giovedì 11 maggio 2017

Una contemporaneità singolare

Il fanciullino pascoliano nell’animo di Bellini

A cura di Silvia Ferrara

Il 6 maggio ’17 alle ore 18.30 presso la Torino Art Gallery di via Vanchiglia n.6 si è inaugurata “Scatènati” esposizione personale di Edoardo Bellini.
Ho conosciuto Edoardo in alcune collettive d’arte qui in questa galleria ed ho potuto notare come tra lui e l’arte sussista un rapporto appassionato, direi quasi simbiotico. Durante la presentazione critica il Prof. Giorgio Barberis ha delineato con estrema semplicità e bravura i tratti che contraddistinguono l’artista.
A tal punto desidero porre una citazione del noto George Bernard Show che fa intuire questo “filrouge” presente tra Bellini e le opere e così dice: “Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso, e si usano le opere d’arte per guardare la propria anima”.
In ogni opera è presente l’anima dell’artista, una sorta di soffio evocativo. Dunque nel suo percorso artistico, Bellini ricrea una concezione “spaziale” che sfocia in una creazione di un linguaggio comunicativo, il quale pone in evidenza un singolare estro prospettico. L’inconscio di Bellini emerge con forza e la visione che ne nasce è immersa in un contesto tale da creare un viaggio misterioso, a tratti metafisico.
Vorrei citarvi un paio di versi di un testo poetico scritto da Bellini e che fa capire come sia presente un dualismo ben evidente in bilico tra una visione più intimistica ed una più spontanea, che Osa. “Non essere veloce nel mescolarti al buio come la pioggia al tuffarsi all’oceano/ inzuppa le tue mani e cercati dipanando le onde nella luce…”
Tale sua passione che si esterna anche attraverso la creazione di scritti pare essere una “danza” che racconta ora un mondo più reale legato ai ricordi del passato, ora più fantasioso che s’immerge in ideali senza tempo. Mi piace pensare come guardando le opere di Bellini si vada oltre e il pubblico, rimanendone certamente rapito, possa ascoltare il fanciullino pascoliano che alberga un po’ in ognuno di noi.
La strada dell’artista non è ricca di immediatezza ma è caratterizzata da un forte desiderio di comunicazione che riproduce differenti tematiche come la società, il mondo, desideri ancestrali.
Se guardiamo con attenzione alcune sue opere in particolare, emerge con forza come abbiano la capacità di creare una “possibilità dialogica” che dona interrogativi, quesiti che fanno riflettere sulle molte domande dell’animo: così la sua creazione che tende alla realizzazione di uniche volumetrie sfocia in linguaggi suggestivi richiamanti tocchi intensi e vibranti.
Bellini, ogni qualvolta crea un’opera d’arte si pone come profondo conoscitore del rapporto che nasce tra la molteplicità dei materiali utilizzati e il colore e si desidera porre in grande evidenza la libertà creativa.
Le immagini proposte talvolta possono essere avvicinate alla pop-art, tal’altre desidero considerarle opere “alchemiche” che viaggiano e si riplasmano in modo perpetuo, facendo nascere turbinii d’impatto, improvvisi.
Le sue opere appaiono al fruitore con una certa imponenza ma se ci avviciniamo per guardarle più da vicino notiamo che il materiale è solo un mezzo attraverso il quale Bellini dà voce all’invisibile: il materiale è solo uno strumento con il quale far emergere l’immateriale, ciò che nell’intimo del suo animo è nascosto.
L’impalpabile si crea un angolo nascosto, per poi  osare, esplodere fra tocchi, creazioni più riflessive e con una gestualità più istintiva. I colori che nascono dalla combinazione dei vari assemblaggi ripropongono un’idea di solarità compositiva che attira il pubblico con molta naturalezza: la gamma cromatica, così come la scelta dei vari materiali, pongono l’artista in una prospettiva tale da estraniarsi dal mondo fisico per addentrarsi in un universo parallelo. A tal punto, desidero terminare il mio commento critico con una breve poesia che ho creato per tale occasione:
Tu, o mia arte

Silvia Ferrara


Dietro alle domande che velano i tuoi occhi
Si nasconde l’animo.
La luce divide
e unisce.
Dietro i tanti quesiti ecco il desiderio per lei
Quella brezza di realtà
che un giorno raggiungerai.
Un sorso d’acqua sei,
che si avvicina nei meandri della mente.
Tu, o mia arte,
sei e sarai la mia amante.





Nessun commento:

Posta un commento