creare delle istantanee dove il tutto si fonde con una creatività infinita, ove le sue mani giungono al sublime con una forma di schiettezza raffinata. 

L'opera dal titolo "Quetzacoatl"mi ha colpito nel profondo fin dalla prima volta che l'ho vista: ad una prima occhiata sembrava lievemente oscurata, ma si avvertiva la presenza di una vividezza che appariva molto forte, come una gigantesca nube blu carica di energia, scuoteva un luogo in burrasca e una dimensione livida attraversata da un veloce temporale. Le sensazioni sono molte e una volta svegliati da tali emozioni, lo sguardo viene catturato da molti particolari, da tocchi di luce che scendono dal cielo come fossero fiammelle di sole, o comunque di un giallo prezioso come l'oro. 

Aldilà di questa visione alquanto insolita, quetzalcoatl è il nome azteco del dio serpente piumato dell'antica Mesoamerica, fra le divinità per molte civiltà messicane e centroamericane. 

Viene venerato come dio del vento, di Venere, dell'alba, dei mercanti, dei mestieri, delle arti, della conoscenza; ha numerose manifestazione ma assume spesso le sembianze dello spirito del vento. 

Il medesimo Francesco Galifi, pone qualche cenno su tale opere evidenziando come il suo nome significhi serpente piumato, il quetzacoatl azteco corrisponde al kukulkan dei Maya. E' una figura che ricorre in molte culture ma la sua funzione è la stessa, Dei alieni utilizzano il loro genoma mescolandolo a quello degli ominidi degli animali creando prima sottoposti e poi conferendo loro ruoli di comando. (da un testo di Z.Sitchin). 

Ponendo qualche cenno biografico di Francesco Galifi, ricordo che ha partecipato a varie esposizioni e fra queste una personale nel 2008 presso Mortara (Pv), alcune collettive nel 2014 e fra queste Arte Bologna e Torre Branca a Milano. Fra le più recenti, nel 2023 è presente sul sito art-shop gestito dal gallerista Mario Mazzoleni e realizza uno stendardo per il palio della Santa Croce di Mortara (Pv) sempre nel 2023. 





                                             Quetzacoatl
                                             cm 100x100, acrilici e marker su tela

martedì 7 novembre 2023

Un'importante visione interiore

 Una singolare profondità di sentimenti 


a cura di Silvia Ferrara


Dialogando con Emanuela Lo Presti si avverte subito la profondità di sentimenti che l'artista cerca di inserire in ogni suo quadro: lei stessa si definisce visionaria ovvero da una sorta di visione interiore  ecco l'incipit dell'opera e non solo. Emergono simboli molto importanti per lei che racchiudono il quadro in sè. 

Ho potuto con onore e fortuna seguire il percorso di Emanuela ed ho seguito la sua emancipazione da vari schemi tecnici per immergersi in un processo di vivificazione coloristica espressiva. 

Dunque tale processo ha subito vari aspetti ovvero l'anzidetta vivificazione dei colori, la lucentezza e la trasparenza dei suoi tocchi: i soggetti scelti e dipinti con dovizia di particolari richiamano il mare, il regno cetaceo e affermo senza dubbio che i suoi colori sono ancorati alle caratteristiche di un informale piuttosto materico. 

S'intravede in ogni sua opera un tocco spirituale che naviga in un orizzonte di luce. Ogni lavoro di Emanuela Lo Presti richiama un'ipotetica narrazione di viaggi ove appaiono deliziose gocce di memoria e figurazioni frammentate coloratissime. Il colore acquista un valore talmente importante da essere definito iconografico ove sussiste una perpetua ricerca che rimanda a spazi e luoghi metafisici. 

Quando si parla di artista visionaria si tende a confondersi con la soggettivizzazione di esteriorità poetiche, future; invece ciò che ricerca Emanuela Lo Presti è il sè hinc et nunc (qui e ora): un sè che non richiama alla mente uno schema mentale esteriore ma un progetto presente in quell'attimo. La sua attività si orienta anche verso una ricerca a tratti filologica che rimanda ad epoche passate; partendo da quel punto giunge al qui e ora. Tale concetto non rimane fine a sè anzi crea una sostanza meditata che oltrepassa una porta immaginaria: dopo tale passaggio di cromatismi ci si avvicina alla realtà, come se la densità dei colori fosse uno strumento per avvicinarsi alla luce, all'Energia. 

