martedì 16 maggio 2017

Le modulazioni pittoriche di Silvia Borello Lenta

Una dolce rinascita nell’arte

A cura di Silvia Ferrara

Quando si osservano le opere di Silvia Borello Lenta, si può notare come la sua appartenenza ad una matrice piuttosto figurativa sia assolutamente non banale ma rappresentante di un’imponente indagine introspettiva.
Desidero citare tale aforisma che “in toto” rappresenta l’animo di tale meravigliosa artista: “Nascere non basta. E’ per rinascere che siamo nati. Ogni giorno” (Pablo Neruda).
La Rinascita è il leit-motiv dell’arte di Borello Lenta e l’esplorazione segnica presente è tale da creare substrati di generi differenti. Silvia Borello Lenta nasce a Cuneo e fin da piccola la sua passione per il disegno è molto forte, oltre alla sua grande libertà creativa, un po’ “figlia d’arte” la pittrice dona corpo ai suoi pensieri diventando poliedrica e dipingendo su materiali differenti, non dimenticando tele, tavole e carte avvalendosi di tecniche differenti.
Dopo aver esposto le sue opere riscuotendo un notevole successo, il suo percorso artistico riscuote un imponente evoluzione, sia riguardo la tecnica che i contenuti. Ha partecipato anche a fiere d’arte prestigiose ed esposizioni in location note.
Come anzidetto il mondo pittorico figurativo di Silvia Borello Lenta costituisce una sorta di rinascita del suo animo, trascendendo la mera realtà quotidiana. Tra i soggetti preferiti dall’artista si pongono in evidenza opere di impronta figurativa che varcano ogni confine per “addentrarsi in un oltre poetico”, in una dimensione piuttosto contemplativa e lirica.
Parlando di tale rinascita artistica desidero porle qualche domanda:

1: Ho potuto notare come il mondo principalmente figurativo sia solo un “mezzo” per creare un importante dialogo con il pubblico, alla ricerca di un’esperienza pittorica al limite del concettuale: c’è dunque tale percorso pittorico in bilico tra il figurativo e il concettuale? Come commenta a tal proposito?

Risposta: “I sentimenti controversi prendono violentemente una funambolica forma ricca di energia repressa, ciò che viene espulso su una tela è quindi un misto indivisibile di sentimenti contrastanti, concetti e visioni che un occhio attento può cogliere e percepire anche a pelle, un insieme di pensieri, emozioni, situazioni di vita vissuta o ancora presente”.



2: L’espressività di molte sue opere richiama immagini colme di equilibrio e un vivace ritmo compositivo: il suo tocco è sicuro, ricco di un importante estro compositivo: come nasce la sua pennellata? Mi racconta una delle sue emozioni dalla quale nasce un suo quadro?

Risposta: “L’abbozzo dell’opera solitamente è ciò che vedo chiaramente già nella mia mente, talmente ricca di emozione da farmi venire voglia di esternarla, man mano che dipingo seguo lo scorrere delle emozioni, spesso ciò che ho visto chiaramente come immagine nella mia mente non è la stessa una volta riportata sulla tela, è un lungo percorso che va cambiando in base alle emozioni del momento, lavoro su strati ben definiti, ognuno è dettato da uno stato emotivo differente, a volte sono talmente immersa nei miei pensieri che il pennello segue la mente inconscia più di quella fisica”.



3: Alcuni suoi lavori riflettono a mio parere una sua personalità pittorica ricca di una ricerca di una dimensione pittorica modulata, raramente istintiva. Come definisce la sua pennellata e mi può raccontare un segreto recondito che la fa nascere?


Risposta: “Posso dirti che inizialmente le mie pennellate possono sembrare quasi medianiche, proprio perché seguo la proiezione della mia mente inconscia, le definizioni sono generate invece dalla mente conscia, seguendo le leggi del chiaroscuro, prospettiva, etc…  sono forme che vedo aleggiare intorno a me costantemente, figure che si riescono a percepire solo quando si è rilassati e molto vicini a una fase similare a quella rem del nostro sonno, forse anche per questo che sembrano molto più vere”.


4: Una nota citazione di Adrien Helvètius descrive il perpetuo connubio tra i racconti e l’arte: “La storia è il racconto dei fatti, e i racconti così come l’arte sono la storia dei sentimenti”. Come commenta a tal proposito?



Risposta: “Vero, un’opera è una storia, ma in 3d… un insieme equilibrato di corpo, mente e spirito che spesso di avverte non solo sul piano visivo ma anche sul piano emozionale”.



5: Quanto sono importanti la luce e il colore nelle sue opere?



Risposta: “Molto, secondo le emozioni…. Più colori rappresentano uno stato emozionale proteso verso l’esterno, la voglia di confrontarsi con altri esseri umani alla pari, meno valori tonali rappresenta una chiusura e il bisogno fisiologico di una pausa di riflessione, un momento da trascorrere con sè stessi osservando staticamente ciò che mi veicola attorno. Per chi osserva attentamente le mie opere sono un libro aperto, chiunque può accedere al mio mondo e capire il momento sia fisico che mentale in cui è stata creata e a volte percepire le stesse emozioni”. 

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