lunedì 14 dicembre 2020

Alla ricerca di Emblematiche Energie

 L'emozione a colori


a cura di Silvia Ferrara


Una nota citazione di Cesare Pavese narra il rapporto intenso e passionale che sussiste tra Anna D'Alessandro e i Colori: "Ogni nuovo mattino, uscirò per le strade cercando i colori". Proprio attraverso la sua accurata ricerca cromatica nasce quella sensazione di stupore presente nelle sue opere. Tale essenza di stupore non solo c'è nella sua arte ma anche nel quotidiano, colmo di forza e positività. 

Proprio così, in particolare nella produzione artistica più recente è racchiusa una singolare "commistione" tra metafore esistenziali e rebus intellettuali che narrano la parte più recondita dell'animo. 

Ma perchè cito la parola rebus? E' considerata un pò incerta ma colma di mistero e interpretazione, in connubio perfetto con le opere più materiche di Anna D'Alessandro, scultoree. Avverto il suo cammino artistico in bilico tra il concettualismo empirico e la realtà. 

Ho avuto l'opportunità di recensire già alcuni anni fa l'arte della D'Alessandro ed è emersa la sua continua passione per i colori, e per i preziosi tocchi che richiamano il suo "mare sardo, i colori delle pietre e i cristalli". 

Così commenta l'artista: " Racconto le gioie, i pensieri, il mio mondo, il bene e il male, l'amore e l'odio, e dunque i moti dell'animo". 

Ha partecipato ad eventi di fama nazionale e internazionale. Nella produzione artistica più recente ho potuto ammirare con emozione interessanti sculture che narrano le sue più intense emozioni; sono maschere eseguite con grande maestria che richiamano la presenza di uno sguardo. Tali occhi compiono una sorta di estraniazione dall'opera medesima per rivivere in una nuova forma e contenuto. 

A tal proposito desidero ricordare una citazione dello studioso filosofo Michel Onfray :"Scolpire è arrestare l'energia per contemplarla, catturare la vitalità e nutrirsene.". Si può così notare come le opere di Anna D'Alessandro paiono giocare con emblematiche energie di una dimensione infinita. 


Opere di Anna D'Alessandro:






                                          "Pacha Mama" , Arte digitale, 2016





 
                   "Ombre del passato", tecnica mista, stucco, smalti                                     e acrilici, 2017

lunedì 9 novembre 2020

L'arte è custodita dall'animo

 Una ricerca metafisica continua


a cura di Silvia Ferrara



L'arte di Marco Raffaele offre al fruitore la possibilità di immergersi in un "simulacro" ove l'oggettivizzazione reale lascia spazio ad uno stato d'animo a tratti onirico. Così ogni sua opera rimanda da un lato ad un concetto legato ad una realtà epocale, dall'altra nascono stanze interiori che ricercano emozioni perdute. 

In particolare i lavori più recenti dell'artista narrano a mio parere uno "stato metafisico"in bilico tra una sapienza concettuale e un mondo più realistico. Prima di porre qualche cenno sull'opera intitolata "Flepper", desidero ricordare una citazione del famoso filosofo Max Scheler: "La fonte che alimenta ogni ricerca metafisica è la meraviglia che qualcosa in genere sia, anzichè essere nulla."

Talo stato di metafisica e a tratti l'esegesi di una sobrietà, sono particolarità che evocano una delle ultime opere di Marco Raffaele, intitolata "Flepper". Desidero richiamare tale sua opera perchè è molto significativa e  nella sua semplicità rimarca una complessità  emozionale nell'essenza.

 La realizzazione del lavoro concettuale rappresenta una sorta di viaggio dell'Essere che vuole uscire con forza allo scoperto: il materiale scelto, la vetroresina, pare rimarcare i sogni dell'artista, rafforzare il concetto di sigillo emozionale. 

Il passaggio dunque dallo stato liquido a quello solido pone in evidenza un"affermazione" del sogno, inteso come percorso diretto ad un immenso interiore. E'stato scelto il delfino come simbolo supremo di purezza e ricerca di un respiro dell'animo: si richiama anche una sorta di meditazione e ricerca di una quotidianità meno frenetica, magari con uno sguardo attento verso la Natura. 

Recentemente Marco Raffaele ha creato un'opera ancora più simbolica e fortemente iconica che ha segnato la storia dell'automobile, ovvero la riproduzione di una Fiat 500: tale vettura ha l'onore di essere stata "acquisita"dal Moma, ricordando così anche l'inizio del benessere economico. Quale sentimento ha spinto Marco Raffaele a creare un'opera così iconica? L'immagine sostanzialmente realistica è anch'essa legata al mondo onirico , in quanto attraverso la singolare tecnica, c'è il forte desiderio di solidificare un pensiero, creare così un luogo interiore ove sussiste una concreta felicità. 

