E il sogno
veneziano continua
A cura di
Silvia Ferrara
Siamo
abituati a vedere la città di Venezia che risplende in molte eccellenze come la
musica, l’arte, il cibo, il turismo: un famoso aforisma di Friedrich Nietzsche
descrive in modo appieno la misteriosa città della Serenissima: “Se dovessi
cercare una parola che sostituisce “musica”, potrei pensare a Venezia”.
Anche
quest’anno la città di Venezia è protagonista di un importante evento che si
pone tra le varie manifestazioni artistiche riguardanti la Biennale d’Arte: mi
riferisco all’VIII edizione di Internation Art in Venice, ideata e curata dal
poliedrico Fausto Brozzi, che ogni anno conduce i suoi artisti in un “sogno
veneziano”. L’evento internazionale conferma il successo dell’anno precedente e
si è riproposto con forza e nuove energie regalando al pubblico forti emozioni.
L’esposizione si è inaugurata il 6 ottobre presso la dimora storica di Ca’Zanardi.
Fausto
Brozzi con bravura e umiltà ogni anno si dedica con passione alla preparazione
di tale evento e aldilà della selezione degli artisti provenienti un pò da
tutto il mondo, ha cercato di creare connubi tra le “anime” complementari degli
artisti. Inoltre, avvalendosi di validi collaboratori ha creato un gruppo che
pur conoscendosi magari alcuni anche solo sui social, molto affiatato ha
desiderato “vivere l’Arte”in modo appieno, creando così anche legami di forte
amicizia.
Ogni anno
viene scelto un titolo che rappresenta in “toto” l’esposizione:
“Extra-Ordinary” richiama un personale messaggio degli artisti, “straordinario”
proprio come loro. I pittori, scultori, fotografi scelti per tale evento sono
molto differenti sia per tecniche che per contenuti e desidero porre un breve
cenno su alcuni artisti che ho avuto la possibilità di invitare:
L’opera dal
titolo “Paolo e Francesca” è stata proposta da Cecilia Gattullo, artista che
con il suo tratto lega i suoi soggetti dall’occhio al cuore e traccia una
splendida concretezza pittorica che delicatamente attrae il pubblico. Il colore
è parte integrante dell’opera, richiama una rara forza espressiva.
Ho avuto la
fortuna di recensire i lavori di Marco Raffaele ed ho potuto notare
un’evoluzione pittorica perpetua ove l’informale, al limite dell’astrazione,
annulla l’incertezza dell’infinito, e nasce una sorta di “universo attuale” ove
il tempo e lo spazio si annullano. La sua tecnica “inversa” rende l’opera
meravigliosa. Il titolo dell’opera esposta è “Il campo fiorito”.
Bruno Cesca
ha proposto l’opera materica dal titolo “Sussurranti scie” e tale suo lavoro ci
fa avvicinare al mondo dell’informale sgrammaticato
con un’evocazione di una recondita emozione: in particolare in tale quadro
sussiste un connubio tra tocchi di colore e una singolare strutturazione
considerata come luogo dell’animo.
Anna
d’Alessandro ha esposto in tale mostra due opere importanti “La Nuova Alba” e
“La Creazione”: sono molto differenti tra di loro ma pare abbiano entrambe una
interessante “proiezione” interna che cattura anche l’occhio più distratto. I
colori creano una dimensione scultorea e pura.
“Sterlizie”è
il titolo del raffinato acquarello di Mariagrazia Ruggiu. La pittrice continua
ad affermare la sua grande bravura in ogni manifestazione artistica alla quale
partecipa. Il suo tocco è fluttuante, ricco
di grande pathos e attraverso l’acquarello coglie il mondo esterno, colmo di
una miriade di dimensioni.
Luana Gogna
ha esposto “La luce del successo”, un’opera ove il colore è il grande
protagonista, così come anche l’inserimento di elementi che donano al quadro
un’evocativa spazialità e tridimensionalità: la gamma cromatica diventa così
simbolica e pone in evidenza importanti contrappunti.
“Bud in
Flames” è un originale quadro di Francesco Pastore: tale singolare opera
caratterizza il cambiamento innovativo del suo cammino artistico. Il simbolo
della rosa, realizzato dando importanza ad una visione tridimensionale, pone in
evidenza sentimenti che aleggiano con forte “intensità” segnica. C’è un
filrouge tra realtà e fantasia.
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