mercoledì 15 luglio 2020

L'infinito "mutevole" di Francesca Gabriele


a cura di
Silvia Ferrara


Una citazione di un famoso giornalista e scrittore britannico, Walter Bagehot a mio parere descrive uno dei molti aspetti che caratterizzano la brava Francesca Gabriele: “Uno dei grandi aspetti della natura umana è la bellezza di un’idea Nuova”. Questo è un importante quid che contraddistingue la pittrice Francesca Gabriele e pone in risalto come il suo cammino artistico abbia creato recentemente la ricerca di un’ “aura singolare e dorata”, colma di solari tavolozze cromatiche.
Nel corso degli anni e delle sue esperienze artistiche, Francesca Gabriele ha espresso il desiderio di un’intensa libertà pittorica in bilico tra soggetti più figurativi e un mondo più astratto.
In un percorso più recente, ciò che Francesca ha desiderato porre in risalto è un’immagine che richiama una forte Spiritualità Intellettuale che può ricordare un primordiale Braque. Secondo me c’è un’opera di Braque dal titolo “Quotidien, violino e pipa” del 1913 che potrebbe avvicinarsi un po’ all’arte di Francesca Gabriele, non per la scelta dei soggetti ma per la comune ricerca di una dimensione ove il proprio “io”è Libero e si proietta in una sorta di emancipazione da una composizione precostituita, verso un’orbita immateriale.
Un aspetto sempre molto presente nelle preziose opere di Francesca Gabriele è la ricerca di un linguaggio coloristico importante ove ogni tocco è sapientemente creato ponendo in evidenza un’energia intensa e ritmica  che spianano e catturano anche un pubblico distratto. La sua sensibilità cromatica alterna delicatezza e forza e si dà una notevole importanza anche alla Luce che è presente in un tardivo Kandinsky.
In una delle sue ultime opere Francesca Gabriele sottolinea l’importanza dell’ “impatto visivo” coloristico che crea forme appena abbozzate ma infinitamente in evoluzione e mutevoli.




    
                                     Titolo: Fugaci Sentimenti, Misure:40x50, Acrilico su tela