L'artista desidera regalare la "meraviglia dell'animo"cercando così un allontanamento dal quotidiano alquanto incerto : l'espressività e profondità del soggetto è indubbia, e ricorda atmosfere rivelatrici di una narrazione poetica trasversale e serena. 


Opere in esposizione: 


    

                                                                 La Macchina del Tempo




                                                                             Flepper

venerdì 30 ottobre 2020

Oltre l'infinito


      Un'importante Rinascita interiore

a cura di Silvia Ferrara

Quando guardo le opere di Luana Gogna, -in arte Sissy-  e ponendo l'attenzione sul suo più recente periodo pittorico, la mia mente ricorda una nota citazione dello studioso e teologo Karl Barth: "Nessuno può tornare indietro e ricominciare da capo ma chiunque può andare avanti e decidere il finale". 
Ciò dunque che intravedo nelle sue opere più recenti è un'intensa Rinascita Interiore e il desiderio di un energico fluire di emozioni. Già alcuni anni fa ho avuto l'occasione e la fortuna di ospitare Sissy nel mio blog ed ho potuto constatare una sorta di "allontanamento" da convenzioni artistiche iconografiche alla ricerca di una personale ricerca interiore ed espressiva.
Luana Gogna (Sissy) nasce a Locarno in Svizzera: durante il suo percorso di vita avverte la mancanza di quel "quid" che fa esplodere il suo Io più recondito, e molto presto capirà quanto la pittura dia un senso al suo quotidiano. 
Dal 2012 Sissy inizia il cammino artistico creando opere che esprimono gioia, colore ed energia: dona al pubblico la possibilità di scoprire la tavolozza della sua anima, colma di solarità mediterranee ma talvolta anche di atmosfere più intime. 
Sissy ha partecipato ad eventi sia in ambito nazionale che internazionale riscuotendo un notevole successo e dopo una pausa dalla pittura per alcuni anni, ritorna a regalare al suo pubblico opere che vibrano armoniosamente in una dolce sinfonia. Un elemento sempre presente anche nei quadri più recenti è il Colore e il desiderio di farlo esplodere in ogni sua sfumatura rimanda ad un noto aforisma di Paul Gauguin: "Il colore! Che linguaggio profondo e misterioso.... è il linguaggio dei sogni". 
Il processo creativo di Sissy rimanda a dinamici tocchi di colore i quali richiamano un verbo singolare alla ricerca di un profondo stato emozionale; con l'aggiunta poi di ricercati materiali, la pittrice oltre a donare all'opera un senso di tridimensionalità, crea e lega forme che vagano in un luogo inesplorato. 

A tal punto desidero porle alcune domande: 

1: Sissy, preferisco chiamarla così, ho parlato nella parte dedicata alla sua arte più recente di una Rinascita volta a far apprezzare al pubblico un'arte differente, colma di infinito. Come commenta a tal proposito?

Sicuramente le esperienze personali di un artista portano i suoi lavori ad un’evoluzione, ad un cambiamento nella sua espressione.
In questi ultimi anni ho avuto una “battuta d’arresto” per quanto riguarda le mie creazioni a seguito di esperienze personali che hanno cambiato diverse mie percezioni del quotidiano e della vita in generale. Questo ha certamente inciso sui miei dipinti e sulle emozioni che essi trasmettono.
Come lei ben dice, si tratta di una Rinascita, sia personale che artistica, una voglia di andare sempre oltre, di toccare l’infinito con i pennelli, di abbattere le limitazioni che ci si auto impone. Chiaramente tutto ciò, quando espresso dal profondo dell’anima, esce dalla tela con intensità fino a far provare tali emozioni a chi ammira l’opera, non solo con gli occhi ma anche con lo spirito.

2: Vorrei commentasse questa frase del noto scrittore Caramagna : "Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco e attende che i bambini, attratti dalla sua luminosità, vengano a impregnarlo dei loro colori". Cosa ne pensa?

Ogni mattina il mondo è un foglio di carta bianco; ogni giorno è un nuovo primo giorno per poter ricominciare, per partire da zero. Trovo che questo sia un concetto meraviglioso che può donare veramente una grandissima forza, può donare speranza. In queste righe io intravvedo la capacità di creare la nostra vita, di creare il nostro futuro, indipendentemente dalla situazione in cui siamo, dal periodo che stiamo vivendo.
Proprio ora, nella difficile situazione che ci troviamo ad affrontare tutti noi, trovo sia molto importante questo concetto: affrontare ogni nuovo giorno con gioia, con luminosità, con ottimismo, senza lasciarsi rattristare, senza soccombere alle paure.
Proprio come un bambino che vede la magia ovunque, dobbiamo mettere NOI la magia nelle nostre giornate e questo è sinceramente ciò che io cerco di fare quando metto mano ai colori e ai pennelli: Creare qualcosa di gioioso e luminoso che possa far star bene le persone

3: Ho notato che nell'ultimo periodo la sua forza e creatività l'han condotta a dipingere opere polimateriche  che donano la singolare sensazione di sentirsi "dentro la scena", pur non  essendone consapevoli: come nasce questo microcosmo pittorico?