Nell'ultimo periodo Emanuela Lo Presti sta ponendo l'attenzione su un aspetto più olistico e spirituale; sta creando seminari  esperienziali in cui, partendo da una meditazione, si arriva a far emergere ciò che vuole essere dipinto . Ciò si ricollega all'hinc et nunc anzidetto, una sorta di raggiungimento di un contatto tra il visibile e l'invisibile. Una famosa citazione dice: " Quando un numero sufficiente di persone sarà nel flusso dell'evoluzione , trasmettendo sempre energia agli altri, creeremo una nuova cultura, in cui i nostri corpi vibreranno a livelli sempre più elevati di energia e percezione (A-Einstein). 

Emanuela Lo Presti è in continuo fermento e sta partecipando ad alcuni festival e fiere olistiche e in queste giornate espone le sue collezioni, raffiguranti il regno dei cetacei e l'Energia Cosmica creatrice: inoltre propone la sua arte oracolare e trattamenti di riequilibrio energetico con il suono. Tutto ciò rivela l'intensità della sua Essenza. Quanto ancora ci stupirà?




sabato 23 settembre 2023

Un singolare mondo pittorico

 La spazialità cosmica di Roberto Pino


a cura di Silvia Ferrara


Un paio di anni fa, ho presenziato ad un evento a Villa Willy (residenza padronale di Perosa Argentina), la splendida esposizione artistica di Roberto Pino; il percorso compiuto dal pittore si è rivelato colmo di originalità e creatività. In quell'occasione ho infatti accennato ad un Io Creato. 

Durante la sua produzione artistica c'è stata una perpetua estrosità che ha condotto Roberto verso uno spazialismo in connubio con una formalità cosmica. Ogni opera ha donato in tale occasione al fruitore la possibilità di creare una sorta di rielaborazione intensa e visiva e proprio da tale processo nascono emozioni e pensieri divenuti segni e materia. 

Il cammino pittorico ha condotto Roberto Pino in una dimensione dualistica ove il realistico e l'espressionismo informale esplodono con forza: la sua poetica artistica si estende nell'incantevole paesaggio della Sicilia. Il 9 settembre si è inaugurata la sua personale intitolata "La mia Sicilia":le opere sono state esposte presso la Panetteria Galbiata di Perosa Argentina; ogni quadro , cominciando proprio da quello in greco antico Sikelìa  rappresenta il riflesso di una scatola immaginaria colma di emozioni, riflessi vitali, amori. Nel corso degli anni Roberto ha realizzato intense opere dedicate alla Sicilia rievocando le molte emozioni che il luogo gli ha sempre donato. 

Tra esse desidero porre in evidenza Sotto il vulcano un quadro che fa risaltare l'importanza del medesimo vulcano, ritratto degli abitanti; si intravedono sinestesie cromatiche molto singolari create da microsfere coloristiche che fanno fluire un rosso acceso, simbolico. Il messaggio dell'opera richiama anche una sorta di sicilianità dell'artista che conferma di considerare il quadro come un autoritratto. 

L'espressionismo informale astratto di Roberto Pino dona una sorta di introspezione che compie il fruitore immergendosi in questi paesaggi splendidi: cito "Angonia" che in siciliano significa angolo e rimanda al punto di ponente in cui la spiaggia finisce in un 'unica baia e inizia "il capo di Milazzo", la zona più  naturalistica e balneabile. In questo lavoro si avverte un senso di libertà e un abbandono all'emozione che il gesto pittorico riceve nella sua danza, ogni oltre limitazione progettuale. 

La maggioranza di queste opere richiama composizioni talvolta contrastanti , che definisco serenità vertiginose: tale ossimoro descrive pienamente le peculiarità presenti in ogni singolo quadro e si può di certo affermare come il colore costituisca un canale importante attraverso il quale fluiscono i sentimenti e gli stati d'animo, allontanandosi dai tecnicismi dell'arte. 

Un'opera che ha richiamato in particolare la mia attenzione s'intitola Tindari , un lavoro che rimanda ad una meravigliosa località della Sicilia procedendo in direzione di Palermo, prima di Patti: c'è un aforisma da me scritto che rievoca questo quadro "Non nascono fiori così belli e profumati da lasciare estasiati come la vista di un colore, tenue o vivace che sia ". L'opera Tindari è una delle più colme di elasticità creativa e ricorda un panorama composto dalla campagna con gli uliveti, il blu del mare e l'azzurro del cielo: il luogo è rinomato per il Santuario dedicato ad una Madonna Nera che si narra sia stata ritrovata nella spiaggia sottostante al promontorio. C'è poi in direzione ovest del santuario il sito archeologico di cui il teatro è la parte più pregiata. 



