giovedì 18 settembre 2025

Naturalia Artificialia


 

Fili invisibili tra Natura e Artificio

Silvia Ferrara

 

I confini tra natura e artificio fluttuano su fili invisibili, creando un dialogo elaborato; tuttavia per quanto si desideri esplorare l’artificio, la Natura stimola indagini sempre più importanti. Un aforisma del noto Fabrizio Caramagna racconta un po' tale dicotomia: “Il posto nella società ce lo assegnano gli altri. Nella natura ce lo assegniamo noi stessi. Siamo noi che decidiamo che sentiero prendere, con che fiori parlare, su che roccia sederci”.

E proprio su questo mondo creativo ed intuitivo che nasce il percorso dell’esposizione Naturalia Artificialia diretta e curata da Barbara Colombotto Rosso presidente della Magica Torino. La mostra si è inaugurata il 13 settembre 2025 presso il noto Mausoleo della Bela Rosin ed ha visto protagonisti molti artisti di vario genere e non solo; l’esposizione si avvale anche di contributi digitali di artisti internazionali e provenienti da varie scuole grazie alla collaborazione della Fondazione The Plot.

Ho avuto il piacere di porre un paio di domande a Silvia Luciani, una delle studentesse che ha partecipato all’evento e mi ha raccontato come fosse importante per lei attraverso opere visual, donare voce a problemi odierni, come per esempio la violenza di genere.

Mi sono imbattuta poi in 3 opere che hanno rapito la mia attenzione: Rosa Maria Lo Bue espone un quadro ove non solo c’è questo dualismo tra natura e artificio ma i due volti richiamano un mondo di visioni che contrastano tra l’illusione e la realtà senza esasperare né l’una né l’altra. Da un certo punto di vista c’è un’elaborazione dell’essenzialità della vita.

L’opera di Carla Bronzino dona al fruitore la sensazione di avvicinarsi all’universale; le sue contaminazioni tra natura e artificio rimandano ad un procedimento pittorico medicamentoso ove le stratificazioni costituiscono consistenze di pensiero.

L’armonia compositiva è presente nell’opera di Maria Pia Galato Fransos: molto importante è la sua attenzione ai problemi che talvolta nascono nella connessione tra natura e artificio. Avverto in me il desiderio di citare Cezanne : “prima sentire e poi dipingere” e per l’artista è proprio così, l’animo emerge con forza.






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