martedì 23 febbraio 2021

Suggestive campiture cromatiche



Il desiderio della progettualità informale


Silvia Ferrara


Il vigore coloristico nell'arte di Roberto Pino costituisce un importante cibo per l'animo e la "vitalità" che corre tra i suoi tocchi svela con forza un labirinto artistico che crea dimensioni infinite. 

La leggibilità delle sue opere richiama un fruitore colto e attento, e pone in evidenza un processo creativo che supera i "confini visivi" per immergersi in un locus arcanum. Non esiste però solo questo senso di meditazione misteriosa che richiama le opere di Roberto Pino ma anche il desiderio più recondito di lasciarsi sorprendere con stupore, innocente come quello dei bambini. 

In alcuni quadri suoi più recenti è presente una composizione pittorica che crea un'atmosfera sospesa, quasi di attesa alla ricerca di una tattilità cromatica.

Il suo navigare nella pittura informale-astratta rivela un animo gentile e appassionato all'Arte .

Tra le opere presenti nel suo cammino pittorico, desidero annoverare "Fiore di Maggio"ove proprio il colore fuoriesce dalla tela e crea un'intensa trasformazione materica; l'equilibrio cromatico si alterna ad un'evasione dalla realtà. 

Una nota citazione dello storico e architetto Carlo Ferrario richiama l'arte di Roberto Pino: "Il Labirinto è come l'Arte: l'unica realtà che ci offre ora via d'uscita". La dimensione labirintica è presente nei lavori luministici di Roberto Pino, talvolte al limite di un immaginato realismo, tal'altre in connubio con un'espressione astratta cosmica.



Roberto Pino, desidero porle alcune domande per conoscerla un pò di più e ampliare i cenni critici a lei dedicati:


1: "Si usa uno specchio di vetro per guardare il viso e si usano le opere d'arte per guardare la propria anima". Ritengo che la sua arte singolare e ricercata racchiuda le famose parole dello scrittore George Bernard Shaw e ricerchi un'estetica a tratti onirica. Come commenta se concorde con me"?



R: "Si, sono d'accordo. Le opere di un artista sono lo specchio dell’anima di un artista. Dalle opere emerge spesso qualcosa che altrimenti non è visibile.

Nel mio caso uso spesso le opere per esprimere concetti personali o universali a me cari, quali ad esempio l'affetto per qualcuno, come in Fiore di Maggio, che è dedicata alla mia nipotina, oppure la necessità di avere qualcuno a cui confidare gioie, dubbi e angosce come in Dillo alla Luna, oppure ancora l'angoscia per qualcuno che ci lascia, come ne L'abbandono. Ma anche pensieri più esistenziali come il passare del tempo che ho rappresentato in Time is running out.



2: "Cito una sua opera che richiama una contemporaneità concettuale, "The time is running out" ove il colore crea una dimensione tale da far nascere una sorta di fermo immagine pollockiano. Cosa pensa a tal proposito e come nasce il suo bel quadro?"



R: L'opera "Time is running out" è stata forse la mia prima vera opera concettuale in quanto nasce per rappresentare il pensiero che la vita in fondo è una sequenza di istanti; l'istante successivo diventa un ricordo. Pensiero che ho maturato tempo fa partendo dalla filosofia di Eraclito, tutto scorre, come il fiume che ti tocca una sola volta. Analogamente ogni istante della vita appena percepito è già passato.

Il titolo deriva invece da una canzone dei Muse. Molto spesso le mie opere hanno riferimenti ad un titolo o ad un pezzo di una canzone. In questo caso il titolo della canzone si addice, secondo me, molto bene per esprimere il concetto del tempo rappresentato nell'opera. 



3: "Ho letto con interesse il suo cammino biografico e ho notato che solo da alcuni anni ha cominciato ad esporre, partecipando a noti eventi e riscuotendo un ottimo successo. Sussiste un motivo che l'ha condotta ad esporre in un momento tardivo rispetto ai suoi esordi? C'è un aneddoto riguardante il suo percorso che desidera raccontarmi?"