Principalmente tutto questo nasce in maniera inconsapevole e spontanea.
Credo che probabilmente questa sensazione possa nascere proprio per il fatto che quando dipingo sono sempre guidata dalle mie emozioni.
Dipingo guidata da un mio “Io profondo” che grida silenziosamente per potersi esprimere e sono fermamente convinta che qualsiasi opera (di qualsiasi artista) porti con se le energie con le quali è stato creato.
Per questo motivo amo esplorare me stessa mentre creo e lascio che sia la tela stessa, il dipinto, a guidarmi. Questo fa si che esista una sorta di dialogo tra me e il quadro, e che quindi questa energia, quest’ emozione venga percepita anche da chi lo guarda e lo “sente”

4: Ci sono poi alcune sue opere - e fra queste cito "Introspezione e pace"- ove c'è un lieve allontanamento dalle tradizioni pittoriche per rievocare un soffio generatore di vita futura. Intravede tale mia concezione?

Certamente! Guardare al futuro e creare un futuro colmo di serenità e gioia è importantissimo, ma ciò e reso possibile solo quando si arriva a guardare a fondo nel proprio “Io”, quando ci si mette a tu per tu con se stessi con totale sincerità e apertura.
Per questo quest’opera, a mio avviso, è così particolare ed in un certo  qual modo anche molto forte. Porta colui/colei che lo guarda a riflettere sull’importanza dell’auto analisi e sulla forza che la stessa può avere e dare. L’importanza di creare partendo dal Sé profondo.

5: C'è un'opera alla quale è in particolar modo legata e a tal proposito mi racconta se c'è una sorta di Nuova materialità?

Ho riflettuto a lungo a riguardo e sinceramente non sono in grado di scegliere una o alcune opere in particolare alle quali mi senta più legata.
Ognuna di esse è una parte della mia anima espressa su tela. 
Ognuna rappresenta un pezzo del mio cammino di vita.
Siccome sono fermamente convinta che tutto ciò che viviamo, che ci accade sia un tassello che ha contribuito a creare del meraviglioso mosaico che ci rappresenta , ogni mia opera è “un pezzetto di me”.
Ed io amo ogni aspetto di me, della  persona che sono e che la vita ha contribuito a creare.

Per quanto riguarda la materialità delle mie opere invece posso dire che inizialmente è stata inserita quasi per caso (anche se poi ho capito che il caso non esiste!), quasi per gioco.
Poi il tempo e la mia crescita interiore mi hanno fatto capire cosa mi avesse spinto a rendere le mie opere tridimensionali, cosa mi portasse a creare “fuori dai margini”.
Infatti reputo che un quadro che spazia in tutte le dimensioni sia la vera rappresentazione della vita; nulla è lineare, nulla è piatto.
Tutto ha una sua profondità e vive nel tempo e nello spazio, così come rappresentato in ogni mio lavoro. E siccome io stessa amo vivere “fuori dagli schemi” non potevo che “uscire dai margini”



6: Mi può anticipare a proposito della sua futura produzione pittorica?

Bella domanda!
Entrare nel dettaglio in proposito mi è abbastanza difficile in quanto 1000 sono le idee, i progetti che ho già vivi nella mente. Quello che le posso anticipare è che comunque si tratterà di opere di diverso genere (dame, alberi colmi di brillanti o nuovi soggetti) tutte pregne di nuova e vitale energia. Ognuna di esse vorrà essere un lavoro di crescita e introspezione per la sottoscritta, con l’intento di donare a chi guarderà intense e profonde emozioni, di far sempre più Vivere il quadro. Dipingerò la Nuova Me, rinata dopo le esperienze degli ultimi anni.



         Opere: 







Titolo: INTROSPEZIONE E PACE
Anno: 2019 - 2020
                           Esecuzione: Acrilico su tela con applicazioni materiche
Dimensioni: 40 x 120 cm



    




                                                  Titolo: BRINDISI AL FUTURO
                                                     Anno: 2020
                                               Esecuzione: Acrilico su tela con applicazioni materiche
                                                     Dimensioni: 50 x 75 cm

 





venerdì 18 settembre 2020

Una forza in bilico tra intensità e delicatezza

 


Il cerchio completo delle donne

 

A cura di Silvia Ferrara

 

 

Un noto scrittore, Fabrizio Caramagna, in alcuni suoi testi racconta le donne che nel loro mondo costitutiscono un “cerchio completo”: “Cadere, Rialzarsi, Riprovare, Andare avanti, le donne che ho conosciuto nella mia vita facevano tutto questo mentre sorridevano”. Il percorso artistico di Irene Manente richiama una pittura forbita , coinvolgente che si allontana da statiche realtà per immergersi in una sorta di “seconda anima”: la prima anima è composta da una trama ed un’energia pulsanti che compongono un ordito infinito.

