martedì 7 marzo 2017

L'espressione dell'animo di Rosa Maria Lo Bue

Un singolare figurativo espressionista 

A cura di Silvia Ferrara

Un’intensa componente espressionista è presente nelle opere di Rosa Maria Lo Bue. Il suo percorso artistico è ricco di partecipazioni ad esposizioni pittoriche di notevole rilievo: l’incontro con il Professore di Disegno Giacomo Soffiantino ha fatto capire alla pittrice l’importanza per la sua passione per l’arte. Ha seguito i corsi di “Figura dal vero” e di incisione con il Prof. Romagnoli.
La pittrice ha carpito da importanti maestri vari segreti dell’arte ed ha partecipato con successo ad esposizioni artistiche di notevole pregio.
La Lo Bue sublima la figurazione compiendo un perpetuo mutamento: un moto comunicativo è presente nelle sue opere con forza ed energia, c’è un’interessante ricerca dell’essenza.
Dunque negli occhi dei suoi splendidi soggetti, s’intravede una tematica talvolta più classica tal’altre più sperimentale: si nota in alcuni visi tratti richiamanti una perfezione quasi raffaelliana che crea un connubio tra uno scenario più classico ed uno più contemporaneo.
La sua esperienza artistica pone di fronte al pubblico una forma pittorica che improvvisamente pare subire dei cambiamenti, liberando un forte desiderio di espressività: s’intravede un soggettivismo che richiama intime vibrazioni e un mistero compositivo sublime.

Intervista:


1: Ogni volta che ammiro le sue opere rimango stupita: emerge la sua personalità così sensibile che riflette un’armonia pittorica che incanta. Sussiste un leit-motiv tra un’opera d’arte e un’altra e se conferma, come nasce tale congiungimento, tale viaggio artistico?

R: Le mie opere nascono dal desiderio di trasmettere forti emozioni,  cogliendo in tal modo tutto l'arco dei sentimenti con sguardi magnetici a volte allegri a volte pieni di disperazione o di indifferenza.



 2: La sua visione figurale pone in evidenza una notevole gestualità pittorica che coniuga un’interessante sensibilità ad una modulazione passionale. Come nasce il primo pulpito di una sua opera? Mi racconta un suo segreto a tal proposito?

R: Da una lunga ricerca che trae la sua sintesi attraverso una scelta dei colori che si struttura sulla base di una tavolozza emozionale.


3: Si può dunque intravedere un dualismo che pone le sue opere in costruzioni sinottiche differenti che donano al fruitore la sensazione di un linguaggio artistico in continua ricerca?

R: Si. Credo molto nel rapporto mente-corpo. Le mie opere sono la mia anima, sono i miei desideri i miei tormenti le mie gioie anche la mia disperazione e le mie paure, che hanno come fine costruire un rapporto empatico con il fruitore.


 4: Ogni opera è creata dando sfogo alle ispirazioni più intime dell’animo, ponendo in risalto un figurativismo che varca un’emblematica essenza; quanto rispecchiano il suo animo le sue dolci creature?

R: Vorrei certamente essere sempre più padrona delle varie tecniche pittoriche , perché in questo modo potrebbe essere un tramite sempre più efficace per esprimere attraverso una sintesi emozionale una evoluzione pittorica, che rispecchii il mio essere.



5: C’è un’evoluzione del suo percorso artistico che mira a cambiamenti repentini?


R: E’ vero, sono alla ricerca di qualcosa che completi o che continui il viaggio artistico già iniziato, sperando di riuscire ad esprimere non solo con gli occhi e con lo sguardo ma anche con il corpo tutti i sentimenti, emozioni, disperazioni della vita.

Vorrei certamente essere sempre più padrona delle varie tecniche pittoriche , perché in questo modo potrebbe essere un tramite sempre più efficace per esprimere attraverso una sintesi emozionale una evoluzione pittorica.

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