Una profonda aura onirica è presente nell'opera intitolata "Quando nasce un amore", un quadro non presente alla mostra personale di Pino ma è una delle ultime raffigurazioni create in Sicilia : come accenna il titolo del quadro, la tematica è dedicata alla nascita di un amore e proprio tra i tocchi coloristici presenti nel cuore, sussiste un intenso processo di vettorializzazione del colore, impartita dall'estro artistico di Roberto Pino. 

E' presente inoltre un atto fortemente esplosivo ed emozionante che coniuga alcuni tratti figurativi con un'imponente elevazione euclidea ; tale composizione è colma di metamorfosi, di certo narra di un sentimento, ma si allontana dalla pesantezza della materialità per dirigersi verso una leggerezza espressiva. 

E proprio in questo passaggio di abbandono ecco emergere una sorta di attività spirituale, considerata come una ricerca di equilibrio tra forme euclidee eteree e l'intensità del colore; ho notato inoltre che il colore giallo è utilizzato di frequente nelle sue opere e in particolare in questa la sua sfumatura evidenzia l'amore, l'energia, la speranza. Oltre all'importanza del colore e dell'amore, si può intravedere la ricerca del Pop surrealismo sempre considerato seguendo l'espressionismo. 


Desidero a tal punto dedicare alcune frasi poetiche a Quando nasce un amore 



Guardo avanti a me questa rosa di sale,

avverto la sua energia 

e sento in me l'amore profondo 

segretamente tra il cuore e l'animo. 


Dentro quel cuore ecco fiorire il giallo, 

nascosto come fosse una luce di fiori,

recondita,

pregiata.


Il mio amore nasce spontaneamente,

con forza, 

senza problemi nè orgoglio,

nasce il mio amore perchè altrimenti non so amare. 


Ho bisogno di quell'amore pieno di sguardi

pieno di parole,

di sogni che abitino i fiori, 

di una magia che mormora all'orecchio

emozioni e colori nuovi.



Ho bisogno di un amore che sia in me

come quando nasce un bambino. 



Ecco alcuni scatti della mostra e dell'opera Quando nasce un amore 












































martedì 11 luglio 2023

L'anima a colori di Francesca Gabriele

 Un intenso richiamo musicale 


Silvia Ferrara


Le campiture coloristiche continuano a caratterizzare il percorso artistico di Francesca Gabriele, una pittrice immersa nei suoi molti colori: una citazione del famoso Wassily Kandisky rimanda ai molti sentimenti dell'artista "Mi sembrava che l'anima viva dei colori emettesse un richiamo musicale, quando l'inflessibile volontà del pennello strappava loro una parte di vita ". Dunque proprio il mondo coloristico nelle opere di Francesca Gabriele, possiede una singolare autonomia che richiama un'eclettica modernità informale dalla quale captare molte emozioni contrastanti.

Un'intensa energia iconica affiora dalle sue forme pittoriche più recenti ove sembra nascere una sorta di fiamma alchemica colma di un principio singolare e universale.

Il percorso pittorico di Francesca Gabriele è molto ricco di partecipazioni importanti e tra queste desidero citare le ultime: nell'Aprile '21 viene inserita nel prestigioso catalogo "L'Arte in quarantena"con il contributo del dottor Salvo Nugnes curatore e organizzatore di grandi eventi, Francesco Alberoni sociologo di fama internazionale e con la presentazione di Paolo Liguori direttore del tgcom 24; la pittrice ha partecipato a molte mostre collettive e tra queste una di pittrici contemporanee presso il Museo Casa del Conte Verde di Rivoli. Inoltre ha esposto periodicamente alla Galleria La Conchiglia di Torino. Le mostre dell'artista sono veramente molte ma ciò che emerge è come dopo aver sperimentato l'arte del decoupage, pittura su vetro, si sia dedicata alla pittura informale-astratta ponendo in risalto una frase in cui si rispecchia: "E'il sentir che vien fuori".

Il mondo interiore di Francesca Gabriele è complesso e rievoca un gesto informale diretto che non dà grande importanza alla forma ma al tocco cromatico che si dirige verso il visibile. I giochi di colore in particolare di alcuni quadri compongono una concezione tridimensionale e spaziale diretta verso un'energia atmosferica colma di calore. 

