venerdì 18 ottobre 2019

Un continuo catarsi di emozioni


I mondi rappresentativi di Emilia Alberganti

A cura di Silvia Ferrara

Il cammino pittorico di Emilia Alberganti dona al pubblico la consapevolezza di percepire una personale “sensorialità” che crea un importante passaggio, ossia il desiderio di “osservare” e non soffermarsi al primo sguardo dell’opera: se riflettiamo su tale aspetto, vediamo nascere una sorta di “coscienza passionale” che pone in evidenza un’interiorità dirompente dell’artista. L’espressività così intensa dell’Alberganti fa capire come l’arte sia stata da sempre parte della sua vita.
Emilia Alberganti nasce ad Omegna, nella provincia del Verbano-Cusio- Ossola e fin da giovane ecco emergere la sua grande passione per l’arte e la pittura. Frequenta con ottimi risultati gli studi artistici, accademici, per apprendere le molte tecniche di disegno, di pittura ed anche l’acquarello: talvolta s’ispira a grandi maestri del passato e fra questi cito Caravaggio, Cèzanne, Veermer. Dunque il percorso pittorico intrapreso dall’Alberganti traccia alcuni riferimenti che richiamano la pittura in parte più tradizionale ma non solo, ecco d’improvviso nascere un universo artistico ove si sovrappongono differenti “mondi rappresentativi”, luminosi e chiaramente evocativi.
Nelle opere riecheggiano molti suoi cambiamenti di vita che sono fonte d’ispirazione di ogni singolo gesto pittorico: come anzidetto Caravaggio rappresenta per la pittrice un’importante figura che le ha trasmesso il desiderio di una composizione artistica rappresentativa, ove l’Io viene proiettato, talvolta reinterpretato per plasmarsi in una vorticorsa molteplicità di emozioni. Un’emozionante espressione sull’arte di Caravaggio esprime appieno il mondo artistico di Alberganti : “I volti sono illuminati, i dettagli emergono dal buio con tale arcana chiarezza da poter essere visione. Guardare i quadri di Caravaggio è come guardare il mondo alla luce di un fulmine”. (Andrew Graham Dixon). 





Emilia Alberganti, desidero conoscerla ancora di più e vorrei porle alcune domande:

1: Mi sembra naturale e spontaneo il suo desiderio di esprimere un “processo cognitivo” che si avvicina secondo alcuni aspetti al realismo e talvolta al neomanierismo. Mi riferisco ad una imponente creazione di un “linguaggio” personale che stupisce. Come commenta a tal riguardo?

R: Il mio linguaggio è stato definito accademico, realista e non solo ma semplicemente è nato da emozioni che albergano nella mia anima, è un fatto catartico e tutto ciò mi ha portato a voler vedere in prima persona nelle mie opere ciò che ha bisogno di essere liberato: la mia visione non può essere altro che figurativa.






2: Abbiamo notato nel suo verbo artistico molte importanti evoluzioni e dapprima uno spirito più realistico e accademico e successivamente è nata un” ‘estetica cromatica” che volge verso un’innovativa e intensa contemporaneità: tra le opere più recenti “La speranza” raffigura una simbolica fiamma che manifesta un microcosmo  sinergico e complementare. Oltre l’immediata simbologia sussiste il desiderio di mostrare una sfaccettatura secondo la rosa interiore  freudiana. Cosa ne pensa?

R: In effetti nell’opera “La Speranza”, ho voluto inserire la cromaticità della candela ma per un fatto del tutto personale e non per un’evoluzione artistica: in quel momento in cui operavo oltre naturalmente al messaggio che racchiude quest’opera molto importante, nasceva un modo per capire se riuscivo nuovamente ad approcciarmi con il colore che ultimamente ho abbandonato e posso affermare che ho fatto fatico solo per una mia riflessione interiore.






3: Il “luogo”cromatico dell’Alberganti pare plasmarsi in modo tale da creare espressioni coloristiche di certo figurative ma non tradizionali, al limite di un simbolismo che definisco concettuale . Nascono così opere molto intense come “Risollevarsi” , un profilo di donna ove i tratti eseguiti con raffinatezza rimandano ad uno spirito vigoroso che traccia un linguaggio cosmico: come commenta a tal riguardo?


R: La mia pittura vuole essere a volte provocatoria, soprattutto per me stessa è assolutamente concettuale e piena di messaggi; in questa donna il messaggio può essere letto in modo soggettivo ma per quanto mi riguarda “Risollevarsi” ha un significato profondo e certamente dietro a ciascuna opere c’è un’importante introspezione. 






4: La nota poetessa e attrice statunitense Maya Angelou così racconta: “La vita non si misura attraverso il numero di respiri che facciamo, ma attraverso i momenti che ci lasciano senza respiro”. C’è una similitudine secondo lei tra questa frase e la sua arte?

R: Direi di si, a volte i molti sospiri sono necessari, li facciamo per i più svariati motivi, sia positivi che negativi ma un sospiro di stupore guardando anche semplicemente un'opera è una cosa bellissima e a volte ci lascia un turbinio di emozioni che ci fanno sanamente respirare.



5: Mi può raccontare un’ emozione che ha fatto nascere una delle sue splendide opere?

R: La mia arte, da un passaggio cromatico di piacere  visivo si è evoluta in un mondo monocromatico di necessità psicologica  e ponendo l’attenzione sul concetto di emozione, il Colore era ed è gioia, mentre il bianco ed il nero sono la medicina per guarire la mia anima. E naturalmente le mie opere sono semplici ma intense e gestuali e descrivono ciò che la parola talvolta non può esprimere liberamente. Mi sento molto fortunata perché attraverso questo mezzo, la splendida Arte, esprimo me stessa completamente.


                  
                 "Risollevarsi", olio su tela, cm 60x80, anno 2018



       
                              "Utopia", olio su tela, cm 60x60


                        
                      "Disforia", olio su tela, cm 80x80, anno 2019



Contatti di Emilia Alberganti:

Email: emilia.alberganti@gmail.com

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