a cura di
Silvia Ferrara
Una citazione di un famoso
giornalista e scrittore britannico, Walter Bagehot a mio parere descrive uno
dei molti aspetti che caratterizzano la brava Francesca Gabriele: “Uno dei
grandi aspetti della natura umana è la bellezza di un’idea Nuova”. Questo è un importante
quid che contraddistingue la pittrice Francesca Gabriele e pone in risalto come
il suo cammino artistico abbia creato recentemente la ricerca di un’ “aura singolare e dorata”, colma di solari
tavolozze cromatiche.
Nel corso degli anni e delle
sue esperienze artistiche, Francesca Gabriele ha espresso il desiderio di
un’intensa libertà pittorica in bilico tra soggetti più figurativi e un mondo
più astratto.
In un percorso più recente, ciò
che Francesca ha desiderato porre in risalto è un’immagine che richiama una
forte Spiritualità Intellettuale che può ricordare un primordiale Braque. Secondo
me c’è un’opera di Braque dal titolo “Quotidien, violino e pipa” del 1913 che
potrebbe avvicinarsi un po’ all’arte di Francesca Gabriele, non per la scelta
dei soggetti ma per la comune ricerca di una dimensione ove il proprio “io”è
Libero e si proietta in una sorta di emancipazione
da una composizione precostituita, verso un’orbita immateriale.
Un aspetto sempre molto
presente nelle preziose opere di Francesca Gabriele è la ricerca di un
linguaggio coloristico importante ove ogni tocco è sapientemente creato ponendo
in evidenza un’energia intensa e ritmica che spianano e catturano anche un pubblico
distratto. La sua sensibilità cromatica alterna delicatezza e forza e si dà una
notevole importanza anche alla Luce che è presente in un tardivo Kandinsky.
In una delle sue ultime opere
Francesca Gabriele sottolinea l’importanza dell’ “impatto visivo” coloristico che
crea forme appena abbozzate ma infinitamente in evoluzione e mutevoli.