mercoledì 21 febbraio 2018

Tra i tocchi di una leggiadra pittrice

A cura di Silvia Ferrara

L’arte di Rebecca Garofalo è a mio parere come un soffio di primavera: ho avvertito tale emozione quando ho visto le sue opere. A tal proposito desidero ricordare una citazione che avvicina l’arte emozionale della pittrice alla splendida e magica stagione primaverile.
“Adoro la primavera, mi insegna di nuovo il passo leggero di chi sa dove sta andando e perchè”.
Tale aforisma del famoso scrittore  Fabrizio Caramagna pone in evidenza il connubio tra la meraviglia della primavera e la delicatezza dell’arte di Rebecca Garofalo.
Desidero menzionare qualche cenno biografico riguardante tale “astro luminoso”. Nasce a Milano: si trasferisce durante il suo percorso di vita dalla provincia di Pavia a Rivalta Bormida, vicino ad Alessandria: qui nasce la sua passione per l’arte. Attraverso studi artistici e in particolar modo con gli insegnamenti di Michela Piacentini la Garofalo acquisisce sempre nuovi stimoli e incoraggiamenti.
Anche i suoi genitori hanno avuto un ruolo molto importante e poco alla volta ha sperimentato varie tecniche. La medesima Garofalo definisce l’arte come la sua “essenza aristotelica”e tale affermazione mi affascina e rapisce: la pittrice ama l’Arte e lo grida a voce alta.
Le sue opere si esprimono attraverso una forte intensità “segnica”che inonda la tela e si materializza creando una dimensione prospettica, talvolta alla ricerca di una “energia emozionante” colma di forti implosioni.

Ogni quadro ha un’anima e sussiste una ricerca che fa nascere un incessante flusso vitale.


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