R: La mia passione per l'arte e la voglia di impegnarmi in questo senso, nasce quando ho visto in una mostra un catalogo di Paul Klee. Da questa rivelazione ho scoperto come tramite la pittura informale sia possibile esprimere qualcosa senza dover necessariamente far riferimento ai canoni classici della pittura e del figurativo realista. 

Probabilmente solo negli ultimi due anni ho preso coscienza che questo mio modo di interpretare l'arte poteva essere condiviso al di là dell'ambito personale. 

Ho considerato  come il mostrare la propria arte completi il percorso naturale di essa e che in fondo tutto ciò che potrebbe provocare una emozione in chi lo osserva ha titolo per essere condiviso. 




4: "La proiezione intensa ed evocativa dell'opera "L'abbandono" sollecita il fruitore nel riconoscimento di uno scenario artistico e simbolico. Cosa desidera comunicare attraverso i contrappunti informali presenti nell'opera?"


R: Questa opera vuole rappresentare la situazione dell'abbandono come si desume dal titolo, ma in particolare l'abbandono volontario...le due figure percorrono un pezzo di strada insieme e sono l'una il centro di gravità per l'altra facendo sì che non si allontanino, descrivendo questo movimento sinusoidale. 

Ad un certo punto qualcosa cambia e mentre chi sceglie il cambiamento si eleva, l'altro soggetto precipita. 

Anche questo dipinto come molti altri del mio repertorio è tratto da un pezzo una canzone, in questo caso Immagini di Nesli. 



5:"Nel suo cammino pittorico il dinamismo e la sensorialità coloristica hanno lasciato spazio ad un recondito desiderio di avvicinarsi ad un mondo più figurativo?"


R: Nel mio percorso artistico l'aspetto figurativo non è mai fine a sé stesso, ma è sempre funzionale ad esprimere qualcosa. 

Il significante assume una significanza ben specifica che non coincide con il rappresentare l'oggetto in modo realistico. Anzi l'oggetto è sempre molto distante dal reale, o per proporzioni o per i colori che assume. 

Sia i colori che la forma devono sinergicamente esprimere qualcosa che non mai è l'oggetto in sé. 


6:"Come nasce la progettualità di una sua opera? C'è un aneddoto biografico che ha determinato il suo avvicinamento alla dimensione informale?" 


R: Le mie opere hanno quasi sempre un primo passaggio di rappresentazione su carta dell'idea da cui nascono... Il classico bozzetto.

L’idea di base spesso nasce sulla base di titoli o pezzi di canzoni, su pensieri relativi a qualche aspetto della vita oppure ancora semplicemente dall’osservare qualche forma nell’ambiente in cui mi trovo.

La realizzazione prevede poi la creazione della base materica incolore in cui ha grande importanza la gestualità per modellare le forme. Un po’ come da ragazzini quando si facevano le piste per le biglie o i castelli nella sabbia.

La terza fase crea lo sfondo dell'opera che costituisce l'atmosfera in cui voglio inserire i soggetti definiti dalla modellazione materica precedente, ed è realizzata tipicamente con colori a smalto.

Infine l'ultimo passaggio  è la definizione cromatica dei soggetti dell'opera che spesso caratterizzo con colori metallizzati o metalliscenti oppure ancora con colori pieni piuttosto violenti per attribuirgli maggiore carattere ed espressività.

Le opere vogliono essere dei mini mondi in cui l'osservatore si immerge per riemergere dopo averne compreso i significati ma soprattutto traendone una qualche emozione, magari anche non necessariamente la stessa che ha guidato in me la creazione dell'opera.




"L'Abbandono", 
cm 50x40
tecnica mista con smalto, acrilico su masonite, 2020






                                                                "Time is running out"
                                                                            cm 35x50
                                                       tecnica con smalto e acrilico su masonite, 2019







                                                                 " Fiore di Maggio"
                                                                         cm 50x40
                                                tecnica con stucco e acrilico su tela, 2019

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