venerdì 20 ottobre 2017

E il sogno veneziano continua
A cura di Silvia Ferrara


Siamo abituati a vedere la città di Venezia che risplende in molte eccellenze come la musica, l’arte, il cibo, il turismo: un famoso aforisma di Friedrich Nietzsche descrive in modo appieno la misteriosa città della Serenissima: “Se dovessi cercare una parola che sostituisce “musica”, potrei pensare a Venezia”.
Anche quest’anno la città di Venezia è protagonista di un importante evento che si pone tra le varie manifestazioni artistiche riguardanti la Biennale d’Arte: mi riferisco all’VIII edizione di Internation Art in Venice, ideata e curata dal poliedrico Fausto Brozzi, che ogni anno conduce i suoi artisti in un “sogno veneziano”. L’evento internazionale conferma il successo dell’anno precedente e si è riproposto con forza e nuove energie regalando al pubblico forti emozioni. L’esposizione si è inaugurata il 6 ottobre presso la dimora storica di Ca’Zanardi.
Fausto Brozzi con bravura e umiltà ogni anno si dedica con passione alla preparazione di tale evento e aldilà della selezione degli artisti provenienti un pò da tutto il mondo, ha cercato di creare connubi tra le “anime” complementari degli artisti. Inoltre, avvalendosi di validi collaboratori ha creato un gruppo che pur conoscendosi magari alcuni anche solo sui social, molto affiatato ha desiderato “vivere l’Arte”in modo appieno, creando così anche legami di forte amicizia.
Ogni anno viene scelto un titolo che rappresenta in “toto” l’esposizione: “Extra-Ordinary” richiama un personale messaggio degli artisti, “straordinario” proprio come loro. I pittori, scultori, fotografi scelti per tale evento sono molto differenti sia per tecniche che per contenuti e desidero porre un breve cenno su alcuni artisti che ho avuto la possibilità di invitare:
L’opera dal titolo “Paolo e Francesca” è stata proposta da Cecilia Gattullo, artista che con il suo tratto lega i suoi soggetti dall’occhio al cuore e traccia una splendida concretezza pittorica che delicatamente attrae il pubblico. Il colore è parte integrante dell’opera, richiama una rara forza espressiva.
Ho avuto la fortuna di recensire i lavori di Marco Raffaele ed ho potuto notare un’evoluzione pittorica perpetua ove l’informale, al limite dell’astrazione, annulla l’incertezza dell’infinito, e nasce una sorta di “universo attuale” ove il tempo e lo spazio si annullano. La sua tecnica “inversa” rende l’opera meravigliosa. Il titolo dell’opera esposta è “Il campo fiorito”.
Bruno Cesca ha proposto l’opera materica dal titolo “Sussurranti scie” e tale suo lavoro ci fa avvicinare al mondo dell’informale sgrammaticato con un’evocazione di una recondita emozione: in particolare in tale quadro sussiste un connubio tra tocchi di colore e una singolare strutturazione considerata come luogo dell’animo.
Anna d’Alessandro ha esposto in tale mostra due opere importanti “La Nuova Alba” e “La Creazione”: sono molto differenti tra di loro ma pare abbiano entrambe una interessante “proiezione” interna che cattura anche l’occhio più distratto. I colori creano una dimensione scultorea e pura.
“Sterlizie”è il titolo del raffinato acquarello di Mariagrazia Ruggiu. La pittrice continua ad affermare la sua grande bravura in ogni manifestazione artistica alla quale partecipa. Il suo tocco è fluttuante, ricco di grande pathos e attraverso l’acquarello coglie il mondo esterno, colmo di una miriade di dimensioni.
Luana Gogna ha esposto “La luce del successo”, un’opera ove il colore è il grande protagonista, così come anche l’inserimento di elementi che donano al quadro un’evocativa spazialità e tridimensionalità: la gamma cromatica diventa così simbolica e pone in evidenza importanti contrappunti.

“Bud in Flames” è un originale quadro di Francesco Pastore: tale singolare opera caratterizza il cambiamento innovativo del suo cammino artistico. Il simbolo della rosa, realizzato dando importanza ad una visione tridimensionale, pone in evidenza sentimenti che aleggiano con forte “intensità” segnica. C’è un filrouge tra realtà e fantasia.


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