L’immediatezza della
fotografia
A cura di Silvia Ferrara
Il 25 febbraio alle ore 18 si
è inaugurata l’esposizione dal titolo “Un tocco di eternità tra fotografia e
pittura” presso la raffinata Torino Art Gallery di via Vanchiglia n.6, diretta
con maestria da Vito Tibollo. Desidero “raccontarvi” un po’ degli artisti che
espongono in tale mostra iniziando da una famosa citazione: “Ho fatto delle foto. Ho fotografato invece di
parlare; ho fotografato per non dimenticare, per non smettere di guardare”.
Tale citazione di Pennac,
noto scrittore francese, ci immerge con immediatezza nel mondo della fotografia
, un universo interiore ove ogni
scatto riflette uno stato d’animo riflessivo. Infatti nell’attimo in cui nasce
lo scatto, sorge un momento di eternità che racchiude una continua mutevolezza,
pone in risalto soggetti, atmosfere che fanno pensare ad un viaggio. Nella
fotografia c’è dunque un attimo in cui si coglie “un’essenza” e la mano la
immortala con la macchina: in tali opere si desidera andare oltre e notare come
ogni artista faccia nascere la sua opera con un atto “differente”, talvolta
rivoluzionario che dona al pubblico qualcosa in più rispetto ai canoni del
mondo della fotografia. Allontanandosi dunque dagli scatti più semplici, i
fotografi che espongono questa sera creano un universo alternativo, ove le
forme catturate con maestria svelano con naturalezza l’invisibile, ciò di cui
il nostro animo quotidianamente si nutre.
Desidero ora addentrarmi in
alcuni particolari degli artisti che partecipano.
Francesco Pastore nasce a Cosenza, nella bella terra calabra. Il suo cammino artistico
ricco di studi nel settore e di partecipazioni ad importanti eventi, lo vede
protagonista anche nella fotografia. Le sue opere richiamano attimi emozionanti
rubati alla natura e si nota come desideri cogliere non solo uno scatto del
mondo voglia creare un aspetto simbiotico con esso. Tale sensazione di
“mistero” crea una consapevolezza di esser giunti ad un’emozione unica.
Paola Parodi
nasce a Novi Ligure. Scopre la fotografia quando, come lei stessa commenta “ho
capito che avrei potuto guardare le cose di ogni giorno da un punto di vista
diverso.” Il suo motto è “Less is more”, è affascinata dai dettagli, spazi
aperti, architettura. Le opere fotografiche presentate rapiscono il pubblico
evocando una sorta di “ispirazione cosmica” che rievoca uno spazialismo
fotografico imponente. S’intravede una perpetua esplorazione.
Santo Zoccali,
calabrese di nascita e torinese d’adozione vive a Torino dal 62. Da sempre ama
la fotografia con passione e fotografa la natura, i paesaggi e panorami
suggestivi. Nelle sue opere è presente un percorso di riflessione che si estrinseca
in vari modi: ogni scatto immerge il fruitore in un mondo colmo di emozioni
istantanee. Ciò che si nota è come un continuo suo cambiamento dello scatto
fotografico ponga in risalto un mondo sinfonico,
ricco di poesia e lirismo.
Luca Sterpone scopre
la sua passione per la fotografia con sorpresa e curiosità. Ciò che si può
notare guardando le sue foto è come dietro ad un paesaggio, uno scorcio di
natura sussista il suo desiderio di catturare l’animo del luogo o del soggetto.
L’artista non desidera solo fermare l’attimo dello scatto ma creare un viaggio
lirico ove le emozioni fluttuano con forza. Il fotografo coglie e respinge, un
continuo dualismo si evolve in un’allegoria istintiva.
Bruna Vietri
è qui presente con Grazia Novelli, le quali sono state protagoniste di un
progetto espositivo con Patrizia Falconetti a Ca’Zanardi, a Venezia intitolato
“Over the roots & inside the Trees”. Vietri nasce a Novara e un po’
casualmente “porta i suoi passi” in Lombardia, Svizzera e Francia. Cantante,
musicista, lettrice per vocazione propone
opere fotografiche che richiamano un’intensa bellezza ed “espressione
dell’animo”. I volti proposti rimandano al sentimento, l’armonia e la
dissonanza, una rara “setosità” del soggetto.
Massimo Fogli
è di Torino, dopo gli studi ad indirizzo fotografico persegue la passione per
la fotografia anche se subisce un po’ il passaggio dall’analogico al digitale.
Un viaggio in Polonia risveglia tale forte passione. Le sue opere sono
principalmente in bianco e nero e rimandano al genere “street” : la sua
espressività interiore è molto forte e pone in evidenza una fotografia
contemporanea individualistica ove la particolarità della tematica emerge con
forza.
In tale esposizione abbiamo
chiesto ad alcuni artisti che hanno già esposto nella scorsa collettiva di
continuare in permanenza.
Margherita Caliendo, nativa della Svizzera e appassionata di pittura, fin da molto presto.
Dopo aver frequentato studi artistici, si dedica con passione all’arte “in
toto”, insegnando attualmente storia dell’arte. Le sue opere sono molto
intimistiche, desiderano richiamare l’animo anzidetto e pongono riflessioni su
come l’uomo crei un rapporto simbiotico e unico con ciò che lo circonda.
L’intensità segnica è fortissima.
Giovanna Sinatra nasce ad Acate, in provincia di Ragusa, un paese ricco di storia.
Giunge in Piemonte a Rivoli negli anni ’60. Piano si delinea il suo percorso di
vita che fin da piccola ricerca una sorta di indipendenza, con il desiderio di
migliorarsi, sempre. E’ una pittrice che sa esprimere il suo cuore attraverso
un’arte pulsante ove i soggetti sono esaltati da eleganza e da un ritmo
coinvolgente: lo sguardo, i sensi del pubblico sono rapiti e il carico emotivo
tocca gli accordi più profondi.
Marco Zaia dopo
aver conseguito il diploma di maturità artistica in progettazione plastica a
Vercelli, partecipa con buon successo a collettive in Vercelli proponendo opere
scultoree di materiale vario. Dopo la laurea e vari studi dal 2015 si dedica
con passione al proprio laboratorio artistico. Attraverso la sua arte Zaia
esprime se stesso con uno stile ove viene svelato un mondo parallelo; è
presente un soffio generatore di vita.
Dino Acciaro è
nativo di Milano. Dal 2004 s’immerge nello splendido mondo dell’arte: le
tecniche si diversificano parecchio e sia la materia che il colore esprimono la
passione di Acciaro per un’arte originale, suggestiva. Le sue opere esaltano
un’accezione intimistica dell’arte, proiettata verso una chiave post-moderna.
La mostra perdura fino al 24
marzo. Da non perdere e immergere il proprio animo in ogni singola opera.