A cura di Silvia
Ferrara
L’arte di Rebecca
Garofalo è a mio parere come un soffio di primavera: ho avvertito tale emozione
quando ho visto le sue opere. A tal proposito desidero ricordare una citazione
che avvicina l’arte emozionale della pittrice alla splendida e magica stagione
primaverile.
“Adoro la primavera,
mi insegna di nuovo il passo leggero di chi sa dove sta andando e perchè”.
Tale aforisma del
famoso scrittore Fabrizio Caramagna pone
in evidenza il connubio tra la meraviglia
della primavera e la delicatezza dell’arte di Rebecca Garofalo.
Desidero menzionare
qualche cenno biografico riguardante tale “astro luminoso”. Nasce a Milano: si
trasferisce durante il suo percorso di vita dalla provincia di Pavia a Rivalta
Bormida, vicino ad Alessandria: qui nasce la sua passione per l’arte.
Attraverso studi artistici e in particolar modo con gli insegnamenti di Michela
Piacentini la Garofalo acquisisce sempre nuovi stimoli e incoraggiamenti.
Anche i suoi
genitori hanno avuto un ruolo molto importante e poco alla volta ha
sperimentato varie tecniche. La medesima Garofalo definisce l’arte come la sua
“essenza aristotelica”e tale affermazione mi affascina e rapisce: la pittrice
ama l’Arte e lo grida a voce alta.
Le sue opere si
esprimono attraverso una forte intensità “segnica”che inonda la tela e si
materializza creando una dimensione prospettica, talvolta alla ricerca di una
“energia emozionante” colma di forti implosioni.
Ogni quadro ha
un’anima e sussiste una ricerca che fa nascere un incessante flusso vitale.
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