martedì 30 gennaio 2024

Tra tocchi iconici informali

 I Cicli emozionali di Francesco Galifi


a cura di Silvia Ferrara


Un ciclo oceanico fa parte delle opere d'arte di Francesco Galifi, artista poliedrico, autore di circa 200 opere: il protagonista assoluto è il vento che spazza via inutili interpretazioni per lasciar emergere solo alcune sue emozioni. Proprio tali emozioni e un perpetuo gioco di colori dinamici rendono Galifi una stella del mondo pittorico: l'anzidetto gioco di colori appare con grande spontaneità e gioia. 

Vorrei aver Fotografato Francesco mentre dipingeva, sono certa che sarebbe emersa la sua grande estetica onirica,dove l'informale domina sulla dimensione del definito, ove la luce e l'ombra pare dialoghino assieme senza necessitare dei contorni. 

Le tematiche rivisitate dall'artista costituiscono un'intensa miscellanea ove il formale e l'informale si fondono per creare una sorta di estasi pittorica dove i colori e in particolare il blu di Yves Klein appare con forza e preponderanza.

Nell'atto creativo di Galifi non si ha uno scopo preciso , si proclama secondo le espressioni vissute in quel momento; ogni opera tende ad un atto poetico, inteso come elevazione del pensiero intenso, con una ratio esplicativa del sentimento. Galifi dona visioni di sogno componendo un confronto tra lui e il mondo: il suo processo evolutivo si dona con grande gratuità e in diverse sfaccettature. I colori costituiscono una chiave che apre i cancelli del suo universo pittorico di fronte ai nostri occhi: gli accostamenti cromatici rispondono ad una chiara esigenza comunicativa: ogni tonalità è come se urgesse di uscire allo scoperto. 

Nascono metamorfosi di un'esperienza nuova risvegliata che si chiama tela. Sussistono delle opere ove emerge una sorta di fine di ciclo vitale e dove ogni gesto quotidiano lascia spazio al riposo: l'Uomo così placa il proprio animo per ritrovare attimi di pace. 

In molte opere di Galifi sussiste l'intuizione di lasciare libertà di interpretazione allo spettatore: come accennato il mondo informale domina sulla dimensione del definito ove il buio e la luce dialogano assieme. L'artista manipola la dimensione spazio-temporale e sembra voler creare delle istantanee dove il tutto si fonde con una creatività infinita, ove le sue mani giungono al sublime con una forma di schiettezza raffinata. 

L'opera dal titolo "Quetzacoatl"mi ha colpito nel profondo fin dalla prima volta che l'ho vista: ad una prima occhiata sembrava lievemente oscurata, ma si avvertiva la presenza di una vividezza che appariva molto forte, come una gigantesca nube blu carica di energia, scuoteva un luogo in burrasca e una dimensione livida attraversata da un veloce temporale. Le sensazioni sono molte e una volta svegliati da tali emozioni, lo sguardo viene catturato da molti particolari, da tocchi di luce che scendono dal cielo come fossero fiammelle di sole, o comunque di un giallo prezioso come l'oro. 

Aldilà di questa visione alquanto insolita, quetzalcoatl è il nome azteco del dio serpente piumato dell'antica Mesoamerica, fra le divinità per molte civiltà messicane e centroamericane. 

Viene venerato come dio del vento, di Venere, dell'alba, dei mercanti, dei mestieri, delle arti, della conoscenza; ha numerose manifestazione ma assume spesso le sembianze dello spirito del vento. 

Il medesimo Francesco Galifi, pone qualche cenno su tale opere evidenziando come il suo nome significhi serpente piumato, il quetzacoatl azteco corrisponde al kukulkan dei Maya. E' una figura che ricorre in molte culture ma la sua funzione è la stessa, Dei alieni utilizzano il loro genoma mescolandolo a quello degli ominidi degli animali creando prima sottoposti e poi conferendo loro ruoli di comando. (da un testo di Z.Sitchin). 

Ponendo qualche cenno biografico di Francesco Galifi, ricordo che ha partecipato a varie esposizioni e fra queste una personale nel 2008 presso Mortara (Pv), alcune collettive nel 2014 e fra queste Arte Bologna e Torre Branca a Milano. Fra le più recenti, nel 2023 è presente sul sito art-shop gestito dal gallerista Mario Mazzoleni e realizza uno stendardo per il palio della Santa Croce di Mortara (Pv) sempre nel 2023. 





                                             Quetzacoatl
                                             cm 100x100, acrilici e marker su tela

Nessun commento:

Posta un commento