In una delle nostre chiaccherate Francesca Gabriele ha sottolineato come la sua arte costituisca una viaggio tra le emozioni: attraverso il suo mondo informale Francesca pone alcune dinamiche di interiorizzazione che procedono verso l'esterno con iconici atti creativi. Dunque lo stato d'animo emerge con forza in ogni suo dipinto e ciò che contraddistingue la sua produzione più recente è la presenza di tocchi simbolici, che delineano un percorso espressivo e post moderno. 

Non c'è un reale rifiuto del soggettivismo anzi proprio attraverso una gamma coloristica importante, nascono alcuni soggetti in bilico tra il formale e l'informale che si nascondono proprio un pò nel colore: ciò che l'artista continua a ricercare è l'anima e l'essenza delle singole cose. Sono molti dunque gli aspetti che caratterizzano le sue opere, non solo l'elemento cromatico, ma la ricerca sapiente del formale e dell'informale; tutto ciò pone in risalto come Francesca Gabriele abbia creato durante questi anni e le varie esposizioni alle quali ha partecipato con successo, un personale cammino stilistico, autonomo e altamente espressivo.  


A tal proposito desidero dedicare alcuni versi di poesia alla seguente opera "La Danza"


Amo il colore 


di Silvia Ferrara



Amo il colore,

lo avverto nel lento divenire dello sguardo,

guardo ogni sfumatura

e mi soffermo sulla beatitudine di ogni tocco. 


Una natura selvaggia è lì davanti a me,

distese si pennellate armoniose si rincorrono 

ed io avverto solo amore, abbondanza, 

un fluire costante che arriva in me. 




Amo il colore, 

è diretto, non fugge mai, 

ed il mio cuore è avvolto da mille fantasie,

il suo avvolgermi abolisce ogni mia paura.



Li amo tutti i Colori,

sono la parte più intima della mia anima

ma anche un tempo di anelito lontano,

vitale, inatteso.


C'è poi un colore che mi emoziona,

che diventa la spiegazione sovrana 

del mio più intimo profondo.

Sì, sei proprio tu, color giallo

che predica la forza e impotenza del corpo

ma eleva la mia anima nella Danza. 




                                             La Danza

                                             cm 40x40, acrilico su tela 

martedì 9 maggio 2023

Uno straordinario tocco coloristico

 La dimensione concettuale e informale di Ivano Chiavarino 


Silvia Ferrara


Nell'arte di Ivano Chiavarino (in arte Ivi'71)sussiste un'architettura strutturale che viene applicata attraverso un processo di frammentazione coloristica dando sempre risalto ai materiali essenziali, spesso di recupero

Il tocco coloristico rappresenta un raffinato esercizio dell'animo , di simultaneità di immagine e pensiero. 

Ivano Chiavarino è nativo di Corneliano d'Alba (in provincia di Cuneo) , e ha tratto spunto dall'estro di suo papà che costruiva e dipingeva sgabelli di legno: dal 2020 Ivano inizia anche lui quel percorso fatto di estro e creatività. Quando l'artista racconta di sè, lo fa con grande semplicità ponendo proprio in evidenza come ci sia un allontanamento dal mondo realistico per immergersi in uno spazialismo informale e astratto. 

Le Immagini che nascono di derivazione informale pongono in essere una sorta di revisione concettuale delle singole opere, creando un linguaggio molto originale e costruttivo. 

Alcune opere più recenti costituiscono una sorta di esplorazione universale, superando confini spazio-temporali , esponendosi a varietà di immagini suggestive. L'artista in alcuni quadri, in particolare in quelli più recenti, pone in risalto una forte padronanza della tecnica che crea una singolare struttura in bilico tra armonie e ritmi: i suoi lavori, come anzidetto sono costruiti nella materia di supporti di recupero sui quali c'è l'apporto di un'intensa griglia cromatica. 

La narrazione pittorica che nasce è generatrice di una storia rigorosa e bella; sussiste inoltre il desiderio di Chiavarino di esprimersi solo apparentemente in una composizione pittorica immediata, oltre c'è molto di più ovvero il pubblico si dirige verso un linguaggio pittorico legato in parte ad una sorta di costruttivismo , un mondo segnico più elaborato. Gli schemi compositivi non sono mai definiti, anzi ciò che si enuncia è la volontà di vivere il presente senza mai voltarsi indietro, anzi dare uno sguardo al futuro. 

