A cura di Silvia Ferrara
Dal 1 al 5 novembre la città
di Torino è protagonista con due eventi di grande risonanza, Paratissima e
Artissima: sono due grandi fiere d’arte contemporanea ove gli “addetti ai
lavori” o anche solo appassionati sono compositori di un universo ove l’arte è
l’unico grande Attore.
Ho avuto l’occasione di
seguire entrambi gli eventi durante il corso degli anni ed ho potuto notare una
grande evoluzione, in particolare mi riferisco a Paratissima che continua ad
essere una delle fiere più visitate d’Italia.
Inoltre quest’anno la
Direttrice Francesca Canfora ha invitato 4 artisti selezionati con opere dalle
dimensioni non usuali che trascendono l’abituale stand espositivo.
Quest’anno ho potuto notare
una qualità maggiore delle varie opere degli artisti e qui di seguito ci
saranno alcuni nomi di artisti dei quali con piacere pongo un mio personale
commento critico.
Francesca Campagnolo partecipa all’innovativo padiglione espositivo “No Photo”, con un suo
scatto dal titolo “Mirror, mirror” nel collettivo dell’Associazione Distretto
Fotografico”. L’opera di Campagnolo propone un’importante indagine personale a
proposito del rapporto perpetuo tra
la donna e lo specchio: c’è un chiaro riferimento al mito fiabesco di
Biancaneve in parte evoluto e l’opera a mio parere finemente suggestiva, oltre
a far emergere un rapporto diretto con l’animo, pone domande nel fruitore
creando rare “sfere emotive”.
Laura Marello
è un’artista che seguo da non molto tempo, ho avuto l’occasione di avvicinarmi
alla sua arte piuttosto legata alla “materia” e in particolare al delicato
connubio tra una materia statica e il fascino della luce. Le opere esposte a
Paratissima nello spazio della galleria Unique di Torino costituiscono un
interessante prosieguo di un viaggio artistico che ha creato in modo
assolutamente naturale assonanze tra i lavori e l’animo del pubblico. Tra le
opere esposte cito “Autunno marino” ove si può notare una singolare
armonizzazione con l’Universo.
Raffaella Pasquali è una pittrice che in tale fiera d’arte ho avuto l’occasione di
rivedere. Gli studi artistici, seguiti con buon esito hanno fatto nascere nel
suo universo pittorico la creazione di un linguaggio
adatto al proprio “sentire”. Nelle sue opere è spesso presente la figura
delle popolazioni orientali e sudamericane: attraverso la loro raffigurazione
la Pasquali ingloba e crea un’atmosfera colma di stati emotivi intensi,
infiniti.
Giovanna Sinatra, Margherita Garetti, Edith Marella, sono tre artiste eclettiche che hanno la capacità di
creare una “sinfonia dialogica” con chi guarda l’opera. Sono piuttosto
differenti tra di loro ma ciò che le accomuna è il desiderio di donare anche e
soprattutto a loro stesse un ritmo compositivo
artistico che inonda il cuore.
Giovanna Sinatra avvicenda sulla tela un animo importante , sostenuto, colmo di energia che incanala le emozioni
per dirigersi verso mondi “infiniti”.
Margherita Garetti riflette la
bellezza assoluta “klimtiana” e il dualismo presente crea una sorta di nuova via alla ricerca di una
contemplativa sfumatura artistica. Edith Marella
è affascinata dal mondo dell’iperrealismo. La ricerca dei dettagli, anche
minimi può essere considerata un’amplificazione del reale: la “definibilità
stilistica” è coinvolgente.
Rosa Maria Lo Bue ha un percorso artistico pittorico di gran pregio e in particolare
l’incontro con il Prof. Soffiantino le ha fatto capire che l’arte è parte
integrante della sua vita. In ogni esposizione ove ho avuto la fortuna di
recensirla ho notato una diversa “evocazione” nei volti raffigurati con così
tanta maestria.
Le donne della Lo Bue così
come i bambini richiamano concezioni avvolgenti tutte alla ricerca di una
particolare prospettica interiorizzazione.
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