Le donne raffigurate dalla brava pittrice sono dunque forti, e desiderano porre in risalto un luogo interiore ove la libertà è essenziale e il carattere esplode con grande passione.

Ricordando qualche cenno biografico, Irene Manente vive e lavora in provincia di Venezia ove nascono i quadri che con dolcezza definisce “piccole opere imperfette”: si laurea con ottimi voti all’Università Ca’ Foscari in Storia dell’Arte Contemporanea e dal 2000 è molto impegnata e appassionata nella ricerca storica in ambito artistico. Oltre ad evidenziare l’importanza e l’unicità della donna, la Manente sperimenta alcuni percorsi che ricordano come l’Arte possa diventare una fondamentale Cura. Mi riferisco dunque all’Arteterapia. Il desiderio della pittrice di avvicinarsi al mondo onirico e ai molti riferimenti riguardanti l’America Latina, le faranno approfondire alcune pittrici surrealiste.

Dal 2014 Irene Manente lavora al progetto che si intitola “Donne, Artiste in Viaggio”, ove sussiste un delizioso connubio tra la sua pittura e i racconti di donne un po’ cadute nell’oblìo. Tra le varie donne oggetto di studio desidero ricordare Maruja Mallo, una pittrice nativa di Viveiro in Spagna, rappresentante del movimento surrealista. Prima di porre alcune domande ad Irene Manente desidero ancora sottolineare come le donne da lei “raccontate” e dipinte con grande unicità e maestria gridino al mondo un proprio “universo visivo” ove ricerche storiche e filologiche si avvicinano all’indeterminatezza dell’arte. Il tutto avviene in un processo di continuo catarsi.

 

A tal punto le formulo alcune domande:

 

1: Le donne da lei raffigurate hanno caratterizzato epoche trascorse, secondo alcuni aspetti un pò dimenticate talvolta dal momento storico in cui hanno vissuto, ma che hanno evidenziato un intenso "flusso d'energia". Come descrive la sua ricerca riguardante Maruja Mallo, una delle sue ispirazioni più recenti?

 

R: Buongiorno Dottoressa Ferrara, la ringrazio per avermi invitata nel suo “salotto artistico”. Mi sento onorata di condividere questo spazio con gli artisti che ha intervistato e mi hanno preceduta. Fui sua ospite due anni fa circa, in questo lasso di tempo mi sono dedicata alle mie ricerche inerenti alle vite e ai percorsi artistici di alcune importanti artiste alle quali mi sono appassionata. La mia pittura ha viaggiato tra i loro universi pittorici visionari ed alternativi. Sono state pioniere della rappresentazione della Donna in una prospettiva nuova, dove si riappropria del proprio corpo, sottraendolo allo sguardo voyeuristico maschilista. Le mie opere riferite, alle loro vite e alla loro produzione artistica, sono state nutrite da intense ricerche. Spesso mi sono aggirata tra le vie, i luoghi e le piazze che le hanno ispirate. Mi sono immedesimata nelle loro vite a volte specchiandomi ed intravedendo molti punti di contatto; ogni volta è stato un viaggio dal quale ritornavo più ricca e consapevole. Sovvertire gli stereotipi iconografici e creare universi alternativi, hanno rappresentato per molte di queste artiste le modalità espressive per esprimere una femminilità emancipata.

A partire dal 2017 iniziai ad interessarmi a Maruja  Mallo, alla sua Arte e al progetto rivoluzionario sociale che portò avanti fino alla fine dei suoi giorni. Il suo importante contributo è stato rivalutato in Spagna negli ultimi decenni grazie a recenti studi e ricerche.

Attiva nella lotta contro il franchismo e sostenitrice degli ideali della Repubblica, affidò alla sua vasta produzione artistica il compito di denunciare le contraddizioni del suo tempo, i pregiudizi di genere, i quali collocavano la donna in una posizione d’inferiorità rispetto all’uomo. Mediante la sua pittura creò una cosmologia alternativa a quella corrente, popolata da forme di vita espresse dall’ibrido, attraverso le quali venivano superate le rigide definizioni e separazioni. Il suo universo è caratterizzato dall’androginia radicale con cui riesce a creare delle identità proprie ed originali. In contrasto con il binarismo di genere della società patriarcale, fondato  sulla classificazione di sesso e genere nelle due forme esclusive : Mascolino e Femmineo. Un sistema nel quale il genere viene identificato tenendo in considerazione solo le caratteristiche biologiche, generando una sorta di frontiera sociale per le persone che desiderano cambiare, mescolare i ruoli di genere o vivere più forme di espressione di genere, per gli individui omosessuali, bisessuali, transgender e transessuali. Nella sua pittura l’elemento androgino e il corpo ibrido le consentono di trascendere il concetto d’identità rigido e vincolato, in favore dello sradicamento di tutte le nozioni inflessibili di genere, razza e classe sociale. Le sue opere sprigionano la condanna a volte dalle sfumature ironiche verso la violenza portata dall’arroganza della mentalità androcentrica.