Un simbolico spazio pluricromatrico lo s'intravede nell'opera dal titolo "Wow" , un quadro molto apprezzato dal pubblico. Nel dipinto sono raffigurati una serie di petali di Fiori e in ognuno di essi è presente una sorta di costrutto segnico e visivo di apparenza quasi tridimensionale ove le linee e i tratti curvi sono costituiti da linee tondeggianti e colorate. 


Alcuni versi di poesia dedicati all'opera 


Wow...che meraviglia


Silvia Ferrara


Rimango a guardare quei petali con stupore. 

Alcuni cadono,

altri brillano,

ma perchè mai così singolari?


Un giorno un albero si è avvicinato

e mi ha sussurrato che siamo fatti di sogni,

un'onda mi ha detto che abbiamo nel cuore i viaggi,

un bimbo che abbiamo nel cuore la meraviglia. 


Osservo i mille colori di ogni singolo petalo,

qualcuno cade,

altri rimangono lì, appesi, 

come fosse una magia.





Se si guardano con attenzione i colori 

si ode una musica

simbolo di una giovane meraviglia.

Il nostro cuore dove si dirige?


Si, si commuove

ascolta ogni singolo battito,

ode l'immenso profumo di quei fiori

e dice: "Wow...che meraviglia"





                                  Wow

                                   cm 30x35, acrilici su multistrato



martedì 28 marzo 2023

Tra i colori di Rita Carlini

 I pittogrammi d'amore di Rita Carlini


Silvia Ferrara


Nei dipinti iconici di Rita Carlini è presente con forza una fisicità dualistica in bilico tra spiccato realismo e sogno; nei soggetti in prevalenza femminili coabitano sentimenti contrastanti ma rimane sempre in evidenza un catartico mondo interiore. 

La perentorietà delle sue icone dona al fruitore il desiderio di intravedere nuovi e singolari itinerari che conducono a una dimensione universale. Così nelle opere dell'artista non c'è una semplice rappresentazione figurativa ma un incipit riproduttore delle forme di vita: asserisco ciò perchè proprio da ciascun progetto pittorico nasce un luogo interiore generatore di vita. 

Rita Carlini è una pittrice che "adottando il mondo dell'acquarello, conferisce ai suoi lavori la leggerezza della velina e la pregnanza delle più forti confessioni dello spirito. L'artista, (per quanto offra un repertorio vario) è soprattutto attraverso la pittura sensuale che sa scegliere luci e forme che se per un verbo hanno la scioltezza e l'innocenza del fumetto, per altro rivelano una forza capace di trapassare il segno del tratto". Un dettagliato commento critico del prof Mario Dalmasso racconta la singolare energia della Carlini ponendo ulteriormente in risalto come le sue immagini siano in un continuo divenire , in attesa di una perpetua forza rinnovatrice.

Nelle sue opere più recenti si può notare come la tecnica delicata dell'acquarello e dell'inchiostro donino alle forme sinuose due aspetti importanti, un'intensa delicatezza e un'immediatezza fulminea derivanti dal suo animo interiore. 

Ho potuto intravedere in un'opera appartenente alla serie Romance Comics come sia presente nell'amore di questi giovani una sorta di pittogramma orientale simbolico che crea un ponte culturale tra l'occidente e l'oriente: l'amore viene considerato universale , e Rita Carlini crea attraverso questo sentore artistico, punti di contatto derivanti da varie parti del mondo. La serie Romance Comics richiama un genere di fumetti americani pubblicato tra il 1947 e il 1977: sono fumetti che si ispiravano all'amore romantico, forte e intimo e le complicazioni come gelosia, matrimonio, divorzio e tradimento. 


Cenni poetici dedicati all'opera: 



Pittogrammi d'Amore


Non ti cerco come fossi una preziosa rosa di sale,

o un topazio che propaga ardore e fuoco. 

Avverto il respiro come si brama per sentimenti intensi

in bilico tra l'ombra e il cuore. 


Ti amo come una pianta che non dona subito il suo fiore

ma trattiene dentro di sè una luce fulgida, iconica.

Grazie al tuo  pulpito vive nel mio cuore

il profumo che ascese dalla ardente terra. 


Mi avvicino a te, cerco bramosamente un tuo bacio,

avverto il tuo delicato respiro,

sono così vicino a te che i tuoi occhi

si addormentano nel mio sonno. 


