Una dolce rinascita nell’arte
A cura di Silvia Ferrara
Quando si osservano le opere
di Silvia Borello Lenta, si può notare come la sua appartenenza ad una matrice
piuttosto figurativa sia assolutamente non banale ma rappresentante di
un’imponente indagine introspettiva.
Desidero citare tale aforisma
che “in toto” rappresenta l’animo di tale meravigliosa artista: “Nascere non
basta. E’ per rinascere che siamo nati. Ogni giorno” (Pablo Neruda).
La Rinascita è il leit-motiv
dell’arte di Borello Lenta e l’esplorazione segnica presente è tale da creare
substrati di generi differenti. Silvia Borello Lenta nasce a Cuneo e fin da
piccola la sua passione per il disegno è molto forte, oltre alla sua grande
libertà creativa, un po’ “figlia d’arte” la pittrice dona corpo ai suoi pensieri diventando poliedrica e dipingendo su
materiali differenti, non dimenticando tele, tavole e carte avvalendosi di
tecniche differenti.
Dopo aver esposto le sue opere
riscuotendo un notevole successo, il suo percorso artistico riscuote un
imponente evoluzione, sia riguardo la tecnica che i contenuti. Ha partecipato
anche a fiere d’arte prestigiose ed esposizioni in location note.
Come anzidetto il mondo
pittorico figurativo di Silvia Borello Lenta costituisce una sorta di rinascita
del suo animo, trascendendo la mera realtà quotidiana. Tra i soggetti preferiti
dall’artista si pongono in evidenza opere di impronta figurativa che varcano
ogni confine per “addentrarsi in un oltre poetico”, in una dimensione piuttosto
contemplativa e lirica.
Parlando di tale rinascita
artistica desidero porle qualche domanda:
1: Ho potuto notare come il
mondo principalmente figurativo sia solo un “mezzo” per creare un importante dialogo con il pubblico, alla ricerca di
un’esperienza pittorica al limite del concettuale: c’è dunque tale percorso
pittorico in bilico tra il figurativo e il concettuale? Come commenta a tal
proposito?
Risposta: “I sentimenti
controversi prendono violentemente una funambolica forma ricca di energia
repressa, ciò che viene espulso su una tela è quindi un misto indivisibile di
sentimenti contrastanti, concetti e visioni che un occhio attento può cogliere
e percepire anche a pelle, un insieme di pensieri, emozioni, situazioni di vita
vissuta o ancora presente”.
2: L’espressività di molte
sue opere richiama immagini colme di equilibrio e un vivace ritmo compositivo:
il suo tocco è sicuro, ricco di un importante estro compositivo: come nasce la
sua pennellata? Mi racconta una delle sue emozioni dalla quale nasce un suo
quadro?
Risposta: “L’abbozzo
dell’opera solitamente è ciò che vedo chiaramente già nella mia mente, talmente
ricca di emozione da farmi venire voglia di esternarla, man mano che dipingo
seguo lo scorrere delle emozioni, spesso ciò che ho visto chiaramente come
immagine nella mia mente non è la stessa una volta riportata sulla tela, è un
lungo percorso che va cambiando in base alle emozioni del momento, lavoro su
strati ben definiti, ognuno è dettato da uno stato emotivo differente, a volte
sono talmente immersa nei miei pensieri che il pennello segue la mente
inconscia più di quella fisica”.
3: Alcuni suoi lavori
riflettono a mio parere una sua personalità pittorica ricca di una ricerca di
una dimensione pittorica modulata, raramente istintiva. Come definisce la sua
pennellata e mi può raccontare un segreto recondito che la fa nascere?
Risposta: “Posso dirti che
inizialmente le mie pennellate possono sembrare quasi medianiche, proprio
perché seguo la proiezione della mia mente inconscia, le definizioni sono
generate invece dalla mente conscia, seguendo le leggi del chiaroscuro,
prospettiva, etc… sono forme che vedo
aleggiare intorno a me costantemente, figure che si riescono a percepire solo
quando si è rilassati e molto vicini a una fase similare a quella rem del
nostro sonno, forse anche per questo che sembrano molto più vere”.
4: Una nota citazione di
Adrien Helvètius descrive il perpetuo connubio tra i racconti e l’arte: “La
storia è il racconto dei fatti, e i racconti così come l’arte sono la storia
dei sentimenti”. Come commenta a tal proposito?
Risposta: “Vero, un’opera è
una storia, ma in 3d… un insieme equilibrato di corpo, mente e spirito che
spesso di avverte non solo sul piano visivo ma anche sul piano emozionale”.
5: Quanto sono importanti la
luce e il colore nelle sue opere?
Risposta: “Molto, secondo le
emozioni…. Più colori rappresentano uno stato emozionale proteso verso
l’esterno, la voglia di confrontarsi con altri esseri umani alla pari, meno
valori tonali rappresenta una chiusura e il bisogno fisiologico di una pausa di
riflessione, un momento da trascorrere con sè stessi osservando staticamente
ciò che mi veicola attorno. Per chi osserva attentamente le mie opere sono un
libro aperto, chiunque può accedere al mio mondo e capire il momento sia fisico
che mentale in cui è stata creata e a volte percepire le stesse emozioni”.
Nessun commento:
Posta un commento