Non si dichiarò mai apertamente femminista ma si impegnò a denunciare, a mettere in evidenza le disuguaglianze esistenti tra i due generi e i pregiudizi verso le potenzialità creative della Donna. Superò la denuncia elaborando un nuovo archetipo femminile in contrasto con la rappresentazione strumentale del corpo femminile, rivolta a soddisfare principalmente uno sguardo voyeuristico.

Direttamente coinvolta nella propaganda contro il franchismo, appoggiò le idee di libertà ed uguaglianza sociali proclamate dalla Repubblica. Riuscì a sfuggire ai rastrellamenti che seguirono il golpe, raggiungendo il Portogallo da cui s’imbarcò per Buenos Aires. Trascorse gli anni dell’esilio tra l’America latina e New York portando avanti il suo attivismo contro la dittatura di Franco, cercando di far conoscere la causa e il dramma del popolo spagnolo. Nel 1965 fu una dei primi esuli a rientrare in Spagna. Non venne accolta con riconoscimenti e grandi omaggi.

 

 

2: "Ascolta la donna quando ti guarda, non quando ti parla". C'è in questo aforisma di Kahil Gibran il desiderio di esprimere la parte più inconscia di sè ed anche spirituale. Come commenta tale citazione? 

 

R: Questa citazione mi riporta ad una riflessione datata ma sempre molto attuale riferita alla rappresentazione strumentalizzata del corpo femminile. Oggi come non mai vengono veicolati dei modelli estetici stereotipati, i quali appiattiscono la Donna, riducendola ad un oggetto che soddisfa un immaginario erotico maschilista. Le protagoniste delle mie tele cercano di liberarla da questa manipolazione, senza negare la sua sensualità, il suo potere seduttivo. Nella mia produzione il soggetto femminile è consapevole di sé, animato dalla sua libertà interiore, la quale si rispecchia in ambienti surreali, arricchiti da simboli, impreziositi da personaggi ibridi, i quali sovvertono gli schemi rigidi e consuetudinari. La rivisitazione delle Dee antiche, appartenenti alla cultura delle antiche civiltà (azteca, inca, maya, native del Nord America, egizia) nelle mie opere più recenti dà forma e colore alla parte più inconscia e spirituale della Donna.

“Sala d’Aspetto” è stato uno dei miei primi lavori ad accogliere questi nuovi aspetti.

Il dipinto si arricchisce e trae forza dall’incontro artistico della pittura “surrealista” con la musica e il potere della parola. Sconfina: la pittura si apre alla musica e al potere della parola della composizione “Sala d’Attesa” della cantautrice Francesca Gai (in arte Colibre). Il messaggio trova la sua forza attraverso la contaminazione artistica trasformando il quadro in un’opera VISIVO SONORA.

 Due generazioni femminili, lontane nel tempo si ritrovano vicine per raccontare e riflettere insieme sull’impatto del condizionamento dei modelli estetici imperanti sulla libertà interiore della Donna.

 

https://youtu.be/lLdaHwSpn5Y

( il link del video)

 

L’opera propone l’ambientazione in chiave visionaria di una sala d’aspetto di un ambulatorio di un reparto di chirurgia estetica. Al lato sinistro all’interno di una teca, disposte diverse tipologie di labbra. La struttura e la scelta del colore alludono ai distributori di snacks che s’incontrano nei frenetici luoghi di passaggio urbani e metropolitani. Due mezzi busti dominano l’ambiente portando inquietudine, due figure archetipiche irrompono nella realtà costruita dalla mente da cui nascono i presupposti dell’interpretazione distorta dell’ambiente che ci circonda. La prima allude alla Dea greca Atena, con il suo gesto ricorda il rifiuto degli uomini ad accettare l’esito del voto con cui i greci si dovettero esprimere sul possesso di Atene, conteso tra le divinità Atena e Poseidone. Le donne con il loro voto determinarono la vittoria di Atena. Gli uomini non accettarono la perdita e tolsero il diritto di voto alle donne, tolsero loro la possibilità di esprimere il loro pensiero, di avere un peso politico e decisionale. I modelli estetici imperanti, mossi da sottili giochi di potere stanno togliendo alle donne l’autenticità, alimentando visioni, vedute distorte; le stanno depauperando del loro potere decisionale e di autodeterminazione. Il dipinto attraverso le sue simbologie mette in luce e cerca di richiamare l’attenzione su queste dinamiche in atto.

 La seconda figura ricorda la fertilità legata alla Dea Epona celtica, nota anche come Dea dei Cavalli. Le protagoniste ritratte interpretano il disagio contemporaneo causato dal rincorrere modelli estetici frutto della manipolazione delle immagini e delle insicurezze interiori. 

