L’energia pittorica di
Francesca Gabriele
A cura di Silvia Ferrara
Una melodiosa frase che
a mio parere narra con profondità la personalità di Francesca Gabriele
appartiene al noto Freud : “La persona amorevole ed energica è colei che riesce
a trasformare in realtà le sue fantasie di sogno”.
Quando si guarda le
opere di questa splendida ed espressiva artista è naturale notare come la sua
gestualità sconfini verso molteplici orizzonti colmi di grandi emozioni
significative. Francesca Gabriele
dapprima sperimenta il decoupage, la pittura su vetro, legno e in seguito si
dedica alla pittura astratta-materica facendo nascere una sorta di principio universale cosmico ricco di
tocchi appassionati che evadono dal mondo del “subconscio” per sconfinare in un
luogo ove è presente un territorio empatico con l’anima.
C’è una frase che
racconta in toto l’arte di Gabriele e
il significato delle sue opere: lei medesima la pone in evidenza “E’il sentir
che viene fuori”.
Dunque sussiste una
pluralità di impostazioni cromatiche che richiama la geniale gestualità pollockiana: il colore per la pittrice è
molto importante, rimanda ad un singolare simbolismo che crea nelle opere
molteplici “accenti”. Così l’arte di Francesca Gabriele si materializza in un
mondo ove l’essenziale viene superato da un’interpretazione cromatica
indefinibile.
A tal punto desidero
porle alcuni quesiti:
1: Cara Francesca
Gabriele, ho avvertito subito, guardando le sue opere che è presente una sorta
di energia pittorica che ho definito freudiana
nel mio commento critico. E’un’energia che guida la sua mano quando dipinge, la
definisco “sinfonia coloristica”. Come commenta questa mia definizione, la
trova appropriata per le sue opere?
R: “In merito a ciò che viene analizzato nel punto uno, potrei
rispondere che la sua definizione in cui trova una sorta di energia pittorica
freudiana, è corretta e corrisponde al vero in quanto è presente nei miei
lavori un'energia data dal mio subconscio e quell'energia sinfonistica a cui fa
riferimento è esattamente il canale che collega l'arte all'energia che apprendo
dai colori.
Quindi concludo che la sua definizione è appropriata per le mie
opere”.
2: Ogni sua opera
informale materica dona al pubblico la sensazione che sia in possesso di una sublime forza comunicativa; cosa
desidera trasmettere attraverso l’arte?
R: “Sono consapevole di
essere in possesso di questa forza sublime comunicativa, e rispondendo alla sua
domanda, potrei dire che è l'arte che ha scelto me per affiorare. Io sono il
suo mezzo il suo strumento per lasciare ciò che l'arte desidera
comunicare.
E, soltanto attraversando l'arte la si può effettivamente
capire”.
3: Ritiene che ogni suo
quadro rappresenti una crescita personale oppure desidera mantenere e Creare un
suo percorso in un ambito ben definito?
R: “Ancora sono in fase
sperimentale, il mio inizio parte come una crescita personale e soltanto
continuando questo percorso potrò capire se voler creare un un mio percorso in
ambito ben definito”.
4: In una frase di Jim
Morrison piuttosto nota si parla di un paragone tra l'Arte e l'energia
pittorica astrale, come se ci fosse un'altra dimensione. La sua arte è legata
alla realtà o a dimensioni lontane , magari oniriche?
R: “Quando dipingo entro in un altra dimensione ma è solo temporale
affinchè il mio lavoro non si completi”. Ma non ci sono riferimenti onirici nei
miei lavori.
5: Talvolta nelle opere
informali è presente una sorta di flusso
vitale che narra l’incipit da cui nasce il medesimo quadro. E’presente tale
excursus nella sua forma artistica?
R: “Il flusso vitale è sempre presente in ogni mio lavoro
informale, il punto iniziale incomincia dalla tela completamente bianca e
il mio avvicinamento ai colori.
Da quel momento scatta un azione che potrebbe essere quello l'incipit.
il mio impulso di voler reagire ai colori dopo averli visualizzati iniziando ad
adoperarli con armonia ed intrecciarli l'uno con l'altro facendo nascere nuove
tonalità. Ogni tela che nasce non è programmata, ed il titolo sarà attribuito
soltanto dopo la sua realizzazione”.