giovedì 28 giugno 2018

Verso una pittura Alchemica


A cura di Silvia Ferrara

Avvicinandomi al mondo artistico di Fernanda Sacco ho avvertito la sensazione di immergermi in una dimensione che definisco “spirituale”; considero l’accezione del termine in modo molto più ampio e a tal proposito desidero porre una citazione di un noto sportivo e filantropo ovvero Muhammad Ali: “La spiritualità è riconoscere la luce divina che è dentro di noi. Essa non appartiene a nessuna religione, ma fa parte di tutti”.
Affermo con forza come sussista un intenso connubio tra tale allegoria e un “Figurativo-simbolico”, forte, connotato da una ricercata espressione suggestiva.
Nativa di Torino, città dove vive e lavora, Fernanda Sacco dopo la maturità tecnica, si iscrive con buoni esiti alla Facoltà di Economia e Commercio presso l’Università degli Studi di Torino che le rassicurerà un buon futuro lavorativo.  Ha frequentato con passione studi di famosi pittori acquisendo particolari tecniche e tematiche creando però un percorso artistico personale che richiama la soavità della Natura.
Ritengo definire il  suo mondo artistico “Figurativo-simbolico”, in quanto la rappresentazione sublime di elementi figurativi paesaggistici, si alterna alla ricerca di una dimensione ove lo spazio e il tempo si allineano in un luogo interiore immaginario, lontano da inquietudini quotidiane.

Per conoscerla meglio, desidero porle alcune domande:

1: Ad un primo sguardo le sue opere sono apprezzate per la precisione con la quale sono eseguite, poi si va oltre e si nota uno scenario che dona al fruitore una sensazione di “benessere e positività”. Che tipo di racconto emotivo desidera comunicare?

R.: Da piccola ricordo che restavo incantata quando mi trovavo a contatto con la natura, tutto per me era ragione di stupore e di mistero.
Mi inventavo storie fantastiche ma, soprattutto provavo il desiderio di imprimere in maniera indelebile, in qualche modo, quello straordinario spettacolo … e allora disegnavo ciò che vedevo su tutti i fogli che riuscivo a trovare, per non parlare dei quaderni della  scuola elementare, letteralmente colmi di disegni.
Sono paesaggista, e il mio più grande desiderio era ed è riuscire a trasmettere la profonda serenità della natura, questo desiderio è cresciuto con me, fa parte di me, e se ci sono riuscita, significa che ho realizzato il sogno di donare energia serena e  gioia dipingendo quello che provo nel più profondo di me stessa.
Ho sempre pensato che l’arte, in tutte le sue manifestazioni, debba essere un veicolo di comunicazione dei nostri sentimenti, voglio dire che se osservo un dipinto, questo deve interessarmi, rasserenarmi, raccontarmi una storia che parli di luce, gioia, serenità; mi deve trasmettere emozioni positive, le stesse emozioni che si provano ammirando il mare, le montagne, i boschi.
E’ questo il racconto emotivo che desidero trasmettere.


2: La sua Ars Pittorica a mio parere si può paragonare all’Ars Poetica Oraziana perché ogni suo lavoro è poesia. Come commenta a tal riguardo?

R: E’ un gran complimento! L’Ars Pittorica Oraziana ha indicato il modello ideale dell’orientamento poetico, e il fatto di “raccontare” la realtà, infatti, non significa non poter creare, esprimere qualcosa di personale pur restando nella realtà.
In effetti pur riportando sulle mie tele ciò che osservo, dipingo il mio modo di vedere, ciò che la fantasia aggiunge alla realtà senza discostarmi troppo dal reale, in modo che non sia una mera imitazione, ma in modo che fantasia e realtà si fondano con armonia.

3: Talvolta in alcune sue opere si nota come si cerchi di allontanarsi da un’espressività creativa per giungere ad una “vorticosa meraviglia” che richiama anche l’occhio più distratto. Come nasce la sua arte così intimista?

R: Vivo ogni mio dipinto con una profonda emozione, è un “sentire” sulla mia pelle la vibrazione dei colori, è come se entrassi nella tela che sto dipingendo per farne parte, per rappresentare meglio ciò che desidero dipingere e quindi il soggetto diventa parte di me, è una sorta di alchimia che desidererei poter trasmettere a coloro che osservano i miei quadri.


