A cura di Silvia Ferrara
Ho conosciuto Massimo
Turlinelli in occasione di un evento espositivo a Torino e sono rimasta colpita
perché ho notato immediatamente da ciò che mi ha raccontato di sè che il suo
animo è profondamente da artista.
Il suo cuore, in piena
sintonia con la natura e con ciò che lo circonda è emerso poco alla volta, come
se in ogni sua frase fosse presente una sorta di “codice pittorico”che descrive
il suo mondo interiore. Dunque chiacchierando e conoscendoci un po’ di più, ho
intuito che l’arte per Turlinelli è un importante mezzo per comunicare un
personale messaggio aldilà di ogni forma artistica del momento.
Un’opera, secondo il pensiero
di Massimo Turlinelli deve allontanarsi da ogni forma estetizzante per compiere un momento di elaborazione personale e
colmarsi di un messaggio narrante, alla ricerca di un proprio equilibrio.
Sottolineo il “proprio”perché quando l’artista parla dei suoi quadri si avverte
una sensazione di una commozione interiore, atta a creare un attimo di idillio
personale.
Ciò che è presente aldilà di
tale scena rappresentativa è la creazione di un “sublime microcosmo poetico” in
continuo dinamismo.
Il rapporto tra l’artista e
la natura è molto intenso e una citazione lo pone in evidenza “Ogni cosa che
puoi immaginare, la natura l’ha già creata”.
Turlinelli mantiene un
intenso contatto con la natura ed esprime una sorta di “meraviglia”. Le sue
opere devono stupire non il pubblico ma se stesso.
In questa nostra “bella
chiacchierata” desidero porle alcune domande:
1: Mi può gentilmente porre
qualche suo cenno dedicato al suo cammino biografico-artistico?
R: Sono nato a Fermo, nelle
Marche e fin da piccolo sono stato appassionato per tutto ciò che riguarda il
mondo della natura, in particolare per le sue evoluzioni. (Mi incantavo sui
percorsi dei formicai, li guardavo con mille domande). L’ho ammirata con
incanto. Ho intrapreso un percorso personale che definisco solitario. Ho desiderato dopo gli studi allontanarmi dal mio paese
e recarmi in Toscana, un luogo meraviglioso, “un paesaggio costruito
dall’uomo”. Ho continuato i miei studi ed iniziato a insegnare con gioia e
passione.
2: “L’Arte si è addentrata
nella sua vita con forza e dinamismo: fa parte di lei con vibrazioni suggestive
e appassionate. Come nasce tale sua passione?”
R: In giovane età ho avuto un
incontro con una persona che successivamente sarebbe diventato il mio
professore all’Istituto d’Arte; frequentava la nostra famiglia e trascorrendo
anche fuori dal contesto scolastico del tempo con lui in mezzo alla natura, ho
appreso poco alla volta che l’arte faceva e fa parte di me. Nella ritrattistica
ho imparato molte nozioni e segreti, e facendo un balzo temporale in avanti,
dopo varie vicende anche personali, ho scelto di creare opere numerandole e non assegnando alcun titolo. La tecnica
da me prediletta è rimasta nel corso del tempo quella della matita policroma e
attraverso ogni opera che è nata con il tempo, il molto lavoro e la passione,
desidero comunicare un messaggio leggibile, decodificabile.
3: Vorrei che lei mi
commentasse un paio di aforismi i quali mi paiono appropriati citare quando si
guardano le sue splendide opere. Il primo è di William Shakespeare, il secondo
di Fernando Pessoa. “Noi siamo fatti della stessa sostanza dei sogni e nello
spazio e nel tempo di un sogno è racchiusa la nostra breve vita”. “Se la vita
non ci ha dato altro che una cella di illusione facciamo in modo di addobbarla,
almeno con le ombre dei nostri sogni”. Cosa ne pensa?
R: Nelle mie opere c’è molta
realtà, do poco spazio all’aspetto onirico, in molti lavori sono presenti gli
alberi ed in particolare il cipresso e il pino. Li rappresento con la tecnica
anzidetta e ho pensato di considerarli come fossero simboli, in particolare ho
assegnato al cipresso l’identità maschile e al pino quella femminile. Ho
raccontato il possibile legame che può esserci fra i due mondi però per quanto
mi riguarda, li ritengo essere molto distanti e differenti. S’incontrano ma il
legame perfetto penso non esista. Riguardo il secondo aforisma, con la mia arte
decoro ed è una decorazione assolutamente individuale.
4: Abbiamo parlato di natura
e in particolare ciò che l’ha colpita fin da quando era piccolo ed anche
durante gli anni successivi. Mi ha accennato a proposito di una sorta di sua
“reinterpretazione della natura”. Come commenta a tal proposito?
R: “Il mio rapporto con la
natura è conflittuale, la osservo con stupore e naturalezza. Talvolta compio
alcune azioni non conoscendone quasi la causa. Ad esempio, alcuni anni fa ho
scattato varie fotografie a rami di alberi perché mi affascinavano. Solo alcuni
anni dopo sarebbero diventati dei soggetti per i miei quadri”
5: Cosa ne pensa a proposito
dell’Arte Contemporanea in genere? E’solo provocatoria oppure può assumere una
propria importanza?
R: “A mio parere l’arte
contemporanea è quella che stiamo vivendo, quella che ci circonda
quotidianamente. E’ciò che viviamo e possiede comunque un messaggio importante,
che va aldilà del semplice fatto estetizzante e per acquistare importanza deve
comunicare un messaggio assolutamente decodificabile.”
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