 

 

 

 

 

3: Ho potuto notare come nei suoi più recenti dipinti sia presente una sorta di "intelligenza sensoriale" che stupisce il fruitore: c'è un cambiamento nella raffigurazione delle sue donne? ( Risposto in domanda numero 2)

 

4: Sussiste in alcuni suoi dipinti una deliziosa alternanza tra intensità e sublime delicatezza. Mi può descrivere che tipo di Empatia nasce con i suoi personaggi femminili?

 

R: I miei personaggi femminili nascono dalle mie ricerche e dai miei studi di genere nell’ambito della Storia dell’Arte moderna e contemporanea. Incarnano la mia curiosità verso il simbolo, il misterioso legame che sperimentiamo quotidianamente con il cosmo e la natura. Le protagoniste delle mie tele prediligono la luce lunare che le avvolge accendendo il colore del loro incarnato. Custodiscono i poteri della femminilità autentica d’interpretare i messaggi della Natura; la grande madre della quale sono il riflesso. Sibilla, una piccola tela molto recente, riunisce i tratti delle figure femminili ricorrenti nei miei dipinti, nell’antico archetipo della sibilla, interprete degli oracoli, pronta a svelare i significati dei segni che intravediamo nei fatti che accadono e irrompono nella nostra quotidianità a volte sconvolgendola.

 

 

          Opere: 

 

 

 

       Sala d'Aspetto (opera che ha ispirato la cantautrice         Francesca Gai)


                                               

                                             Sibilla
 

mercoledì 15 luglio 2020

L'infinito "mutevole" di Francesca Gabriele


a cura di
Silvia Ferrara


Una citazione di un famoso giornalista e scrittore britannico, Walter Bagehot a mio parere descrive uno dei molti aspetti che caratterizzano la brava Francesca Gabriele: “Uno dei grandi aspetti della natura umana è la bellezza di un’idea Nuova”. Questo è un importante quid che contraddistingue la pittrice Francesca Gabriele e pone in risalto come il suo cammino artistico abbia creato recentemente la ricerca di un’ “aura singolare e dorata”, colma di solari tavolozze cromatiche.
Nel corso degli anni e delle sue esperienze artistiche, Francesca Gabriele ha espresso il desiderio di un’intensa libertà pittorica in bilico tra soggetti più figurativi e un mondo più astratto.
In un percorso più recente, ciò che Francesca ha desiderato porre in risalto è un’immagine che richiama una forte Spiritualità Intellettuale che può ricordare un primordiale Braque. Secondo me c’è un’opera di Braque dal titolo “Quotidien, violino e pipa” del 1913 che potrebbe avvicinarsi un po’ all’arte di Francesca Gabriele, non per la scelta dei soggetti ma per la comune ricerca di una dimensione ove il proprio “io”è Libero e si proietta in una sorta di emancipazione da una composizione precostituita, verso un’orbita immateriale.
Un aspetto sempre molto presente nelle preziose opere di Francesca Gabriele è la ricerca di un linguaggio coloristico importante ove ogni tocco è sapientemente creato ponendo in evidenza un’energia intensa e ritmica  che spianano e catturano anche un pubblico distratto. La sua sensibilità cromatica alterna delicatezza e forza e si dà una notevole importanza anche alla Luce che è presente in un tardivo Kandinsky.
In una delle sue ultime opere Francesca Gabriele sottolinea l’importanza dell’ “impatto visivo” coloristico che crea forme appena abbozzate ma infinitamente in evoluzione e mutevoli.




    
                                     Titolo: Fugaci Sentimenti, Misure:40x50, Acrilico su tela

martedì 3 marzo 2020

Tra i tocchi espressivi di Carla Bronzino


Un’intensa sostanza emotiva

A cura di Silvia Ferrara


Il mondo espressivo di Carla Bronzino non si riflette ad una “mera descrittività” ma è fortemente comunicativo e sono presenti stati emozionali colmi di virtuosismi; è dunque evidente  una sorta di sostanza interiore ed emotiva che avvolge con naturalezza e spontaneità ogni opera della pittrice. 
La mera tecnica è talvolta tralasciata per dare spazio alla creazione di composizioni pittoriche che si dirigono verso racconti dell’anima. Non c’è però solo la presenza di un luogo “interiore” ma la pittura di Carla Bronzino si dirige oltre ove nascono molteplici significati artistici alla ricerca di un “dinamismo immaginario”. 
Carla Bronzino nasce a Torino, vive e lavora a Grugliasco: frequenta con ottimo esito la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia Albertina ed ha seguito i preziosi insegnamenti del maestro Sergio Albano. Il suo cammino pittorico è ricco di partecipazioni ad importanti esposizioni sia collettive che personali tra le quali annovero il Piemonte Artistico Culturale e la Società Promotrice di Belle Arti. Tra le più recenti desidero ricordare l’esposizione collettiva “Gli Angoli del Cerchio” nel 2018 presso il Circolo degli Artisti che ho avuto la fortuna ed occasione di curare. 
Ciò che colpisce guardando le opere della Bronzino è un’Energia Strutturale imponente che attraverso un’intensa contemporaneità cromatica regala al fruitore il desiderio di interiorizzare un personale linguaggio espressivo. 
A tal proposito desidero citare un aforisma del noto scrittore e poeta Victor Hugo che a mio parere descrive il sentimento che si prova guardando le sue opere d’arte: “C’è uno spettacolo più grandioso del mare, ed è il cielo, c’è uno spettacolo più grandioso del cielo ed è l’interno dell’Animo”. 