4: Attraverso i suoi tocchi che definisco “spirituali”, si può notare un energico “ermetismo” alla ricerca di una decodificazione figurativa. Come definisce la sua arte?

R.: Concepisco l’Arte come vita, l’arte è tutto il creato, è tutto ciò che di più bello si possa immaginare. Nasce dal più profondo di noi stessi, permea tutto ciò che ci circonda.
Le opere d’arte dei Grandi del passato continuano a parlarci di una forza intramontabile, la straordinaria bellezza fissata sulle tele  continua a trasmetterci stupore e meraviglia.
La mia arte parte dal mio cuore, è ciò che provo, è parte della mia anima, è arte quando si ammira l’immensità del mare, quando si ascolta il suo respiro, il moto perpetuo delle sue onde… è arte ammirare lo spazio infinito che offrono le montagne, sentirsi a contatto con un’energia che va ben oltre la nostra comprensione, è arte la profondità del bosco con la vita che pulsa in mille piccole manifestazioni… la mia arte è tentare di trasmettere tutto questo, quindi è un sentire attraverso il segno,



5: Desidera accennarmi qualche novità riguardo al suo futuro artistico?

R: Nel periodo autunnale e precisamente in Ottobre si terrà la mia esposizione personale che ogni anno propongo presso la Sala del Zotto Mawa in Torino, ove i miei quadri riscuotono successo sia di critica che di pubblico. La Sala espositiva è molto luminosa e si presta per interessanti esposizioni personali. In futuro aderirò a iniziative dell’Associazione Orizzonti Contemporanei di Enzo Nasillo che durante l’anno propone eventi artistici coinvolgenti.


6: Predilige esposizioni collettive o personali?

R: Le mostre personali donano più visibilità all’artista anche se personalmente nel corso degli anni ho partecipato anche a molte collettive in quanto ho potuto notare come gli artisti attraverso queste ultime possano confrontarsi sia a livello personale che per ciò che concerne stili e tecniche differenti. Preferisco tuttavia le esposizioni personali. Mi piacerebbe anche esporre all’estero, me lo auspico in un futuro prossimo.


7: Se le parlo di pittura Alchemica come commenta a tal riguardo: ho notato in alcuni suoi quadri la presenza di particolari che richiamano istinti iconici  talvolta antichi che “attuano il proprio sé”. Se concorde come commenta?

R: Mi ha sempre affascinato la pittura Alchemica, inconsciamente inserisco tocchi assolutamenti indipendenti dalla mia volontà che derivano dall’anima in modo istintivo. Il percorso da me seguito è senza dubbio figurativo ma anche un po’ “magico” in quanto molto istintivo. Gli artisti che ho seguito come mentori alchemici sono molti e fra le varie opere desidero annoverare la “Venus” Botticelliana, simbolo del percorso di individuazione junghiano.


8: Le pongo una citazione di un’altra artista che a mio parere ha caratterizzato differenti percorsi pittorici, e se ha piacere le chiedo di commentare: “E’il sentir che viene fuori”, cosa mi dice a tal proposito?

R: Caratterizza la mia arte in genere, ciò che ho nell’animo si proietta direttamente sulla tela e il momento in cui nasce nel mio cuore l’opera è quello più emozionante.



9: Le cito un aforisma di Albert Einstein e vorrei che mi comunicasse un suo pensiero: “Lo studio e la ricerca della verità e della bellezza rappresentano una sfera di attività in cui è permesso di rimanere bambini per tutta la vita.” C’è una sensazione di Stupore nei suoi quadri.


R: C’è molto da scoprire nel nostro quotidiano, oltre che nelle mie opere, io traggo esempi da Madre Natura ove ogni angolo mi regala sensazioni di meraviglia. Cerco di mantenere e trasmettere al pubblico una sensazione di Stupore ponendo da parte ogni pensiero negativo e facendo risaltare un’intensa positività. Creo un Dialogo con il Creato, attimi per me indimenticabili.
                     Profondità marine - acrilico su tela cartonata 50 x 40 



                       Quando l'auto non c'era - olio su tela 70 x 60