Mille paure avvolgono il nostro amore,

a volte cedo e lascio andare il mio cuore.

Tutto scoppia: gelosia, indifferenza, litigi,

la gemma cade ma alla fine fiorisce. 


Se tu mi guardassi,

se potessi udire il mio sguardo, 

se tu avvertissi che i miei occhi ti amano profondamente

non mi condurresti in questo Pittogramma d'Amore. 




Romance Comics n. 5 Aprile 2020 Liquid watercolour and permanent ink

giovedì 23 febbraio 2023

Il Nuovo respiro di Emily

 Il luogo infinito di Emily (Emiliana Pista)


Silvia Ferrara


Una nota citazione dello scrittore Mark Twain racchiude l'immenso mondo artistico della raffinata Emily (Emiliana Pista):"Tra molti anni non sarete delusi dalle cose che avete fatto ma da quelle che non avete fatto. Allora levate l'ancora, abbandonate i porti sicuri, catturate il vento nelle vostre vele. Esplorate, sognate, scoprite". 

Un intenso respiro solenne e onirico si avverte nelle opere della pittrice e si evidenzia come in ogni singolo tocco sia presente un incipit rigeneratore vivace ed estroso: da qui nascono forme principalmente figurative che appropriandosi di soggetti elaborati ed intimi, creano un percorso sì cerebrale ma che a contatto con il colore diventa sentimentale. 

Il processo creativo di Emiliana Pista non è mai statico e attraverso scorci di natura, di città, di figurazioni floreali, si avverte una simbolica evoluzione dualistica in bilico tra sogno e realtà. In ogni quadro si ritrova un duplice significato tendente ora verso il realismo e ora verso l'immaginazione: non solo, sono presenti riflessioni cromatiche visive che pongono in risalto una dimensione figurativa spaziale e contemporanea, tridimensionale e quanto mai attuale. 

In particolare negli scorci di paesaggio compaiono cambi direzionali, nuove visioni che racchiudono la bellezza e consapevolezza dell'infinito,lasciando però una sensazione di incompleto. 

Emiliana Pista nasce a Bacau, in Romania;trascorre i suoi primi 28 anni a Gabeni, una frazione di Bacau. Dopo aver frequentato il Liceo della lavorazione del Legno, si dedica dapprima ad avere una bella famiglia rumorosa (avrà infatti 4 figli) e poi avvera il suo secondo sogno, dipingere. L'Immaginazione diventa la sua guida migliore e da quel momento nasce un nuovo e splendido capitolo che s'intitola "Emily" : questa donna meravigliosa non ha paura di esprimere i suoi desideri ed emozioni, i sogni così vengono raffigurati su tela. 

Nelle opere più recenti nascono pennellate colme di passione, che richiamano un pò il gesto sibillino poetico del famoso Ungaretti. Il pubblico è rapito da ogni suo tocco e in questo realismo sognante s'immerge a tratti senza prendere fiato, con un'emozione infinita, a tratti immortale. Per vivere pienamente un suo quadro occorre avvicinarsi e chiudere gli occhi: da quel momento viverlo ascoltando il vento che soffia, gli animali che corrono, il profumo dei fiori, la voce sussurrante degli Dei. 



L'Universo primordiale dell'Uomo


Cenni poetici dedicati all'opera "Misteriosa"


Silvia Ferrara



Nel mio cuore ecco nascere 

il Desiderio primordiale dell'Uomo ,

l'Universo è infinito

e il mio sguardo è verso di lui. 


Miro in cielo oltre quelle mura,

sento una brezza fresca

e mi domando 

cosa fa l'aria infinita 

e dove mi conduce l'idea che non so?



Ogni particolare della Casa tuona con forza,

mi stravolge con un respiro,

desidero un senso di libertà, 

e avverto nell'infinito 

la mia anima che contempla il mondo. 

Mi tuffo nello sguardo dei miei occhi

talvolta triste.

Abbraccio quell'immagine 

e mi dirigo oltre 

ove il cuore mio si distrae 

e batte al fragor di quel canto indomabile. 



Non chiedo troppo, 

solo avvolgermi in un bozzolo 

e stravolgere la realtà con un Urlo,

discendere dalle valli della Montagna

e respirare aria nuova.



Scorgo improvvisamente un mattino che è più mio,

vivo la certezza 

di un'alba che risale dal cuore 

e si gira verso l'Infinito. 




                                                 Misteriosa

                                 olio su tela, cm 70x50