L’intuizione pittorica di
Marco Raffaele
A cura di Silvia Ferrara
Un noto aforisma di Torquato
Tasso, descrive in toto l’arte di
Marco Raffaele: “Perduto è il tempo che in amor e nell’arte non si spende”.
Ho avuto la fortuna di
conoscere tale artista non molto tempo fa ed ho subito notato un dualismo
presente in molti suoi lavori: conoscendolo un po’ meglio ho avuto
l’impressione di percepire un suo “sentire molto creativo” legato ad una
visione temporale.
Marco Raffaele svela al
pubblico una concezione pittorica legata ad una intensa introspezione e al
desiderio di donare al fruitore un fantastico crogiuolo di emozioni. L’artista
desidera non abbandona un dialogo
temporale ma al medesimo tempo vuole far emergere un’intuizione pittorica
informale, al limite dell’astrazione.
Le sue idee prendono forma di
certo dalle emozioni dell’artista, ma non solo, nascono con spontanea
naturalezza, quasi come d’incanto.
Così un’emozione personale in
connubio ad una “magia gestuale e libera” plasmano l’opera, la fanno nascere
refrattaria a “convenzioni artistiche tradizionali”: i quadri di Marco
Raffaele, pongono in evidenza una notevole visione estetica cromatica ove ogni
tocco esprime un’intensa sensibilità. Ho potuto notare che nel cammino
pittorico dell’artista c’è una sorta di leit-motiv
che guida la sua mano: dunque sussiste un’imponente ricerca estetizzante volta
alla “elevazione” della tecnica e alla presenza di assonanze informali colme di
una ritmica incessante.
La sua tecnica spesso è
importante e menziono ad esempio il “gelcoat e vetroresina” con un processo che
si può definire inverso il quale
rapisce anche l’occhio sfuggente. Le sue opere non si definiscono solo belle
perché ciò sarebbe riduttivo ma lavori che incantano e creatrici di un
coinvolgimento “musicale” , talvolta al limite del surreale, tal’altre in un
luogo allegorico e simbolico.
Credo che Marco Raffaele ogni
qualvolta si ponga di fronte ad un’opera da realizzare, si pone davanti ad una
“tela virtuale” presente già nel suo cuore colma di quesiti, interrogativi ed
emozioni: tale percorso si avvicina ad un Mondrian dei tempi più recenti con il
desiderio di trasmettere anche solo un po’ di quell’emozione viva presente
nell’animo di Raffaele.
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