mercoledì 12 ottobre 2011

ILLUMInazioni



Questo è il titolo scelto per la 54esima Esposizione d’Arte della Biennale di Venezia ed esso non è di certo stato scelto a caso anzi vuole essere una sorta di cassa risonante per le istituzioni. La luce, elemento molto importante nell’arte in genere, è in questa manifestazione un faro che in modo talvolta accecante, illumina i padiglioni delle varie nazioni partecipanti. Se poi leggiamo con attenzione la seconda parte del titolo, “nazioni” istintivamente ci riferiamo al confronto e alla collaborazione, talvolta solo ideale, tra i vari Paesi. E’ certamente curioso notare come, specialmente negli ultimi tempi, si pensi che l’arte contemporanea sia solamente commerciale, a volte senza grandi significati. Non è così. Alcuni artisti con i quali ho parlato a proposito affermano che in tali grandi eventi internazionali, molte sono le note negative emergenti. Uno dei molti obiettivi che tenta di raggiungere la curatrice dell’imponente manifestazione artistica Bice Curiger è trovare una sorta di filo conduttore con il passato ed è per questo che tra le molte opere esposte ci sono splendide tele del Tintoretto. Mi piace evidenziare come il critico Alastair Sooke paragoni l’arte a Laputa, un’isola magnetica incontrata da Gulliver nei suoi molti viaggi, un mondo a parte abitato solo da intellettuali e vip, indaffarati a chiedersi l’un l’altro cos’han visto... [...] E’ davvero così? Molte sono le opere presentate anche da Vittorio Sgarbi al Padiglione Italia. Una particolarità da sottolineare come i 200 artisti partecipanti siano stati scelti da poeti, scrittori, personaggi famosi anche non appartenenti al mondo dell’arte. Inoltre 20 Accademie di Belle Arti di tutta Italia, hanno selezionato promettenti allievi. Il progetto di Sgarbi è stato di certo coraggioso. Sigalit Landau nasce a Gerusalemme e risiede a Tel Aviv. E’ l’artista principale del Padiglione Israeliano, e tale esperienza artistica è solamente un prosieguo della sua brillante e singolare carriera artistica. Tra le molte esposizioni da ricordare certamente quella al “Project 87” al MoMA. Landau regala un titolo molo importante alle installazioni “One man’s floor is another man’s feelings” (variazione della citazione “one man’s floor is another man’s ceiling”). Il pavimento infatti, secondo l’artista e secondo il titolo, non è solamente un pavimento in se stesso ma è una sorta di soffitto per chi si trova al di sotto. Esso è un crogiuolo di sentimenti. La Landau da sempre riserva grande attenzione al Mar Morto e partendo da tal punto, un loco molto basso, le opere presenti nel padiglione sembrano risalire compiendo un fantastico viaggio spirituale. Ecco dunque presentare un video ove lei stessa è protagonista di una rappresentazione su una spiaggia. Intorno ai suoi fianchi si muove un fil di ferro che ricorda il propagarsi dei cerchi nell’acqua, un moto continuo, incessante che ricorda la difficile convivenza tra due popoli. Molto interessante è un’installazione ove del pesce viene cristallizzato nel sale proprio come le certezze dell’uomo che di frequente si cristallizzano.