Per conoscerci ancora di più desidero porti alcune domande: 

1: “Alcune tue opere, mostrano con energia un “Fluire” incessante di emozioni che ricorda un pò il periodo post-impressionista per dirigersi di certo verso tocchi più contemporanei. Intravedi ciò e sei concorde con me a proposito di tale tuo cammino pittorico e se Si come commenti?”

R: “Bella domanda! Penso di sì, nel senso che mi veniva spontanea un’interpretazione più personale della realtà, meno fedele alla riproduzione fotografica, poi via via , conoscendo altre realtà, vedendo mostre, facendo esperimenti di tecniche diverse , spero di aver sviluppato una mia personalità, anche se credo di essere sempre alla ricerca di un cambiamento, di un’evoluzione, cosa che è anche coerente agli accadimenti della vita, alle esperienze che attraversiamo. Vorrei continuare ad imparare nuove tecniche, nuovi linguaggi”  



2: La tua capacità artistica richiama un’espressione di frequente paesaggistica che predilige atmosfere vibranti alla ricerca di una singolare “aura autentica”. Quale valenza dai al paesaggio e quali particolari inserisci in ogni scorcio di Natura? 

R: “Nel corso degli anni la scelta dei miei soggetti ha sempre oscillato tra la figura e il paesaggio.  Mi attirano i luoghi un pò trascurati, misteriosi, dove l’intervento umano c’è stato , ma in tempi lontani, ed ha lasciato una capanna incompiuta, una croce, un mucchio di rami accatastati.
Ho anche subito il fascino delle tombe etrusche, sparse nella campagna, tra sperpaglie bruciate dal sole, o cumuli di foglie secche, che nascondono un altrove sotterraneo che non si sa dove conduca...”



3: Quanto ha influito sul tuo cammino pittorico  l’insegnamento di Sergio Albano e quanto invece ti sei allontanata dai suoi precetti per creare un linguaggio artistico personale in armonia con il proprio animo?


R: “Tantissimo.  Prima di conoscere Sergio non avevo alcuna nozione di tecniche pittoriche , se non quelle apprese nell'ora di educazione artistica dell'istituto magistrale. 
Con Sergio mi si è aperto un orizzonte nuovo. Ho iniziato a copiare dal vero, ad osservare le cose, a racchiudere ciò che copiavo in forme geometriche, a comporre i colori, insomma tutto.
Andavamo a vedere le mostre, a dipingere en plein air, a copiare in studio la modella.
Sergio non ha mai influenzato i suoi allievi,li lasciava estremamente liberi, ma la sua personalità era tale che non potevamo impedire che i nostri lavori ne contenessero una traccia.
Poi è stato inevitabile staccarsi dalla sua presenza, anche perchè, come donna la scelta del miei soggetti era più consona al mio vissuto.
 Ma ancora oggi più vado avanti nel tempo, più cerco di ricordare i suoi insegnamenti ed avendo avuto sempre l'abitudine di fargli vedere il lavoro finito per sentire il suo parere,mi mancano tantissimo la sua critica,
 la sua analisi, i consigli, anche se poi facevo spesso a modo mio”.



4: Se ti dico Hic et Nunc che rimanda ad una locuzione latina ove il momento presente acquista una notevole valenza, come commenti a tal proposito, ovvero consideri la tua arte più gestuale e fulminea o riflessiva tendente a tocchi in bilico tra la figura e il paesaggio?

R: “Direi che mi considero un po’ in bilico tra questi due aspetti: la scelta dei soggetti è la conseguenza di un impulso immediato e la mia pennellata è molto gestuale, cosa che però non avviene nei disegni, dove le campiture sono un po’ una sorta di meditazione che mi distoglie completamente dalla realtà.
Anche la costruzione della composizione pittorica non è del tutto “fulminea” ci sono regole ben precise perché l’opera abbia un senso.
Diciamo che è come costruire una struttura solida dove poi lascio completamente libertà alla gestualità della pennellata.”

5: Riguardo la tua biografia artistica, c’è qualche accadimento che ti ha fatto seguire un cammino pittorico anzichè un altro?

R: “L’incontro ed essere stata un’allieva di  Sergio Albano è stato molto importante anche se lui lasciava molto liberi e permetteva di creare così un personale cammino pittorico. Ho seguito anche altre lezioni per approfondire l’ambito dell’illustrazione ed ho appreso altre tecniche: tuttavia la presenza di Albano mi ha aiutata e guidata.


6: A proposito di tale aforisma del Dalai Lama, cosa ne pensi... : “Ci sono due giorni all’anno in cui non puoi fare niente, uno si chiama ieri e l’altro si chiama domani perciò oggi è il giorno giusto per credere, amare, fare e vivere”. Come commenti attenendoti al mondo artistico?
R: “Sono completamente d’accordo perchè non puoi fare progetti se non hai qualcosa su cui applicarti al momento, e non bisogna vivere di rimpianti: se non mi applico e non mi alleno ad esempio (parlo anche dell’ambito pittorico) mi sembra di perdere parecchio.  L’Oggi come dice il Dalai Lama è fondamentale”.

7: C’è una singola opera o più opere che descrivono un tuo stato emozionale?”
R “ Ho dipinto differenti paesaggi, molte figure femminili; c’è un’opera in particolare in cui è rappresentata un po’ di solitudine e comunque un soggetto in stato meditativo. I quadri ai quali sono più legata sono appunto quelli dove compare la donna e il suo rapporto ad esempio con la femminilità. L’importanza della donna è anche sottolineata dal suo modo di pensare, avvertire determinate emozioni, come il diventare Donna, il senso della vita, del confronto con sé. Cito per esempio l’opera dal titolo “Nuraghe” inteso come sotterraneo dentro il quale ci si aggira, una sorta di viaggio dentro l’animo”. 


8: C’è una frase che mi piace molto di William Shakeaspeare che riguarda la tematica del Sogno, proprio questa di frequente trattata dagli artisti: “Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita”. Quale legame sussiste tra la tua arte e il sogno?

R: “Rispetto all’ esistenza e alla brevità della vita, ciò che rimane è ciò che abbiamo fatto, e riguardo al sogno sono molte le interpretazioni; c’è chi sostiene che nel sogno viviamo una dimensione parallela. Il confine dunque tra sogno e realtà è molto labile e quindi credo che ci sia un tipo di pittura in cui si pone in evidenza il nostro inconscio: da un punto iniziale si viene condotti su un cammino dove si richiama un mondo fantastico. Cito per esempio “La donna con puma” che richiama un mio sogno, ho proprio avvertito graffiare dietro la porta. E non solo. Condivido dunque appieno questa frase per la labilità del tutto”. 

Opere: 
                            
                                     "Arrivo o partenza", cm 60x70, acrilici su tavola


                                  "Brune comme les nuits", cm 60x60, acrilici su tavola



                                            "Il sogno del puma", cm 100x100, acrilici su tavola



                                                                "Il Tucano", cm 60x60, acrilici su tavola

lunedì 3 febbraio 2020

Il pensiero iconico di Carla Bronzino


Un' intensa sostanza emotiva 

A cura di Silvia Ferrara



Il mondo espressivo di Carla Bronzino non si riflette ad una “mera descrittività” ma è fortemente comunicativo e sono presenti stati emozionali colmi di virtuosismi; è dunque evidente  una sorta di sostanza interiore ed emotiva che avvolge con naturalezza e spontaneità ogni opera della pittrice.
La mera tecnica è talvolta tralasciata per dare spazio alla creazione di composizioni pittoriche che si dirigono verso racconti dell’anima. Non c’è però solo la presenza di un luogo “interiore” ma la pittura di Carla Bronzino si dirige oltre ove nascono molteplici significati artistici alla ricerca di un “dinamismo immaginario”.
Carla Bronzino nasce a Torino, vive e lavora a Grugliasco: frequenta con ottimo esito la Scuola Libera del Nudo presso l’Accademia Albertina ed ha seguito i preziosi insegnamenti del maestro Sergio Albano. Il suo cammino pittorico è ricco di partecipazioni ad importanti esposizioni sia collettive che personali tra le quali annovero il Piemonte Artistico Culturale e la Società Promotrice di Belle Arti. Tra le più recenti desidero ricordare l’esposizione collettiva “Gli Angoli del Cerchio” nel 2018 presso il Circolo degli Artisti che ho avuto la fortuna ed occasione di curare.
Ciò che colpisce guardando le opere della Bronzino è un’Energia Strutturale imponente che attraverso un’intensa contemporaneità cromatica regala al fruitore il desiderio di interiorizzare un personale linguaggio espressivo.
A tal proposito desidero citare un aforisma del noto scrittore e poeta Victor Hugo che a mio parere descrive il sentimento che si prova guardando le sue opere d’arte: “C’è uno spettacolo più grandioso del mare, ed è il cielo, c’è uno spettacolo più grandioso del cielo ed è l’interno dell’Animo”.